FELICE SERINO

POESIE

DELL'INDICIBILE 2019

1

SINCRONISMO

[ispirandomi a Jung]

quando dici nel posto giusto al momento giusto -o sbagliato se vuoi- e ti chiedi cos' era a spingerti: fatalismo o un sincronismo d' eventi

certo
non potevi non passare da lì in quel preciso istante -prestabilito?-

dove ad incrociarti era il tuo alterego

2

A NUOVA PRIMAVERA

[la carenza dell'ispirazione]

sono quello spazio che ti dice bagnami del tuo humus come una terra abbandonata

che implora di ridonarmi luce nutrirmi coi fonèmi che conosci

farmi sentire vento che sulle ali conduca alfabeti come una preghiera

ah rimpiango quel sillabare di palpiti di soli che ora in sogni monocromatici mi appare irraggiungibile

implora quel vuoto spazio che sono di farmi rinascere a nuova primavera

3

LA TENTAZIONE

immagina quanto debbano sembrare infiniti gl' istanti della carne che urla

quando in due è diviso l'essere

entrerebbe in te un mare sul cui fondo ti avviluppano tanti tentacoli

se bastassero le braccia incorporee della mente

a liberartene

4

NOI OMBRE STAMPATE

album – libro bianco di noi ombre stampate

vi è sospeso il rosso grido del fiore che anela aprirsi

fiore della nostra essenza sdoppiata nel tempo piegato su quello specchio di tenebra

di figure estinte

5

ANCHE PER VOI

salgo sulla croce anche per voi disse con gli occhi rivolto a quelli che lo inchioderanno anche per voi che ancora nei secoli mi schiaffeggiate sputate negando la vita buttandola tra i rifiuti aizzando popolo contro popolo sotto tutte le latitudini salgo sulla croce anche per voi che mi sprecate nelle icone per voi nuovi erodi/eredi della svastica che insanguinate la luce delle stelle oscurando la Notte della mia nascita anche per voi potenti della terra razza di serpenti che non sopportate di sentirmi nominare dal mio costato squarciato fiumi di sangue tracciano il cammino della storia la mia Passione è un solo grande urlo muto di milioni di bocche imploranti dinanzi al vostro immenso Spreco con cui avete eretto babeli di lussuria come cultura di morte

VENTO SALINO

[ispirandomi a “Febo, cane metafisico” di Curzio Malaparte.]

alla mia cagnetta piace inalare il vento salino

quando sulla battigia la lascio libera e lei va veloce come una saetta

poi arresta la corsa e naso all'insù -lo sguardo un punto interrogativo-

scruta un cielo carico di nubi

forse ci vede figure strane – forse animali

come succede a noi umani

7

L'ALBERO INTAGLIATO

il bosco brulica di vita - primavera l'albero intagliato

lo abbraccia la luce – pende dal ramo il sapore di un addio il suo palpitante sanguinare

come la ferita di un tronco fulminato

8

DI FIAMMEGGIANTI PALPITI

(ad Alda Merini)

di fiammeggianti palpiti dicevi garbata e a un tempo sanguigna

cantando lo spazio dell'anima

dei voli asimmetrici e di amori tuoi devastati

cantavi

mentre ti fuggiva dagli occhi la vita

d'albe di sogno la luce vedevi salire ai Navigli

e senza remore nudo esponevi del tuo sangue il fiore martoriato

9

DA UNA PARABOLA

una terra “dove scorrono latte e miele”?

breve il tempo – vedi è già sera

prostrato dinanzi alla Sua splendenza di “roccia spirituale”

la voce odi che disarma:

“dammi il tuo cuore”

10

ABBRIVIDISCE UN CIELO

un cielo abbrividisce bianco di silenzi

guarda Signore come mosche annegano i tuoi figli – un mare di cadaveri

niente più scuote sorprende -agonia del mondo

quando finirà: ancora e ancora speculano sulla pelle dei miserabili gli scafisti trafficanti di morte

11

FEBBRE AZZURRA

del senso del bene che ti prende per mano o del sentire indicibile suggerito dall'angelo che non vedi

febbre azzurra di quell'agitarsi nel sangue della musa o dell'infinito spazio della mente aperta al sogno

quando chiami i morti la cui empatia ti dona uno stato di grazia che oltre il giorno perdura

12

NO MAN'S LAND 2

l'incognita dell'ora – sempre a metà strada noi che siamo terra di nessuno:

il fratello oscuro che s'agita nel sangue

a mimare il dolore del cosmo

penetrati da tutto il freddo del mondo - immersi nel mistero di noi

13

CHI TI CREDI

(contro la prepotenza e la superbia)

usi il plurale maiestatis ma chi ti credi aureolato tu di vacue onorificenze che col lupo segui la pista del sangue

nightmare per te se ti fronteggiasse un davide

ad abbattere con fionda quel tuo trono di tracotanza

anche le pietre canterebbero – sì!

14

L'AFFRONTO

oltre l'età dell'oro o della incoscienza sbattiamo la faccia contro la notte

il primo impatto forse quando ci si isola perché ci hanno gratuitamente derisi

e non sappiamo quali “affronti” o spine o ferite tenga in serbo la vita per noi

sotto un mutevole cielo

15

IMMAGINI PASSEGGERE

la composizione dell'apparire di cui è fatto il mondo – maya se vuoi o fuoco dipinto

in questo vortice d'ombre noi siamo a noi stessi estranei: forse polvere di stelle o solo immagini passeggere

specchiate in un vacuo sogno

[fuoco dipinto: da un verso di Maria Luisa Spaziani]

16

LA LUNA NEL BICCHIERE

al quartiere della movida addentano luccichii bevono la luna nel bicchiere

dopo l'alto livello dei decibel un silenzio striscia lungo i muri tra vertigini di ebbrezza

chi saprà decifrarli i respiri spezzati dove la parola impastata annega

e nel cuore incenerisce la carezza di un dio

17

LE PAROLE LEGGERE

come pensate vogliono subito uscire nell'aria posarsi sulla pagina-lenzuolo sotto tante lampade

vite in fieri chiamano legami

fan ressa una scrematura è tuttavia pressante

si cercano nel sangue in epifanie di luce

18

MESSAGGERI

se li richiamiamo alla memoria o solo diciamo il loro nome

ci rassicurano coi loro impercettibili sussurri

per dire eccoci

messaggeri incorporei aleggiano su altri mondi – recepiscono

echi di tante entità - vogliono dirci: “non siete soli”

19

GLI SPONSALI

(impressioni da un matrimonio)

banchetto luculliano e la musica a palla il sorriso ebete da “bicchiere di troppo” lo spellarsi delle mani il bacio casto la lacrimuccia e

prima che il tempo li sciupi l'indomani i fiori andranno ad onorare i cari familiari passati a miglior vita

20

SEI L'ATTESA E LA FERITA

Dio ti sognò e fece del tuo sangue una cattedrale sede del co-creare

sei l'attesa e la ferita -da te così distante

fatto di abissi capovolti e frammenti di memoria – cavalchi il dorso del mare

dove un'itaca chiami senza voce

21

LE PAROLE

le parole giacciono avvolte in sudari toccate dalle mani dei morti

neo-nate le scrive il mattino sulle ali del vento

concepita dalla notte-madre sanguina luce quella che credevi smarrita

22

ED E' UN PRESENTIRE

siamo buchi neri affamati di cielo

ed è un presentire come una mano sulla spalla il doppio celeste che chiama dall' intime fibre

estrae dalle viscere la memoria e la custodisce nell' akasha

attende il ricongiungersi nell' abbraccio cosmico

23

COME ONDE DI LUCE

il già e il non ancora la prima venuta e la seconda

quando i cieli si apriranno e

come onde di luce o purezza d' angeli

schiuderà la parusia atomi di verità

24

I POETI

i poeti “maledetti” vanno via presto neanche il tempo di assaporare la gloria -gira nella testa un celebre verso di Bellezza o di Rimbaud-

vogliono mostrarci il passo d'addio affacciati a un cielo carico di futuro

25

SOSTA

ricalchi i miei sentieri riflettendoti in ogni mio pensiero angelo che da me sei invocato da che ti so nell'oltre

tanto somigli -uno stravedere?– a quello della volta che da bambino in estasi guardavo naso all'insù per ore

oggi -pesano gli anni e aspetto il ritorno al grembo- mi crogiolo s'una pietra ancora calda di sole

nel giorno che declina

26

LA SPINA E LA ROSA

sin dalle acque creaturali prerogative del cuore la spina e la rosa

emersi da naufragi-di-sangue siamo fioriti dagli occhi – prima di trasmutarci nell'aria

la luce una velata “ferita” rosa che s'asconde

27

FANTASIA 6

che se mi chiedessero ti piace la vita da clochard in un certo senso approverei: non fosse altro che per sentirsi libero come un uccello senza il burocratico cappio

(ma vedere un poveraccio morto all'addiaccio sì che ti stringerebbe il cuore)

i vivi mangiano i vivi e i morti sono concime per la terra

un giorno mi piacerebbe spuntasse almeno un fiorellino all'altezza del mio cuore rinsecchito e nero

28

IN UN DOVE RIFLESSO

(dedicata alla donna)

affido alla pagina questo grido inchiodato

te lo vedo in un dove riflesso

materializzarsi nel braccio a inane difesa dai colpi ciechi del vile

affido alla penna il raccapriccio per la rosa di sangue che si espande

in questi tempi oscuri

29

LA FORMA DELL'ACQUA

il nostro sangue si confonde con l'indaco dove il volo d' una rondine s' eclissa dietro una nube

camminiamo con i piedi nella morte -chi più cosciente chi meno- siamo

senza bandiera terra di nessuno -la forma dell'acqua è quella che la contiene

30

D' ISPIRATA LUCE

le ali azzurre della fantasia sono vele ora e ti vedi odisseo a solcare i grandi mari lambire inesplorate terre le vergini terre del sogno dove s'imbeve il nascere d' ispirata luce

preludio alla bellezza

31

LIBRO SACRO

la riga nera balza dalla pagina è cuore sanguinante soffio dello Spirito che accoglie

è la piaga del costato delle mani trapassate dai chiodi

produrrà i suoi frutti non sarà polvere nel vento la Parola fatta pane

32

GLI ALBERI DANNO UDIENZA

il noi è scalzato dall'io l'altro neanche più lo si calcola la sacralità della vita è una favola

le nostre menti che per secoli d'arte e bellezza hanno gettato al di sopra della notte ponti di luce

ora annaspano in un vortice mortale

palpita la terra tradita gli alberi danno udienza agli gnomi

33

VITA ZINGARA

ama passare interi pomeriggi appollaiato sull'albero preferito con la frescura delle foglie dove nella pace gli nascono poesie o si diletta a contemplare per ore la lunga teoria di formiche amiche che sanno dell'aria e del sole non del peso della vita

un' idea sarebbe trasferire nei suoi versi insieme all'asimmetrico avanzare l' istinto conservativo nel loro ben ordinato universo nonché la frequenza dell'atto sessuale di cui si dovrà documentare

quest' uomo ama la vita zingara senza cappi gli mancano solo un paio d' ali

34

GEOMETRIE INGANNEVOLI

(della tentazione)

giorni si dipanano in geometrie ingannevoli

il maligno si cela tra le pieghe – tu percorri lo scintillante sentiero dove l'esistere s' imbeve delle radici della luce

lui è lì a spiare mentre inconscio ti pieghi nello specchio

35

APPARENZE

qui di noi solo apparenze -ridimensionati siamo -acqua e memoria un sogno di volti

delle nostre ali -dalla nascita- abbiamo perso ogni tanto una piuma

e la chiave del cuore -ahinoi- dimenticata in soffitta tra arnesi fuori uso mangiati dalla ruggine

36

RILEGGENDO

rileggendo capita mi sorprenda la mia penna

sangue o inchiostro? -quando le scrissi le parole

pareva aleggiassero guidate da una mano d'angelo

o emergeva dal sogno il loro criptato alfabeto

così dai fonèmi
ero portato al guinzaglio

37

IN DIVENIRE

vorresti levitasse l'anima in cerchi espansi nell'etere mentre rappresi restano negli occhi pezzi di cielo

cadono voci come in frantumi di cristalli

su mari aperti -vedi- si scrive la vita picara

38

COME CAMMELLO

come cammello da cruna o porta stretta passerà di là il sangue genuflesso l' Eccelso adorando ?

esulteranno allora le tue ossa ?

chi a dirti di capovolti cieli -rovescio dell' apparire- se non l'angelo inavvertito ignorato nei giorni grassi

39

IL CUORE DELLA LUCE

(Monna Lisa)

più che lo sguardo in sé lo avviluppa il cuore della luce entrando nel quadro

quella luce enigmatica che lo seduce come musica lieve sottofondo di un oltretempo

a saziare il suo cielo

un mare aperto in quegli occhi d'inesprimibile incanto

40

CAINO

hai levato il braccio e hai capovolto i cieli

dai recessi del sangue rimonta la melopea selvaggia

hai sul collo il fiato di colui che abomina la Croce

e ti trascina nel vortice osceno

41

SEMBIANZE

aiuta la vecchia foto seppia se non ti venisse in sogno lei: si perdono i precisi contorni non di rado nel labirinto interiore

ah ricreare di palpiti un vago sentire nel tempo caduco che mastica sembianze e ricordi

come quando nell' immobile luce su un' altalena si dondolava la vita

42

SCATOLE NERE

scatole nere nel cuore sepolte

hanno banchettato i pesci nel ventre del relitto ignari che la storia del mare abbia un sangue e una voce

sul fondale il salone è un acquario dove sullo specchio piace immaginare -resistita al tempo- una scritta buffa col rossetto -ma jolie-

la coda dell' occhio ha impresso un ovale di donna ottocentesca

43

PALPEBRA DEL CIELO

(estiva)

giocare con le nuvole raffiguranti capre o cavalli

confondersi queste con i pensieri allucinati di uno stato ipnagogico

lungo il nastro autostradale

per te l'estate si è chiusa con un forte temporale agli scorci di luglio con ombrelloni divelti e fuggi fuggi

a chi dirai non ci sono più stagioni – sì che ammicca una palpebra del cielo

44

BARBARIE

vedi passarti l' esistere – vivi il fuori del tuo dentro – ti appare “un sogno la vita”? -e il dolore quello

del corpo crocifisso o lacerato da cavalli in direzioni opposte? ti fai

un film entri in un' era di barbarie

tuttavia la nostra a quella -ahinoi!– s' ispira

(Pedro Calderòn de la Barca – 1600-1681 – “La vida es sueño”)

45

IN UN DOVE

in un dove che non sappiamo dicono c' è festa perenne il vino giammai manca è il sangue della fratellanza

in un oltre che non conosciamo il leone giacerà con l'agnello noi abbracceremo senza braccia chi ci aggrada in una cosmica kermesse dove non vi sono cuori ostili

46

APEIRON

la luce-energia fatta densa nella materia si oscura

di che siamo fatti dunque? energia del cosmo stretta a imbuto in un tempo rallentato?

forse

corpi-in-prestito che si leveranno dal letto di tenebra

per sfociare in un altro mare?

47

LA VERGINE 2

la bellezza che ti colse rosa d'amore t'imporporava il viso di fanciulla

era il fiat la bellezza fatta persona

ala d'angelo a custodirti non ti preservò dalle brutture del mondo

Mater dolorosa pie(a)gata eri ai piedi della croce

48

POESIA E'

la poesia è traduzione da una lingua sconosciuta

è dall' Origine - dal Verbo

è lettere storte sull'acqua

poesia è del vento e della foglia

è il cuore delle stelle o la musica della pioggia sulle tegole

la fiamma che arde della nostalgia di Dio

49

SI LEVAVA ALTO NELLA LUCE

(a Pablo Neruda)

sia il tuo verso la ferita a farsi nuova voce – lettera di fuoco – j'accuse

(nella terra di sangue e d' amore si levava alto nella luce il tuo Canto generale

a cui facevano coro i morti ammazzati)

50

DA QUEL DOVE CHE T'HA ACCOLTO

(certe volte sembrava che un punto ci attraesse oltre le nuvole – o almeno così era per me)

e dunque anche tu adesso mi precedi varcando il mistero con la valigia di sogni

non mi aspetto un fischio da quel dove che t' ha accolto

-per te sempre estraniante a ragione: essendo noi mortali

51

CANTO DI SIRENE

la normalità non esiste: la vita è una continua sorpresa in luce-ombra navigante nel sangue

saltate le coordinate -farfalle di fumo- niente

di più facile che canto di sirene svii dallo scavo del profondo ove il Sé

si manifesti

52

VERRA' IL TEMPO

c' è tempo e tempo quello della gioia quello del dolore la vita ti ha insegnato a piangere

non puoi chiedere di essere liberato se è stabilito che il cornuto ti debba stare dappresso con la tagliente sua lingua biforcuta

verrà il tempo -oltre il tuo lento morire- a rimarginare le ferite della luce

ora nello specchio vedi agitarsi le ombre dei tanti io vissuti

i tuoi errori

53

LEVARSI IN FIORE

(la crisalide si posa sulle dita dell'alba)

muore l'animale resta l'entità dell' origine

Mente infinita espansa inondata di luce

ed ecco l'anima levarsi in fiore

54

CORTEGGERO' LA BELLEZZA

trasvolerò mari d'aria tra galassie interstellari stanco di questo mondo ipocrita

troverò assegnato un posto secondo i meriti dove abiterò per sempre

lì corteggerò la bellezza presentita mai conosciuta sulla terra

55

LA PAROLA CHE SANGUINA

colgo la parola che sanguina:

scrivo la vita che si alterna tra naufragi e benedizioni

ulisside impenitente rammendo le mie vele reduce da viaggi psichici

ho dimestichezza con la morte con la stessa naturalezza del mio sapermi eterno