FELICE SERINO

POESIE

FRAMMENTI DI LUCE INDIVISA

2014

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DOCILE ALLE TUE MANI

docile pasta alle Tue mani plasmami secondo il Tuo volere

sgabello di gratitudine ai Tuoi piedi

farfalla lucente di Tue piaghe

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SONO ANCHE ALTROVE

d'albore un tenue rosa anelito d'espandermi in fiorite di cielo

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PARTICELLA

noi siamo tra l'angelo e la bestia mi dici sciorinando tesi astruse ma dove lo metti il bosone di Dio così bene immerso nella materia: l'infinitesima/infinita particella che ti trascende è il tuo Tempio e brilla di luce propria

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ALLO SCOPERTO

(a Francesco d'Assisi futuro Santo)

uscire nudo allo scoperto un morire al mondo spoglio di alibi-corazze il cuore che risale in luce sue macerie la vertigine del tempo vuoto

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ALZHEIMER

i suoi giorni come un vortice di foglie a dilatare deliri gioca con le ombre sui muri vuole afferrare la biancaluna incorniciata nella finestra

alle prime luci riaffiora un barlume di quell'io bifronte che ha perso la strada di casa

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L'ESISTENTE

è dall'origine della foglia la foglia-madre così della parola il cuore la luce Verbo che muove i mondi il dio in noi la bellezza dell'oltre

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ANELITO

(a Sant'Agostino)

uscire dalla gabbia di carne e fendere l'azzurro con revisionate ali lasciarsi invadere dalla luce del Tuo volto fulgente più di mille soli

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AL PARCO

(fuori da un periodo depressivo)

vade retro male di vivere nuova luce di orizzonti leggo nello sguardo dell'anziano sottobraccio nella macchia di sole a farci isola ora che nuovi m'appaiono i semplici gesti un sorriso una parola forse questo il senso mi dico Lui ben sa “utilizzarmi” al meglio va-de re-tro mal du vivre ti riconosco dal tuo odore acre ti ricaccio nel buio fondo

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LA LUCE BUONA

riempire vuoti di cielo cogliere la luce degli occhi una mano tesa nel bianco grido del vento

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A LATO DEL CUORE

non voltarti indietro – mi dico - percorri lo stretto marciapiede a lato del cuore: nel profondo di te nel buio di stelle calpestate ascolta il grido verticale che da caduta si fa preghiera

40b

PRIMA DEL TEMPO

prima del tempo non c’era che amore quello-che-muove- il-mondo danza nel cielo della Luce-pensiero della notte a scalzare le tenebre

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UNA SPALLA DI LUCE

non ricusare mi dice questa spalla di luce e se ho lasciato che ti perdessi è perché dal tuo fondo mi tendessi le mani

non sia tu di quelli “che non si voltano” e hanno fumosa aureola appoggiati alla spalla di luce che è l'Io sono

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CERCHI SULL'ACQUA

sospensione lucente

petali vellutati fanno cerchi sull'acqua

si staccano voli dal tramonto

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MIO SANGUE ALATO

tu come un'esplosione all'aprirsi del fiore

vita: mio sangue alato

ah sentirmi avvolgere nel risucchio del vuoto tuo affamato

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NELL'ARIA VEGETALE

si aprì il mattino azzurro nell'aria vegetale come un mare nel seno del cielo e da una costola per lui Egli la plasmò dalle sinuose forme a far tondi gli occhi vogliosi d'un amore tendente alle stelle

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PIU' D'UNA VITA

l'insistente mostro della mente e l'embolo d'ombre e quanta morte in questa vita più d'una a far nascere ali dove sanguina la trasparenza

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IL PREESISTERE

[ripresa da una poesia datata]

e tu a chiederti il perché dell'effimera bellezza del fiore o della breve luce che vive la farfalla

e del preesistere d'ogni singola specie non dici che si sa nominata
e trasfigurata è oltre quell'orizzonte dove continuano il mare i gabbiani nel fondo degli occhi

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ULISSIDI

[ripresa da una poesia del 2011]

veleggiare verso lidi dell'Origine impastati di luce alchemica in fondo agli occhi aperti mari dei sensi

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FAR POSTO ALL'ANGELO

dev'esserci forse un angelo alla mia sinistra e sì che per natura non sopporto nessuno da quel lato camminando per strada che non sia una benefica presenza

chi mi accompagna nella luce declinante degli anni non sa di dover fare posto all'angelo

che provvido mi aiuti a scalzare ogni giorno la morte

49

QUEI VERSI PERSI

[nel percorso col bus verso Brescello]

poi di ritorno a sera carta e penna o se vuoi tastiera il bianco che ti fissa e ti ci perdi un muro la mente un muro provi con un verso impreciso poi un altro ma no non era così che l'avevi pensata eppure ce l'avevi tutta lì come una cantilena tra veglia e sonno negli occhi la confusa striscia bianca sulla destra ed eri in uno stato di tortura-goduria trattenendoli ancora quei versi ma ora niente un muro la mente risucchiati da un buco nero

50

BORDERLINE

[ispirata a un'altra mia poesia a tema sociale]

la tua carne dolorante tu crocifisso alla sopravvivenza non un tetto un letto d'amore i figli sconosciuti cieli caduti nel fondo degli occhi ti perdi tra i rifiuti dove sembri cercare brandelli di quella vita che ti ha tradito

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CIELI BIANCHI

cadute virgole dalle pagine dei giorni come un assordare di cristalli

poi brividio di luna nel cerchio delle sere cieli bianchi di silenzi

a propiziare un appiglio per reinventarsi la vita

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NUVOLE VAGHE

le nuvole vaghe a guisa di pegaso o capra e in pacato risveglio il sangue del tuo ieri connesso alla vista del bimbo nel levarsi dei piccioni in volo davanti ai gridolini acuti e più a lato della piazza il vecchio in carrozzina tornato bambino a ricordarti l'esistere parabola di carne nel pulsare dell'universo e il conto degli anni i voli pindarici del sognare

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CIELI INDIVISI

i voli pindarici e come in sogno il passato divenuto memoria di voci impalpabili essenze residenti in un altrove di cieli indivisi

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VITA DI MARE

essere circoscritto nel tuo spazio ti sta stretto assumere come l'acqua la forma del suo recipiente ti deprime aneli come la sorgente alla sua foce amalgamarti coi fondali marini conoscere l'alfabeto dei pesci gli anfratti i fatti del giorno dispute e amori coordinate d'una vita di mare in divenire le tempeste che tengano l'anima tesa sul grido come achab

55

LA TUA STAGIONE (a Rimbaud)

in echi d'inchiostro verde virgulto tu esploderai

vergini pensieri incolli nel tuo cielo ispirati a scandire la tua stagione età dell'oro e “maledetta”

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NON MANDATE A CHIAMARE [rifacimento di una poesia del 2012]

quando il mondo continuerà dopo di me

non mandate a chiamare prefiche che versino lacrime sul contenitore del corpo-contenitore

e a chi vi dirà lui non c'è più fategli pure uno sberleffo com'è giusto che sia

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IL TUO DETRATTORE

come a dire quello del “tu pensa per te” l'alterego che va col lupo seguendo la pista del sangue lo stesso che ti seduce e lo sguardo svia dagli occhi forti della luce

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IL TUO DETRATTORE 2

quello che in un buffo di vento fa orfano di stelle il tuo cielo

dimora dell'angelo compassionevole

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LUCE ANNODA

luce annoda le voci nell'aria liquida fuoco delle attese dove anime si cercano

-un fiume d'echi

60

SIMILE ALLA VITA

simile alla vita il morire mi dici naturale ma strano se ci pensi vi si entra con uno schiaffo e se ne esce con una manata di terra

con un io ridimensionato m'immagino di sparire come chi in sogno segua una successione di stanze allora uccelli vedrei uscirmi dalla testa nel becco i versi d'una vita