FELICE SERINO
POESIE
TRASMIGRA IL GIORNO
46 TRASMIGRA IL GIORNO
compiacerti dei tuoi beni? ma dimmi cosa ti porti di là?
lasci pure questa veste oggi affidata nelle mani dei “restauratori”
-la vecchiezza un obbrobrio!
ecco vedi trasmigrare il tuo giorno in sudari di calce
47 IL GRIDO
non lasciare ch'emerga il mostro come da abissi marini fa' che affoghi nel suo sangue
rabbuia nelle vene il giorno: grido che tende levarsi nell'aria rossa
48 INFINITE VITE
infinite vite possibili ha forse l'anima quel che è detto da taluno l'essere moltiplicato
mai si chiude il cerchio?
è come traversare innumerevoli porte nei meandri dei sogni o abbandonarsi a visioni di déjà vu
non si chiuderà il cerchio se come si sa è del Demiurgo un continuo creare infiniti mondi-entità col solo sognarsi
49
QUEL SORRISO
senti la vita quasi fosse apparenza in vaghezza di sogno
l'anima è spersa dove fitta trama d'ambiguo s'incaglia
ah le uve dei suoi occhi: uno spasmo di luce – una spina nel sangue
e quel sorriso -oggi che ti sorprendi a inseguire ombre in cerca del suo profilo- ti si trasfigura in un graffio difficile da decifrare
50 SEGUENDO L'OMBRA
i tavoli tra ombra e sole dove sedeva chi più non c'è
la mente è in fermento nel lento giro del sangue in questo scorcio di cielo
mi sposto seguendo l'ombra seduto a leggere Brodskij mentre lo sciabordio dell'onda mi culla i pensieri che vagano sul filo di versi in fieri
mi distoglie il ronzio di una mosca: salto un rigo nero della pagina
il libro si chiude di scatto sul giorno azzurro
51
MEMENTO
la luce si spalma dentro la parola che di sé vive:
a ricordarci la bellezza
lasciarci impregnare di fascinazione nell'orfanezza del sogno
52 SANTIAGO
traversare il ponte sull'Atlantico t'ispira qualcosa che appunti in un angolo sicuro della mente
dopo per davvero guardi in un modo diverso le cose
è quello stupirti amando l'Amore
il cammino di Santiago finisce nell'Oceano
[percorso Fatima – Santiago di Compostela]
53
L'ASCETA
è nell'invisibile dice l'architettura dell'essere - perfezione la carne che si trasfigura
il resto è apparire o maya: mondo i cui regimi e regni andranno capitolando – insieme a chi li rappresenta
54 SUL CANCELLO
drappo viola dalla finestra affisso sul cancello di fronte: un altro vicino agli ottanta è andato a miglior vita - non ritirerà più il giornale al mattino il passo pesante il fiato corto
unificatosi col suo doppio ha lasciato qui la zavorra
55
EROS E THANATOS
far l'amore e la morte sono in stretta connessione: l'appagamento è un dolce morire
attimi che sembrano infiniti perché amore e morte si abbraccino
come la terra nel suo grembo accoglie le foglie cadute
56 CRONACA
“in luce di sangue vita ti diedi e tu l'hai gettata nel cassonetto”
ahi quel cielo di carta stampata che s'indigna sotto gelida penna!
57
SCORCI DI SETTEMBRE
scorci di settembre è l'ombra a dominare i posti prima assolati che trovavi nelle tue uscite
familiare ti è l'ombra ed è dissonanza se ti sorprende il pensiero di quel bambino che dopo il crepuscolo ha paura del buio e se non mangia arriva il mammone con tre tocchi -sotto il tavolo
[mammone: in gergo è l'orco]
58 IN TE LA LUCE
s'inginocchia in te la luce
ti dividi nelle due dimensioni: dreamtime e corporea insieme
a sorvegliarti è l'Occhio interiore - il tuo doppio di perfezione celeste
[dreamtime: il tempo della creazione]
59
ANGELO DELLA LUCE
adagiati creatura del sogno sulla curva del nostro abbandono
la lontananza è ferita insanabile un cielo d'astri divelti
e tu balsamo sei -tu orifiamma tu altezza sognato stargate- dove voce insanguinata c'inchioda
dalla caduta
60 LUCE ALTA
luce alta – paiono incendiarsi le finestre degli hotel
un altro caffè spezza la mattina - strilli di bambini in pineta lampi di sole tra il fogliame
“Dio c'è” è la scritta sul muretto che delimita la spiaggia
dichiararlo a cuore aperto: ché un miracolo è la vita
61 QUALCUNO TI CONOSCE
-non credi in un dopo? e in un prima? e il mondo pensi s'è fatto da solo?– ti chiedo e tu t'aggrappi agli specchi
ma nulla va perduto sai: Qualcuno ha contati tutti i tuoi capelli
davanti a un pericolo mortale
un'invocazione ti salirà alle labbra?
62
IN VAGHEZZA DI SOGNO
ti rigiri e vedi -in vaghezza di sogno- un te estraneo vagare per strade buie e vuote come un sansebastiano a trafiggerti gli strali della notte – senti recalcitrare in te l'uomo vecchio -ah convivere con gli umori di un corpo-zavorra- ti avvedi d'aver perso le chiavi di casa mentre un gallo canta in lontananza ed è l'alba
63 PIU' D'UNA VITA
convivere con gli umori di un corpo di morte
dall'animalità all'angelo: questa l'impervia salita
più d'una vita se dal sangue fioritura sia d'ali levate:
ogni passo ne perdi una piuma
64
ULISSIDI
andare per procellosi mari in cerca del proprio nome l'origine la loro Itaca
coglierne forse la voce nella cavità del cielo insufflate le narici da un vento salino
quel battere del sangue di cui si parlerà a un nuovo approdo
e i morti? quelli che sono parte del loro cuore alla ventura?
entrati nel mito essi custodiscono quel mai perduto nome
65 FORSE UNA NUBE
(a Pierluigi Cappello)
mi accoglierà un non-luogo
non più inalerò resina di abeti
alle finestre degli occhi colombe
bianche si poseranno
mi abbraccerà vaghezza
forse una nube vorrà dire casa
66
DI STAGIONI DI SOLE
ho sognato mio padre -non è giunto il tuo momento- mi ha detto
di nuovo agli alberi cresce la folta chioma è tempo dei gatti in amore -il ciclo si ripete della vita
quante ancora ne restano di stagioni di sole -mi domando- di quel sole che si spande come liquido oro sul tavolo a cena
67 FIUME D'ECHI
rotte voci e forme impermanenti sotto luna menomante
anime siamo che si cercano
fiume d'echi la cui scia porta con sé il lamento di nomadi d'amore
68
VANAGLORIA
la forma assumi dell'involucro- status quo mentre a preesistere in te specchiato è quel pizzico di vanagloria ingannevole capriccio che rimonta a un giro di vento
69 IL GRIDO 2
resilienza questo vivere morigerato e anse d'ombre dappresso dove annega il grido
sudate notti e sogni scollati da grigie albe
e chiederti se non sia impari lotta aggrapparti a rupi erose dai venti
70
LE MANI AFFONDI
in emorragie di non-senso ricacci al fondo il Sé superiore uniformandoti al mondo le mani affondi nel sangue delle convenzioni mentre all'angelo lucente del sogno tarpi le ali facendolo all'alba svanire
71 FONEMA
insufflato dal dio passa come un vento di mare il ricercato fonèma
che nel sogno dispiega le ali di scintillante bellezza
72
CUORE DI PAGLIA
è dell'umano il tempo non certo dell'anima e ti pare d'esser sempre giovane anche se vicino agli ottanta il fisico non rende
se cavalchi un'emozione ecco spunta una lacrima e senti capriolare questo cuore di paglia
come un imberbe a prima cotta
73 RICAMBIO D'ALI
va controtempo in un ricambio d'ali l'angelo insozzato di mondo
nel sonno del giusto abbevera le radici del sangue della luce
74
QUEL SENTIRTI
può piacere quel po' d'intontimento in banchetti interminabili col capotavola che devi urlare per farti sentire due parole per darti un contegno col tuo dirimpettaio non toccando temi impegnativi s'intende controllando i freni inibitori una comunione di anime allegre ma tutti i commensali alla fine si resta perfetti estranei
poi fuori il freddo pungente a sollevarti il bavero e quel sentirti un cane di nebbia che vaga che ha perso la strada
75
ETERNO PRESENTE
kronos esce dal mare prenatale
il domani è un imbuto dove fluiscono gli oggi coi sordi tamburi del sangue
dove in fondo agli specchi annegherà la realtà relativa: lì il mondo che
si vede rovesciato
76
SULL'ACQUA
sul grande mare del sogno veleggiano i miei morti gli occhi forti di luce con un cenno m'invitano al loro banchetto sull'acqua d'argento striata
m'accorgo di non avere l'abito adatto cambiarmi rivoltarmi devo vestire l'altro da sé
77 INQUIETI FUOCHI
nuvole a stracci nell'azzurro curve ariose di voli
vastità di te solo: figura inespressa lacera ombra
ti aspetti una eco un suono in questa sospensione
inquieti fuochi son gli occhi dell'anima mentre guardi un gabbiano staccarsi dal tramonto
78
LA REGIONE DEL SOGNO
la via regia puoi dirla vita trasversale nell'ondeggiare di curve di luce
del pensiero allucinato vedi prendere vita le figure surreali di dalì
e ancora da questa
infinita vastità del sogno emergere gli angeli di rafael o le eccelse visioni di blake su uno sfondo viola
[Via regia: definizione di Freud del sogno; Rafael Alberti, poeta spagnolo]
79
E IL VENTO S'IMPIGLIA
(soliloquio)
in meditazione ti trovo assiso sui gradini del tempo
chi interroghi sotto una luna menomante?
vedi
e se fosse soltanto un apparire questa vita
protendimento di un luogo della mente
dove passano navi di nuvole in sogno e figure evanescenti e il vento
che s'impiglia in grovigli di foglie
80
L'INVERNO DEL CUORE
[mancanza dello stato di grazia, ovvero aridità d'ispirazione]
sentirsi disabitato
simile a quell'albero nudo da cui son fuggiti i canti
vivere di stelle spente
81
FEDELE ALLA VITA
mia vita senza rete t'appigli alla Bellezza intaccabile
a quella del cuore e alle armoniose figure della danza o del cavallo nel bianco salto
finché ti chiedi dov'è lei l' irraggiungibile non tutto è perduto
voltato sei sul giusto versante lucente ancora una volta – vita
fedele alla vita
82
IL GRAFOMANE
sei tu che graffi con la penna questi fogli che raggricciano come una bianca pelle
i tuoi quaderni riempi per lasciare ai posteri parola di Dio mentre qualcuno da lassù
guida la tua mano a riempire fogli e fogli come in trance
vivi di grandiose visioni celesti e anzitempo contempli di Dio il volto
[Jakob Lorber, si definiva “lo scrivano di Dio” – mistico e chiaroveggente sloveno, 1800 – 1864.]
83
NELLE NUVOLE HAI CASA
dimmi Nina: che vedi tu che hai casa nelle nuvole tu che sai il linguaggio dei voli?
forse la giovinezza spezzata che ora in lampi di déjà vu ritorna?
o rivivi nel cuore verde dell'acqua
che ti vide sirena emula del canto di odisseo
-rapimento dei sensi che in sogno ancora mi seduce
84
IL POZZO DEI RICORDI
come la volta celeste s'immilla di presenze il sogno
in questa moltitudine la tua cerca il non rassegnato cuore
ma è beffarda sequenza come seguissi la velocità d'un treno
forse la tua figura è sepolta in fondo al pozzo dei ricordi
da cui risale flebile eco
85 DUE NOTE
e come puoi oggi accennare a quel motivetto che ti arrovella se non è la mente sgombra da impellenze che artigliano
restano due note nell'aria monche e il canto strozzato come d'un barbagianni
mentre abita il cuore una danza di foglie
86
QUELLA PARTE DEL MONDO
[la sorte degli immigrati morti nel Mediterraneo]
è un presentito bianco grido il cielo proiettato su quella parte del mondo: un mare tappezzato di cadaveri
agghiaccia il sangue mentre la forchetta è nell'aria
o non smuove la vista e l'assuefazione è sovrana?
87 SOGNO
è calda l'acqua dell'oceano ove sono immerso come quando ero nello stato prenatale
traquillo nuoto non ansia mi prende anche se scorgo solo davanti a me l'orizzonte
ed ecco vedere venirmi incontro i miei morti portati sull'acqua
e madido di luce destarmi
88
L'ELEMENTO CELESTE
tornerò ad essere pensiero espanso quando dalla scena sarò sparito dove si curva all'orizzonte il mare
sarò forse atomo fiore o stella e
in estasi
mi unificherò all'elemento che da sempre mi appartiene
89
UN ARCO SULL'INFINITO
dal non-luogo che immagini non potrai quel giorno farci un fischio per darcene notizia
se sarai per davvero passato a “miglior vita” mettendo a frutto le esperienze secondo gl'intimi desideri irrealizzati quaggiù
e se vestirai un corpo d'aria e sarai arco teso sull'infinito
90
DOVE L'ANGELO
un dove di trasparenza t'assale ti entra nei sogni
azzurro soffio di vento sul sangue psichico
luce ferita dove l'angelo con ala pietosa
i crudi patimenti copre e il tuo cuore