FELICE SERINO

POESIE

NELL'INFINITO DI NOI

241 DOVE L'ANGELO

falesie di pensieri nella fragilità del giorno quando alta s'eleva la parola – dove il senso di sé t'innamora

dove l'angelo perde una piuma

242 VAGHEZZE DI LUNA

vola nel sangue della parola l'anima gemmante

un'alba cadmio accoglie in vaghezze di luna l'erratico cuore

243 CUL-DE-SAC 2

tu che deambuli come su inclinati piani dimmi che vedi in questa bolla d'alcool e droga se mondi immaginifici o sorta d'inferni

ti scagli sulla madre per la giornaliera dose tu potenziale omicida su strade d'asfalto allucinate

ahi che non vede mai giorno il tuo cul-de-sac è rovi e croci sangue pestato nei tuoi vaneggiamenti

244 VERTIGINE DI SPECCHI

un'incognita ti resta la vita nebulosa sogno o cos'altro che ti avviluppa in una bolla

o forse solo velo da strappare col beneplacito del tuo angelo

vedi alle spalle i frammenti di te in una vertigine di specchi aggrapparsi al vuoto ricacciati indietro dall'unghiuta morte

245 DI LUCE L'ABBAGLIO

(testimonianza)

colma la bocca di luce l'abbaglio della veste

sentivo nelle ossa un fuoco

come lazzaro mi sono levato e andavo leggero come nell'aria

246 DI FOSFENI E NUBI

a labbra di luce poesia mi desti da assonnate rive

vaghezza vi transita di fosfeni e nubi ove intoccabili sogni dimorano

247 VIVERE IN VOLO

fantasia questo vivere in volo nella liquida luce

notti acrobate a fare incetta di sogni per un'alba d'inchiostro

248 BLU MARINO

sciami di pensieri sparpagliati in riflessi di luna fantasma ore dilatate un'alba fitta d'inchiostro blu marino

altri me a sciorinare
-tenerezze in sorrisi di fiori- della vita anteriore

249 LA TENTAZIONE

è innegabile abbiano avuto debolezze i santi prima d'involarsi

risalendo in strenua lotta luce dopo luce alla parte angelica

250 IL FILO DEI RICORDI

aprire a ventaglio la mente su pindarici voli e lucidi sogni

vi ci trovi tra vaghe nuvole un nugolo di uccelli a farti corona riportandoti nel becco il filo dei ricordi e i versi amati e persi

251 COME MONNALISA

dove trovarti nudità di poesia tu assisa nell'olimpo degli aedi abiti forse nel puro sguardo del neonato o nel bagliore della lama uscito da una novella di borges

imprendibile sei e sdegnosa mi segui come lo sguardo di monnalisa esci dal quadro e sguinzagli i malcelati sogni

252 UNA CERTA LUCE A FLETTERSI 2

una certa luce a flettersi nella dimora della mente: quel tuo ostinato cercare tra i naufragati ricordi il volto amato reciso dalle forbici del tempo

nell'assedio degli anni oggi ti sorprendi a dar corpo alle ombre

di fantasmi inanelli il tuo presente

253 COSI' LA VITA

sprovveduto senza guardia andavi giù al primo colpo quello non previsto neanche dall'oroscopo

groggy ammaccato ti avvitava l'umana giostra come rivederti bambino tra la folla la volta che t'eri perso

così a portarti in giro su piani inclinati la vita

254 DAI VETRI

the per due ed un sorriso ricambiando lo sguardo sopra il bordo della tazza

dai vetri il fermento con gli ultimi guizzi di luce e un altr'anno alle spalle

altro non t'aspetti non la bottiglia dall'oceano tutto già accaduto

pure tenti glissare sui sussulti del sangue

255 NELL'ARMADIO

a volte m'invita a visitarlo lo spolvero lo lucido e grato mi si apre in un sorriso tutto denti m'improvvisa una danza

indossa una maschera per l'occasione

si sente solo quando le volte non lo considero lo sento frugarmi nelle viscere nutrirsi del mio sangue

fortuna ch'è un tipo da acqua in bocca

256 LE TUE CASE DI VETRO

(ad Antonia Pozzi)

vi specchiavi la verde età fuggitiva dipoi a trapassare i vent'anni la freccia di cupido

ti abbeveravi nei cieli di Poesia dove ora svolazzano senza tempo bianche colombe le pagine di vita

vergate fitte al rango di passioni accese

[Luoghi dove ha soggiornato o abitato: Misurina, Pasturo, Milano.]

257 L'ESSENZIALE

molto dire con poco degli elementi solo un accenno come una pennellata lasciare immaginare -l'acqua che canta alla fonte lo specchio del ghiacciaio che acceca

non è detto potresti rinvenire come in sogno lucido tra il soffice manto il messaggio di quel saggio abitatore delle nevi

“per una vita proba l'essenziale”

258 DAL PRINCIPIO QUALCUNO MI SOGNAVA

la mia essenza si specchia nel bianco di cieli anteriori

dove a iniziare voli in un battere d'ali fuggono piccole morti

e ad abbracciare il sereno quel ricucire strappi nell'azzurro

io sto da sempre nella scia d'infinito nascere

259 GUERRIERA DI LUCE

(a Santa Madre Teresa)

toccato dalle tue scarne mani il derelitto come angelo passava nell'aria

guerriera di luce tu ultima tra gli ultimi facesti tua del reietto la dolorante carne

il tuo annullarti consegnato alla sacralità del giorno

260 ALLUNATE DERIVE

visioni aprono varchi nel cuore ove fanno eco i ricordi e allunate derive trattengono vibratile fiammella

resta indefinito sogno o piuma di nulla misteriosa fanciulla che si piega nello specchio

261 SINERGIE

sognare immerso nell'azzurra luce il sogno sono io disincarnato che prove di volo inizio falena contro il soffitto col sembiante del fanciullo luminoso

ah quel senso d'onnipotenza nel guidare me stesso entro la via regia * vedermi ospitale dare udienza ai miei morti che risalgono pare dal mare per “incarnare” il sogno

*definizione di Freud del sogno

262 VITA CONTROMANO

(a James Dean)

il gesto del cogliere la rosa sul filo del burrone dove palpebra la luce lo strappo nella rete la smorfia che tradisce quel mordere intestino

l'apparirti anamorfosi il mondo che ravviva non sai se deliri o sogni:

del tuo essere “bipolare” ottenebrato splendere

263 IN UN LEVARSI DI VOLI

scuce tempo Penelope sdegnosa così noi a sfogliare le ore morte

fuori dal tempo uroborico in un levarsi di voli sarà voce del sangue a dirci che forse non sarà stato che un sogno la vita

264 COMPLICE LA LUNA

entrare nel labirintico specchio del sogno dove inconfessate brame si librano sul filo di acrobate notti complice una pettegola luna

265 DIVAGAZIONI

non vai da nessuna parte quando dici non siamo che manichini in mano al destino -ce lo facciamo in parte noi stessi

dovresti sapere che la vita ha in tasca la morte e l'occhio lungo oltre l'umano orizzonte

in cospirazioni del nascere

come il puzzle di parole neo-nate a cui hai sospeso il respiro

custodite in segreto in luminosa nube

266 LA MISURA DEL SOGNO

avevi l'occhio lungo tu nel dire che la vita ricalca le orme dei passi

altro sangue i destini che ci unirono

sai: nelle acque della memoria oggi di te non cerco che la misura del sogno

nell'ondivaga luce degli occhi trasparenze

267 UNA GIORNATA DI

suvvia eccedi a chi pensi dare la colpa come si dice è stata una giornata così

esageri se pare ti si spalanchi d'instabilità un baratro viola in fondo agli occhi

268 RADICI DI CIELO

ondivago in te l'oscuro l'alterego che insaziato nutri albero capovolto che geme con radici intricate di cielo

ma è un esplodere di vita l'aprirsi del fiore

269 IL FIGLIO

non più carrube Signore torno a casa

non più miraggi d'eldoradi

sì torno a casa all'amore totale

indegno sia io sgabello ai Tuoi piedi

270 NELL'INFINITO DI NOI

il tuo volteggiare Nina nelle stanze viola della memoria -dicevi il reale non è fatuo apparire o entrare nello specchio dell'essenza evocando palpiti di luce di un tempo senza tempo

noi dal celeste palpito dicevi- qui siamo affratellati nel sangue con la terra e la morte

271 LE VELE DEL SOGNO

me ne andrei quasi di soppiatto alle prime luci mentre si fredda la tazzina mai portata alle labbra

entrerebbe il vasto orizzonte nei miei occhi azzurrocielo il mare aperto nell'abbraccio delle vele del sogno

272 BRICIOLE DI POESIA

anima casa di mare dove a frotte s'annidano gli uccellini azzurri di Maeterlinck a ispirarmi l'abc del sogno a beccare briciole di poesia

ferve nel tuo cielo un volteggiare di fòsfeni ed ali

Maurice Maeterlinck, poeta e drammaturgo – 1862-1949 [Nella fiaba teatrale L'Oisseau Bleu (1909), ciò che rappresenta l'Uccello Azzurro è il segreto delle cose e della felicità.]

273 ROSA DI PARADISO

Tu fiore del mio sangue dal profumo rosa di paradiso perdonami se non c'ero quando m'imploravi “Eli Eli” ma si doveva sostenere la lingua della Parola

e Tu occhi rovesciati chino sulle miserie abbracciassi dalla Tua croce il mondo

274 ELEGIA

ora m’incolpi del mio silenzio? e Tu dov’eri mi chiedi quando a migliaia venivano spinti sotto le docce a gas Io ero ognuno di quei poveracci in verità ti dico Io sono la Vittima l’agnello la preda del carnefice quando fa scempio di un bambino innocente Io sono quel bambino ricorda

anch’io in sorte ho avuto una croce la Croce la più abietta la benedetta ho urlato a un cielo distante Padre perché

perché solo mi lasci in quest’ora di cenere e pianto

275 FARSI ULISSIDI

ancora sorpresi dalla vita ci trovi la morte

vivi delle prime nuove come nell'età impastata di sole e illusione

o farsi ulissidi nel ricucire vele per respirare il salso di aperti mari

276 L'OMBRA 2

meridiana a perpendicolo poi eccola s'allunga l'ombra oscuro specchio che mi ripete si spezza allorché riflessa tra pigre nuvole nel lago

277 LA VITA NASCOSTA

(Pasqua di Resurrezione)

in seno a cieli di cui non è memoria dove nessun grido resta inascoltato è la vita nascosta

percepisco il sangue mio elevato in fioritura da acqua e luce primaria benedetto

278 NEL GIARDINO D'INFANZIA

risalgono dal cuore giorni analfabeti a dire l'urlo della rosa l'insaziato stupore

e i me stessi a spiare dalle crepe dei muri o a giocare tra losanghe di luce

in un tempo che lento rimonta

279 ANGELI DI CARTA

gli occhi un po' stanchi vedo nel mio cielo volare gli angeli di carta di Rafael mi pare udirne il profumo i celesti canti

oh mi vengano in sogno queste creature fiammanti le fraterne ali a coprire le miserie degli umani

Rafael Alberti, poeta spagnolo – 1902-1999

280 LEVANTE

levante del cuore dove rinasci

la mente in espansione la tua empatia tutto un mondo che trasloca nel lasciare la casa del corpo

la penna tuo viatico vita a fiorire in un mare d'amore-endorfina

281 COME LO STELO

(Giovedì Santo)

primavera ha le mani piene di fiori ma come lo stelo il cuore mio si flette in arida aria

282 LE VELE

le vele le vele decantate dal visionario di Marradi sui verdi mari del sogno dove prende l'anima il largo

bianca schiuma ti spruzza chiarore selenico dipinge di poesia il cielo

Dino Campana, poeta, di Marradi – 1885-1932

283 SE SEGUI LA PISTA

raggio nella carne l'altro che di te preesiste

è avvolgerti d'ombra il suo ritrarsi se segui col lupo la pista del sangue

284 SENZA TITOLO

fine del giorno inargentata sul mare -negli ultimi guizzi di luce palpita il cuore delle barche

e la vita? si perpetua -la vita non può morire

impregnata fin nel verde dei frondosi rami casa degli uccelli

la casa è il secondo corpo -così strato su strato i malli dell'anima

questo mondo l'altro -da cui beve energia