Frasi sulla poesia “IL PECULIO DI LUCE” (a Simone Weil) di Felice Serino
IL PECULIO DI LUCE
(a Simone Weil)
1.
(occhi come laghi
a eco fremiti di vita)
ha mani che sfondano muri
di solitudine – amore
2.
germoglia grido di luce
da nuovo dolore
Felice Serino
Da Il sentire celeste, 2006
*
Tornano a te, come in un lago al centro della sua valle, gli echi della tua voce-dolore-di-tempo, di quando pronunciasti frasi o pensieri appena ieri, o tornano a te gli echi di chi, in un tempo più remoto, ti assomigliava nel suo “sentire”. Perché l'eco è un sentire che può arrivare dalle orecchie al cuore.
Queste sono le “mani che sfondano muri” (e anni), mani prolungate in gesti d'amore e alzate in inni di lode.
L'eco della “luce” sorge come un grido potente di vittoria che abbatte mura di Gerico (la preghiera “funziona” quando uno non dubita che otterrà quel che chiede, anzi sa già di averlo ottenuto prima che questo accada), che stronca le resistenze nemiche più volitive, che smaschera la “notte” con le sue abissali contrapposizioni del bene e con l'offerta lieta delle proprie pene.
E' così che Felice Serino si specchia negli occhi di Simone Weil (intravede il suo sorriso come una mano tesa), è così che Felice Serino si specchia nella vita piena.
Andrea Crostelli