LA VITA NELLE MANI DEL VENTO
palpebre d'aria
chiuse sulla disfatta del giorno
(depistate tracce
rotte smarrite
a insanguinare il vento:
ruotare del tempo
nella sua vuota occhiaia)
anse d'ombre
annegano il grido
dell'anima giocata a testa e croce
Felice Serino
Da Fuoco dipinto, 2002
*
Commento critico di Luca Rossi
Settembre 2000
Occorre tirare le somme e vedere la realtà per quella che è o per quella che è stata. La nostra anima, il nostro passato, non li possiamo cambiare.
Li abbiamo giocati al gioco del destino, apparso sempre così mutevole, come il vento che ora soffia in una direzione e subito dopo nella direzione opposta.
Un vento che corre lontano prima che il giorno finisce.
E ora che si fa sera si devono fare le proprie considerazioni, come palpebre che si chiudono alla disfatta del giorno.
Ma il giorno – la vita – è stato pieno di tante cose, di tanti avvenimenti, di un destino falsato, di una scelta che non si è trasformata in realtà (rotte smarrite, dice il poeta), che ha cambiato le sorti della
stessa e ha macchiato quel vento che porta oltre.
Restano le ombre, con le loro pieghe, con i loro risvolti che si accompagnano al grido di quella che è ora la realtà dell'anima che vuole tornare a essere se stessa, vita nelle mani del vento.