L’ora che dall’alto

l'’ora che dall’alto giungerà come un ladro ti troverà a mani vuote e cosa dunque gli offrirai se non lune lacerate dai cani della notte e capestri di nebbie nel delirio dei giorni e vomiti esiziali di una vita in perdita.

Giordano Genghini nel gruppo 100 amiche e amici in Facebook: Ho apprezzato moltissimo, Felice, questo tuo post (consistente in una lirica ampiamente ispirata, nella sua parte principale, a un passo evangelico che allude in sostanza, come anche tu fai, al fatto che la morte giungerà inattesa, “come un ladro”, – e il tuo passo si ricollega a Luca, 2. 35-40.). Oltre ad altri aspetti del post, ho gustato soprattutto le poeticamente sublimi ma angoscianti metafore in cui, dal verso “cosa dunque Gli offrirai”, rivolto a te stesso, al verso conclusivo, esprimi, attraverso la tua alta poesia, quello che tu definisci il bilancio “di una vita in perdita”. (Aggiungo, inoltre, che, però, il fatto che tu parli di te e della tua vita in questo modo dovrebbe in qualche modo confortarti- sempre secondo i testi evangelici, che in vari passi sottolineano come proprio coloro che si ritengono peccatori e considerano la loro vita “in perdita” saranno salvati, non coloro che presumono di essere i migliori, in quanto “chiunque si innalza sarà abbassato, chi invece si abbassa sarà innalzato” come afferma secondo Luca,, nel passo14,11). Ringrazio tutti gli iscritti che hanno espresso o esprimeranno il loro “Mi piace” a questo post e, più ancora, coloro che lo hanno in qualsiasi modo commentato favorevolmente, o che sono intervenuti su di esso nei commenti (o che lo faranno). Grazie soprattutto a te che hai donato il tuo post all’ammirazione di chi apprezza i post condivisi nel gruppo, e, dunque, anche alla mia ammirazione.