QUALE AMORE

(a cura di Luca Rossi)

nell'amore sai non c'è ricetta

che tenga: è buona regola giocare di

rimessa / vuoi

possedere l'oggetto d'amore e

resistere all'amore Quello-che-si

dona

tu cuore diviso tra cielo e

terra carne/amore non più che sparso

seme

[da Fuoco dipinto – 2002, edizione dell'Autore]

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Il nostro incurabile istinto di possedere, di assimilare nel senso più crudo del termine, è il mezzo attraverso cui passa gran parte della nostra esperienza estetica.

Noi ci abbracciamo premendo un corpo contro l'altro, e così riduciamo a zero quella bellezza umana che è fisica solo nel senso che la superficie del corpo è animata da uno spirito che il nostro tatto in quanto senso non può raggiungere.

(Dag Hammerskjold – da DIARIO – Vagmarken: Piste)

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La poesia sonda un territorio così vasto e profondo che potrebbe essere considerato la prima e l'ultima sfida dell'esistenza prima di giungere ai confini di una verità che renderà l'uomo finalmente libero dalle proprie passioni.

L'amore è confronto perché ci porta non solo a relazionarci con gli altri, ma anche a conoscere noi stessi, a metterci in gioco.

Quali comportamenti siano più indicati quando vogliamo che l'altra persona divenga per noi nessuno ce lo può dire, perché il cuore detta legge a un uomo nuovo che porta dentro di sé un sentimento forse mai sperimentato prima.

“Non c'è ricetta che tenga”, dice chi scrive.

Eppure ci può essere una sorta di “educazione”, capire che l'oggetto del nostro amore è dunque per noi e non nostro nel senso possessivo del termine.

C'è chi vorrebbe fagocitare, ingoiare questo amore perché non si dilegui e c'è invece chi mantiene le distanze per la paura di non essere corrisposti. Entrambi comportamenti sbagliati che la poesia non cerca di correggere ma solamente di sottolineare (vuoi / possedere l'oggetto d'amore e / resistere all'amore Quello-che-si- / dona).

Bisogna imparare a gestire le proprie passioni cercando una nuova linea d'orizzonte dove il cuore rimane libero di decidere (tu cuore diviso tra cielo e / terra carne/amore) sapendo che l'amore che vuole possedere è un amore che rende prigionieri, che soffoca, che non permette alcuna realizzazione, nessuna crescita.

Nutrire poi la terra con il proprio seme perché produca frutto, perché dia senso a questo bisogno di donarsi.

Liberi dall'incertezza che il cuore non sia una prigione dove rinchiudersi e dove rinchiudere, ma una terza terra di frontiera da esplorare in due, in ogni istante.

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