FORSE

Forse vorrei fosse diverso, tornare al tempo in cui pensavo a me e basta, ai miei bisogni, a voglie o tristezze, problemi o divertimenti: sicuramente erano tempi più semplici. Ora ho attese, sogni, speranze, ambizioni, mancanze ed emozioni che non dipendono più solo da me: c'è un noi che prevale e questo -si- mi spaventa a morte.

Forse a vita dovrei dire.

Però spaventa. Non dipendo più da me, l'entità nostra è più importante, ci sei tu nei pensieri e nei respiri, negli occhi e negli orgasmi e questo porta a sentire distanze di luoghi o tempo come lame fredde su cute gelida.

Ecco che mi ritrovo senza volere col bisturi a sezionare quel noi amico/nemico che accompagna pensieri di futuro con paure che non accada. Insolite paure per chi ha sempre visto e voluto giorni solitari come oasi di gioia ed ora legge di gambe e divani, scale e lenzuola scoprendosi diverso: le vorrebbe. Anzi, le vuole ma...si ferma... c'è la realtà, differente e complessa, cruda ma scelta, voluta e quindi assolutamente da rispettare: bisogna rimettere quel noi nei giusti confini e va bene così.

Sono le due, metto anche i neuroni nei confini del reale cioè notte-dormire, il problema è che c'è il rischio di un ulteriore uguale, notte-dormire-sognare. Eccomi fregato, ricomincio a vivere un noi che è da sogno e non reale.

Forse.