SAN

Scrivo in questo silente angolo almeno non verrò lapidato per aver nominato l'anticristo: Festival!

Pur non essendo un destro mi sono sempre ritenuto un sano medioman, il classico tipo seminazionalpopolare che purtroppo di questi tempi può essere assimilato al prototipo del fascio.

Ecco, proprio per non dare adito a dicerie mi trovo in netto dissenso con quella specie di manifesto giorgiano che è il brano di Cristicchi.

Retorica pura, becera e quasi nostalgica di “valori” strombazzati: è forse strano amare la propria madre? È un qualcosa da gridare? Premesso che in sé la canzone mi piace per il contenuto trovo sia quasi ignobile il contesto temporale e fattuale in cui è stata presentata.

No, non su RaiUno ammiraglia del MinCulPop, no, non nel programma di massimo ascolto.

Esattamente com'è accaduto ecco la strumentalizzazione da parte di quella rumenta che è l'attuale destra, le tiritere della famiglia populista e patriarcale (esatto, la madre descritta è da patriarcato feudale così come il figlio devoto) vengono a galla come escrementi, USANDO un bel sentimento PERSONALE per propaganda da due spicci.

Chi mi conosce sa, la realtà profonda è che il SENTIRE VERO non ha bisogno di proclami, viene vissuto sulla propria pelle e non mi si dica che “pubblicizzare” atti di SCONTATA bontà (ma cazzo, chi non ama i genitori!?) potrà servire come esempio.

Mi fanno ridere. Quelli che sguazzano nella famiglia poi fanno ANNEGARE madri e figli in mezzo alle onde oppure SMEMBRANO tristi nuclei familiari nel nome della RAZZA.

Ecco, fate schifo, voi e chi usa questa retorica nei momenti sbagliati.