Appunti sull'auto elettrica. Per fare innervosire gli scettici.

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Esercizio: cancellate dalla mente tutto quello che sapete sulle auto elettriche. Se lo avete fatto continuate a leggere. Altrimenti lasciate perdere e vivete bene lo stesso.

Lo dico perchè ho comprato una fantastica elettrica (sì, ho deciso di fare il gran passo). Una macchina totalmente elettrica. E da quando ho comunicato la mia intenzione e adesso che la “signorina” è con me ecco la curiosità e lo scetticismo, comprensibile ma fino ad un certo punto, di chi sulla materia ha le idee di alcuni fa. Giuste forse allora, non proprio adesso.

Lascio perdere chi mi porta gli esempi di Polo Nord o Foresta Africana. Condivido con loro come in quelle condizioni le esperienze di un motore elettrico possano incontrare difficoltà al di là delle ipotesi di progettazione. Porto però qui la mia esperienza concreta e, per quanto mi riguarda, traccio molto soddisfatto queste idee verificate e ferme.

-La macchina elettrica non è uno smartphone, da mettere in ricarica la sera per forza. “Come la ricarichi?” è la cosa che subito ti chiedono tutti. Beh... Ho un barboncino, gli ho attaccato una dinamo alle zampe di dietro e lo faccio correre per tutta la notte... è la mia risposta a bruciapelo. Seriamente: la ricarico quando faccio la spesa, quando sono fuori a cena, quando mi faccio una passeggiata lungomare... e mi sto attrezzando per una eventuale ricarica domestica, ma per ora non ne avverto la pressante necessità.

-E non è vero che bisogna aspettare sempre ore per la ricarica. Non sempre appunto: se usi la presa domestica schuko è sì necessario lasciarla diverso tempo. Qui l'idea di una ricarica notturna o nei periodi di non utilizzo è ottimale. Ora le macchine elettriche sono vendute con un cavo dotato di “wallbox mobile” integrata per cui ovunque è possibile allacciarsi senza il rischio di frittura della presa o di salto del contatore per eccessivo assorbimento. Di nuovo: alcuni anni fa era forse così, ora non più – al netto del cavo con Wallbox o installazione della medesima a monte della presa. Comunque sì, qui il tempo è lungo e non c'è molto altro da dire. Ma la cosa cambia con i diversi modelli di colonnine. Con il modello più diffuso, quella con il cavo di “tipo 2” la mia DR1.0 EV si ricarica in 2 ore. Con il modello a ricarica veloce, quella con il cavo integrato nella colonnina, ma che si inserisce comunque nella presa della mia vettura, la ricarica si completa in 35 minuti (in tale modalità costa un po' di più, vedi sotto). In questo caso è davvero il tempo di una spesa o di una colazione leggendo il giornale in santa pace.

-Costi di ricarica. Non posso dirvi riguardo il collegamento domestico. Aggiornerò questo post in merito dopo aver fatto una prova verificata. Per le colonnine classiche di “tipo 2” il costo è di 18/20 euro per una ricarica dal 20 all'80 per cento. Per le colonnine “fast”, il costo si aggira sui 25/27 euro. Non si paga bollo. Le batterie sono garantite 8 anni.

Inoltre con piattaforma come “Nextcharge” e “Chargemap” si accede alle colonnine di praticamente ogni gestore senza la necessità di portarsi dietro sette o otto carte e account di iscrizione, oltre ad avere la mappa aggiornata delle colonnine più vicine a dove ti trovi, del tipo di impianto, della possibilità – con Nextcharge – di poter prenotare l'attacco desiderato e le modalità di ricarica a disposizione, corredato da album foto e segnalazioni fatte dagli utenti.

-L'autonomia è un altro cavallo di discussione degli scettici (che appunto vanno a cavallo, o meglio cavalli). La mia DR1.0 EV fa 300 km. Sono quelli dichiarati dal costruttore (progetto italiano su matrice cinese dove anche la variante nostrana è comunque costruita). Sono quelli confermati dall'esperienza raccontata dal display al netto di quelli fatti da inizio ricarica a quanti ne restano prima dell'esaurimento della batteria. Numeri, non prospettive o proiezioni. Numeri. 300 km. Naturalmente quando me ne restano 30 in canna... provvedo alla ricarica. Come farei al momento dell'accensione della spia della riserva su motore termico. Ma questo vuole ribadire quanto detto all'inizio: non è che si arriva a sera agonizzanti di batteria come per uno smartphone. Io la ricarico ogni dieci, quindici giorni... non è giustificabile l'ansia da batteria.

don Diego