Energia, le fonti rinnovabili non bastano: in Europa cresce il rischio blackout

Si spegne il nucleare, ma le fonti green non crescono abbastanza velocemente. Il sistema elettrico è esposto alla fragilità della transizione verde

17 gennaio 2022 | di Jacopo Giliberto | ilsole24ore.com

Il vecchio non muore e il nuovo non può nascere, e in questo interregno i sistemi elettrici europei e quello italiano sono esposti alla fragilità della transizione verde. Al momento non sono in vista distacchi programmati o blackout (come quello avvenuto giorni fa a Berlino con centinaia di migliaia di persone restate al freddo per ore) ma il rischio è dietro l’angolo e gli esperti invitano alla prudenza per i prossimi mesi: dalle avvertenze del Copasir (il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica) approvate giovedì fino alle puntualizzazioni di uno studio di Alessandro Clerici del World Energy Council presentato in dicembre a un webinar dell’Entsoe, l’associazione europea delle reti di alta tensione, le indicazioni sono univoche. Attenzione alla “tempesta perfetta”, dicono.

La fragilità della transizione energetica

Anche le società elettriche consultate, le maggiori, confermano che l’attenzione deve rimanere alta ma non ci sono le condizioni di preoccupazione. L’importante, ripetono tutti, è che i fattori di rischio non si sommino. Se tutte insieme, le fragilità della transizione energetica da fragilità diventano crisi. Come nei cantieri sull’autostrada, la corsia d’emergenza del sistema elettrico europeo si è ristretta fino a scomparire del tutto.

Accade che si affiancano più fenomeni legati alla transizione verde. Le fonti rinnovabili d’energia, incostanti come il vento e ingovernabili come il sole, non crescono abbastanza velocemente. La Germania ha appena spento due reattori atomici e si affida a carbone e metano perché il contributo del vento è minore delle attese. È la siccità eolica (wind drought) che sta facendo impazzire le società eoliche del Mare del Nord. Le materie prime energetiche scarseggiano, non solamente il gas ma anche il litio per le auto elettriche e i sistemi di continuità, e in Serbia i comitati nimby protestano contro la miniera enorme che vuole aprire la multinazionale Rio Tinto.

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Il nucleare francese invecchia ed esige fermate di salute sempre più frequenti, fermate che potrebbero dare ricadute sulla disponibilità di corrente sulla linea d’importazione fra Grand’Ile-Rondissone (Torino). Si spengono le grandi e potenti centrali di una volta, come quelle a carbone, garanzia di inerzia e tenuta anche in caso di impazzimenti di tensione e frequenza della corrente, sostituite da una dispersione di tantissimi piccoli impianti, e diminuisce la stabilità dell’alta tensione. In attesa di batterie potenti che consolidino il sistema elettrico, si programmano centrali a gas.

Costi in crescita, investimenti paralizzati

Ciò porta un aumento accelerato dei costi, paralizza gli investimenti già pianificati nelle vecchie energie fossili, i cui ritorni sono lunghi decenni, e porta una possibile mancanza di adeguate risorse energetiche in futuro, «soprattutto se i grandi sviluppi nelle energie rinnovabili e nei vettori energetici non raggiungeranno in tempo gli ambiziosi obiettivi», avverte Clerici del World energy council. «E tale rischio potenziale, non solo per i prezzi, ma per la sicurezza e la qualità degli approvvigionamenti energetici, potrà avere seri impatti».

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