La battaglia dei brevetti

In molti chiedono di sospendere i diritti di proprietà sui vaccini, ma le aziende titolari e i paesi dove hanno sede si oppongono

British Medical Journal | Internazionale, 6 gennaio 2022.

L’accesso ai vaccini a mRna contro il covid-19 nei paesi a basso e medio reddito, che potrebbe salvare milioni di vite, dipende – almeno in parte – da una battaglia sui brevetti. È già successo: nel decennio in cui i primi farmaci per l’hiv rendevano l’aids una malattia gestibile negli Stati Uniti, altri paesi (come Sudafrica e India) dovevano rivolgersi ai tribunali internazionali per avere il diritto di produrne versioni generiche a prezzi accessibili. Il loro bersaglio era l Trips, l’accordo dell’Organizzazione mondiale del commercio (Wto) del 1994, che vieta di copiare le tecnologie sviluppate nei paesi avanzati e che è stato subito considerato un problema per la salute pubblica. L’India e il Sudafrica vinsero la causa. Nel 2001 la Wto rilasciò la dichiarazione di Doha, chiedendo “flessibilità” nella protezione della proprietà intellettuale per garantire che il Trips non ostacolasse gli sforzi contro i problemi sanitari nei paesi meno sviluppati. Quella dichiarazione è tornata al centro dell’attenzione a ottobre del 2020, quando l’India e il Sudafrica hanno nuovamente invitato la Wto a sospendere temporaneamente il Trips, stavolta per facilitare la produzione dei vaccini contro il covid-19. In questo caso non dovrebbero essere condivisi solo i brevetti sui vaccini, ma anche quelli sui loro componenti. Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha sottoscritto l’appello lanciato da più di sessanta ex capi di stato e cento premi Nobel per una sospensione dell’accordo. Ma dato che i vaccini a mRna si sono dimostrati molto efficaci e possono essere validi anche per malattie diverse dal covid-19, la Biontech e la Germania, dove l’azienda ha sede, non sono disposte ad accettare una sospensione che spianerebbe la strada alla concorrenza, per esempio di Cina e Russia. Secondo l’agenzia Reuters il valore della Biontech è tale che quest’anno potrebbe far crescere l’economia tedesca dello 0,5 per cento. La posizione di Berlino è pienamente condivisa dal governo britannico, che ha dichiarato: “Una rinuncia al Trips rischierebbe di minare la capacità dell’industria farmaceutica di rispondere alle crisi attuali e future”. Vickie Hawkins, direttrice esecutiva di Medici senza frontiere per il Regno Unito, non è d’accordo. “Sono stati gli enormi investimenti pubblici (più di sette miliardi di sterline per lo sviluppo e la produzione dei primi sei vaccini), non il sistema di proprietà intellettuale, a incentivare l’innovazione durante la pandemia”, ha scritto al primo ministro britannico Boris Johnson. Sospendere il Trips sarebbe il primo passo per fare in modo che i produttori dei vaccini “s’impegnino a trasmettere la tecnologia ai produttori dei paesi a basso e medio reddito, per aumentare e diversificare la capacità produttiva globale in modo da rispondere meglio alle esigenze di questa pandemia”. Dato che i brevetti sono concordati con i singoli paesi, alcuni esperti fanno notare che formalmente non esistono vincoli sui vaccini a mRna in nessun paese africano. Significa che per produrre questi vaccini nel continente non servirebbe un passaggio diretto di tecnologia da parte della Pfizer e della Biontech o della Moderna, perché “sul processo di fabbricazione sono disponibili informazioni sufficienti”, ha affermato Marie-Paule Kieny, presidente del consiglio d’amministrazione del Medicines patent pool di Ginevra e del comitato scientifico francese sui vaccini per il covid-19. Secondo l’ex ministro della salute tedesco Jens Spahn, più che i brevetti in sé il principale ostacolo all’espansione della capacità produttiva è avere “le competenze necessarie per realizzare vaccini complessi e delicati”. Questo è un tema più complicato. Zoltán Kis, ricercatore dell’Imperial college di Londra, afferma che nel settore non ci sono abbastanza esperti di fabbricazione e controllo qualità in grado di seguire la produzione questi nuovi vaccini. “Per un rapido trasferimento della tecnologia ai paesi a basso e medio reddito sarebbe necessario il coinvolgimento attivo di chi l’ha sviluppata”.

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