I veneti, votando fratelli d'italia, non vogliono più l'autonomia?
I veneti hanno sempre bramato l’autonomia. Un desiderio intenso, profondo, ancestrale, che ha un origine quasi antropologica. Purtroppo, sono sempre stati sedotti dalla narrazione leghista, anche quando essa era mendace, o quanto meno fumosa. Zaia riuscì a vendere pane vecchio, ammuffito, raffermo, come fosse un cesto di aragoste fresche. “Votando si al referendum sull’autonomia, il 90% delle tasse dovrà rimanere in Veneto”, disse. Una balla colossale, alla quale i Veneti credettero, visto che Zaia li illuse che i schei sarebbero rimasti a palate qui da noi, andando in massa a votare un referendum, che, come si vede a 5 anni di distanza, visti i risultati, era in realtà un gigantesco spot elettorale per Zaia stesso.
Perché era una balla? Perché l’autonomia differenziata, di cui ancora si discute, non è il federalismo fiscale. Se il federalismo fiscale prevede che le risorse prodotte da un territorio, rimangano nel territorio, l’autonomia differenziata prevede che alcune competenze (23 per la legge) si spostino da Roma a Venezia, a parità di spese storiche. Cosa vuol dire? Niente schei. Altro che il 90% delle tasse rimarranno in Veneto. Se, ad esempio, ci fosse l’autonomia, le scuole pubbliche venete avrebbero le stesse identiche risorse di adesso, con la sola differenza che a decidere non sarebbe Roma, ma Venezia. Così i programmi e la gestione del personale sarebbero in mano alla Donazzan, una che diceva che una persona transessuale è un demonio e che aveva portato a scuola la festa della famiglia tradizionale. Una garanzia di progresso.
Trasformerebbero la scuola come hanno trasformato la sanità? Con i contratti dei professori esternalizzati alle cooperative di turno, come nelle case di riposo? Non lo sappiamo, l’unica verità, nascosta dalla narrazione zaiana e dalla promessa di una marea di schei che ci avrebbe inondato, è che di schei non ne arriverebbero. Si sostituirebbe un centralismo romano, con un centralismo veneziano. Tutto il potere a Zaia, che con la gestione della sanità, la realtà insegna, non è stato esattamente un mago. Forse, è stato più uno stregone.
I veneti, a quanto pare dai sondaggi, hanno smesso di credere nella Lega ex Nord. Un terremoto, visto che la Lega è data al 14% e nel 2019 alle europee in Veneto prese quasi il 50%. Fratelli d’Italia sarà il primo partito al 30%, nel 2018 aveva preso il 4%. Evidentemente Fratelli d’Italia si è espressa a favore dell’autonomia. Se la Lega era per l’indipendenza ed è diventata nazionalista, Fratelli d’Italia era nazionalista ed è diventata autonomista. Sono i catch all party, i partiti piglia tutto: per vincere bisogna accontentare tutti, bellezza. Però Crosetto, quello che conta di più dopo la Meloni nel partito, ha detto: “L’autonomia dopo la crisi e il Presidenzialismo”. Considerando che per il Presidenzialismo ci vuole un iter di riforma costituzionale, una cosa lunghissima, è come dire “l’autonomia può aspettare”. Allora, i veneti si sono stancati della Lega o dell’autonomia?
Carlo Cunegato
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