La certezza sensibile

Hegel/ Testi

La certezza sensibile è il primo momento della Coscienza, la prima delle “figure” della Fenomenologia dello Spirito hegeliana.

Sulla base della concretezza del suo contenuto, la certezza sensibile appare immediatamente come la conoscenza più ricca, anzi, come una conoscenza infinitamente ricca: infatti, non ci sembra possibile porle né un limite esterno, nello spazio e nel tempo in cui essa si dispiega, né un limite interno, nella divisione in parti di un qualsiasi frammento di questa pienezza. Inoltre, essa appare come la conoscenza più vera, in quanto non ha ancora trascurato nulla dell’oggetto, ma lo ha piuttosto davanti a sé in tutta la sua integrità e completezza. Di fatto, però, tale certezza si rivela proprio come la verità più astratta e più povera. Il suo sapere si riduce soltanto all’enunciazione: “esso è”, e la sua verità contiene unicamente l'essere della Cosa. In questa certezza, da parte sua, la coscienza è soltanto puro lo o meglio: Io sono solo un puro Questo, e, analogamente, anche l’oggetto è solo un puro Questo. Io, questo, sono certo di questa Cosa, non perché Io mi sia sviluppato come coscienza e abbia messo variamente in moto dei pensieri, né perché la Cosa di cui sono certo avrebbe in se stessa, secondo una moltitudine di caratteri distinti, una ricchezza di rapporti, oppure perché sosterrebbe un insieme di molteplici comportamenti verso altre cose.

G. W. F. Hegel, Fenomenologia dello Spirito, a cura di Vincenzo Cicero, Rusconi, Milano 1995, I, 1, p. 169.