Trescogli

Piccole storie

Genio e sofferenza

Alan Turing, il cui nome completo era Alan Mathison Turing, è passato alla storia come uno dei pionieri dello studio della logica dei computer e come uno dei primo ad interessarsi all'argomento dell'intelligenza artificiale.

Turing ha ispirato i termini ormai d'uso comune nel campo dell'informatica come quelli di “Macchina di Turing” e di “Test di Turing”.

Alan nasce il 23 giugno 1912 a Londra da genitori entrambi impiegati in India per il governo reale inglese. Da piccolo fu un bambino solitario, con pagelle pessime e alle medie venne considerato l’ultimo della classe.

Alle superiori la madre ricevette una lettera del preside, che descriveva Alan come un ragazzo problematico. In realtà mostrò fin da piccolo uno spiccato interesse per la matematica e la scienza.

Interesse che condivideva con il compagno di classe Christopher Morcom. I due si scambiarono preziosi pensieri riguardanti la scienza e Alan ne rimase affascinato.

Quando Christopher morì di tubercolosi bovina nel 1930, Alan si chiuse in se stesso e divenne ossessionato dall’indagare diversi ambiti del sapere che potesse aiutarlo a trovare una risposta sulla fine del suo amato Christopher: biologia, filosofia, metafisica e persino logica matematica e meccanica quantistica.

Probabilmente per lui si tratta di un primo amore, concluso nella maniera peggiore.

L’anno dopo, nel 1931, ricevette una borsa di studio al King’s College di Londra dove approfondì la meccanica quantistica e la teoria della probabilità assieme a Ludwig Wittgenstein, logico austriaco.

Anche al college passò come un tipo bizzarro: è astemio, generalmente molto timido e affetto da leggera balbuzie, ma si appassiona al canottaggio che pratica con assiduità.

Nel 1934 si laureò con il massimo dei voti e nello stesso anno si trasferì alla Princeton University dove iniziò ad esplorare quella che poi verrà definita come la “Macchina di Turing” la quale, in altri termini, non rappresenta altro che un primitivo e primordiale “prototipo” del moderno computer.

L'intuizione geniale di Turing fu quella di “spezzare” l'istruzione da fornire alla macchina in una serie di altre semplici istruzioni, nella convinzione che si potesse sviluppare un algoritmo per ogni problema: un processo non dissimile da quello affrontato dai programmatori odierni.

Alla Princeton University studiò per due anni ottenendo infine un Ph.D. Alan aveva 24 anni quando pubblicò l'articolo “On computable Numbers, with an application to the Entscheidungsproblem” nel quale descriveva per la prima volta la futura “macchina di Turing”.

La sua “macchina” sarà una delle basi degli odierni computer: un ipotetico dispositivo informatico, uno strumento in grado di riconoscere le proposizioni matematiche indecidibili.

Lavora in base all’idea matematica che tutti gli algoritmi sono eseguibili da una macchina, ovvero può ragionare sul procedimento per provare se un teorema sia esatto o sbagliato, se viene dotata di tavole di istruzioni (gli odierni programmi).

Nell'estate del 1937 viene richiamato in patria a lavorare per il governo: la guerra è nell'aria, e lui è fra i 60 crittoanalisti assunti dal GCCS, ovvero la Government Code and Cypher School, a Bletchley Park nel Buckinghamshire. I primissimi anni della Seconda Guerra Mondiale sono durissimi a causa della supremazia tecnologica sfoderata dalla Germania.

Per trasmettere via radio le istruzioni militari, il governo nazista utilizza Enigma, una macchina di cifratura che cambia codice ogni giorno, quindi difficilissima da interpretare perché in costante mutazione.

A Bletchey Park vi era la località top secret di criptoanalisi, in cui si tentava di decifrare il codice. Decifrarlo significava avere accesso alle future mosse del nemico.

Turing era a capo del gruppo di ricercatori impegnati nella decrittazione. Turing e la sua squadra svilupano ricerche già svolte dall'Ufficio Cifra polacco con la macchina “Bomba”, progettata in Polonia da Marian Rejewskinel 1932 e ultimata nel 1938.

Basandosi su tali esperienze, Turing realizzò una nuova versione, molto più efficace, della bomba di Rejewski. Turing ed i suoi compagni lavorarono con uno strumento chiamato “Colossus” in modo veloce ed efficiente i codici tedeschi di Enigma e di quelli creati con la cifratrice Lorenz SZ40/42, perfezionamento della cifratrice Enigma.

Si trattava, essenzialmente, di un insieme di servomotori e metallo, ma era il primo passo verso il computer digitale.

Nel solo 1942 traducono quasi 39.000 messaggi al mese, per poi arrivare a un messaggio ogni 2 minuti. La chiave dalla quale partono sono i comunicati trasmessi al mattino quando si danno le prime indicazioni meteorologiche: la ricorrenza di alcuni termini permette di decifrare la chiave e di svelare il codice radio creato con Enigma.

Finita la guerra, nel 1945, viene assunto al National Physical Laboratory come Senior Scientific Officer dove lavora al suo progetto denominato Automatic Computing Engine – ACE.

Si tratta di un computer digitale multifunzione, ma il comitato dell’NPL pensa che la realizzazione pratica di questo progetto sia troppo onerosa e il modello iniziale viene ridimensionato a una versione più semplice e più economica, il Pilot Model Ace chiamato anche “cervello elettronico”.

Nel 1951 si trasferì all'Università di Manchester, dove lavorò alla realizzazione del Manchester Automatic Digital Machine(MADM).

Convinto che entro l'anno 2000 sarebbero state create macchine in grado di replicare la mente umana, lavorò alacremente creando algoritmi e programmi per il MADM, partecipò alla stesura del manuale operativo e ne divenne uno dei principali utilizzatori.

Sempre nel 1951 riceve un ulteriore prestigioso riconoscimento con l’elezione nella Royal Society ma da lì a un anno tutto finisce: durante le indagini per un furto subito in casa, emerge la sua relazione con un altro uomo e Turing viene accusato di essere omosessuale, che all'epoca è considerato reato penale.

All’inizio di gennaio del 1952 Turing approccia per strada Arnold Murray, un ragazzo senza mestiere di vent’anni più giovane di lui che inizia a frequentare la sua casa, puntualmente svaligiata il giorno 23 dello stesso mese.

Murray dice di sapere chi è il ladro, così Turing va alla polizia per denunciare il furto. Domanda dopo domanda salta fuori la relazione tra il giovanotto e lo scienziato, che ammette la sua omosessualità e per di più fa la considerazione di “non scorgere niente di male nelle sue azioni”.

Lui non nega il suo orientamento, e il 31 marzo 1952 viene condannato in via definitiva e deve lasciare tutti gli incarichi governativi.

In considerazione dei suoi meriti, può scegliere se fare due anni di carcere o subire la castrazione chimica, che consiste nell'assunzione di ormoni per 12 mesi; sceglie la seconda soluzione ma sviluppa una forma di depressione legata alla perdita di qualsiasi stimolo sessuale, inoltre sviluppa una crescita anomala delle ghiandole mammarie.

Viene trovato morto nel letto dalla sua governante il 7 giugno 1954 qualche giorno prima di compiere 42 anni.

L’inchiesta stabilisce che l’uomo è deceduto il giorno prima per aver ingerito cianuro di potassio. Sul suo comodino, come sempre, ci sono l’orologio e una mela smangiucchiata a metà.

Per (quasi) tutti è suicidio: Turing ha siringato nella mela una bella dose di cianuro e se l’è mangiata prima di addormentarsi per sempre. La mela però non viene analizzata, tanto sembra evidente che sia quello il mezzo scelto dallo scienziato per farla finita.

Non si fanno ulteriori indagini sul movente del possibile suicidio, sulle cause di un eventuale incidente o ipotesi su un eventuale omicidio.

La teoria del suicidio fa più comodo alle autorità britanniche, mentre la madre e il fratello di Turing insistono sulla morte accidentale, per inalazione di vapori di cianuro durante uno dei tanti esperimenti che lo scienziato conduce nel laboratorio di casa sua.

C'è anche l’ipotesi di un’eliminazione di Alan da parte dei servizi segreti inglesi, o americani dato la quantità di informazioni riservate in suo possesso e in qunato omosessuale e quindi facilmente ricattabile, lui che conosce segreti di fondamentale importanza per la sicurezza nazionale.

Alan amava correre la maratona e se non riesce a partecipare alle olimpiadi del 1948 è solo perché ha un infortunio; gira sempre in bicicletta e in primavera, lui che è allergico al polline, indossa una maschera antigas.

Gli piacciono i pupazzi di peluche e ama canticchiare le canzoni del film Biancaneve e i sette nani, in cui c'è quella dove la strega intinge nel veleno la mela destinata alla odiata figliastra.

E' nota la sua abitudine di mangiare una mela prima di addormentarsi. Elementi utili a una messainscena e a “cancellare” un personaggio scomodo e di un intelligenza fuori dal comune.

Alan non sopportava le conversazioni frivole, senza un vero contenuto, anche se un giorno ha un’interessante discussione con un bambino a proposito della possibilità che Dio potesse prendersi un raffreddore se mai avesse deciso di sedersi per terra.

E dopo processo e umiliazioni forse Alan decide che ne ha abbastanza di tutto e di tutti e sceglie di andare a sedersi da qualche parte per terra con Dio per scoprire se si sarebbe preso il raffreddore?

Note: Il logo Apple ed Alan Turing Sembrerebbe che la mela della Apple sia un riferimento al matematico, anche se la società non ha mai confermato tale supposizione.

The Imitation Game: il film sulla vita di Alan Turing The Imitation Game è un film uscito nelle sale nel 2014, diretto da Morten Tyldum, con Benedict Cumberbatch nei panni del protagonista. Questa pellicola prende spunto dalla biografia del matematico gay, pubblicata nel 1983 ed ha vinto l’Oscar per la migliore sceneggiatura.

La riabilitazione di Turing dopo la morte Il 10 settembre 2009, il Primo Ministro Gordon Brown presentò le scuse ufficiali del governo britannico alle torture e alle umiliazioni subite da Alan Turing per la sua omosessualità. Nel 2012, la Royal Mail dedicò un francobollo alla sua memoria, in occasione del centenario della sua nascita. Nello stesso anno, un gruppo di scienziati chiesero la grazia per Turing. Infine, il 24 dicembre 2013, la Regina Elisabetta II ufficializzò la grazia postuma.

L'incantatrice dei numeri

Ci sono figli di personaggi famosi che sono rimasti sconosciuti o che hanno vissuto di gloria riflessa del genitore famoso. Non è il caso della protagonista di questa storia che, al contrario, è divenuta famosa senza alcun aiuto e solo per la sua intelligenza e capacità.

“Per quanto io possa comprendere bene, ciò che capisco può essere soltanto una frazione infinitesimale di tutto ciò che voglio comprendere”. Sono parole di Augusta Ada Byron, contessa di Lovelace, meglio nota come Ada Lovelace.

Ada nasce nel 1815, ed è figlia di Anne Isabella Milbanke, matematica e di Lord George Byron, poeta molto conosciuto in tutto il mondo, che quando lei ha appena un anno va via di casa e non avrà con lei alcun tipo di relazione.

Nel 1829, a causa del morbillo, Ada rimase paralizzata e costretta a rimanere a letto per quasi un anno. Solo nel 1831 tornò a camminare con l’aiuto di grucce.

Una madre violenta e che non fa altro che ricordarle che “Tuo padre è scappato proprio perché sei nata tu” e fece ogni sforzo per orientare la sua educazione verso la matematica, terrorizzata dall’idea che potesse dedicarsi alla poesia e seguire le orme paterne.

Il rapporto con la madre va di giorno in giorno deteriorandosi, anche per via delle continue bugie che la donna le racconta e per le botte.

Un giorno schiaffeggia Ada per una sciocchezza, un'altra volta le dà uno strattone al braccio così forte che i lividi le restano per una settimana.

Passano gli anni e Ada cresce, ma il senso di colpa non la abbandona. Le domande nella sua testa si moltiplicano, ma non le rivolge più alla mamma.

Da sola, si sforza di capire come funziona il mondo, come sono i rapporti tra le persone, e perché alcune famiglie sono unite e felici e altre invece no. Diventa una brava osservatrice, Ada. Molto curiosa e in grado di capire velocemente i fatti e le situazioni che si trova davanti.

I libri sono i suoi compagni preferiti. È lì che cerca le risposte, soprattutto in quelli di scienza e matematica. Ada cresce, la casa è piena di libri di matematica, cerca nei numeri quell'equilibrio, quella tranquillità e quella stabilità emotiva che le mancano.

A otto anni completa uno studio sulle abitudini della sua gatta, a dieci progetta un sistema che dovrebbe permettere al cane di volare, a undici si mette ad osservare il moto di Giove in cielo, esattamente come ha fatto Galileo.

Ma i problemi più grandi da risolvere non sono quelli legati ai numeri, purtroppo.

A 17 anni Ada riceve lezioni di matematica da Mary Somerville – una scienziata e divulgatrice autrice di libri adottati dallll'Università di Cambridge e discussi alla Royal Society, istituzioni a cui le donne allora, peraltro, non avevano accesso.

Nel 1834 Ada incontra il matematico Charles Babbage a una festa nei salotti londinesi dove si riuniva la crème del mondo scientifico.

Ada si incuriosì in particolare quando Babbage mostrò agli invitati la macchina differenziale alla quale stava lavorando, uno strumento meccanico capace di risolvere ogni tipo di funzione polinomiale sfruttando il metodo delle differenze finite.

Il matematico venne colpito dall'intelligenza della giovane e così i due iniziarono a collaborare a distanza, nonostante i 24 anni di età che li separavano.

Tra il 1842 e il 1843 sviluppa un algoritmo per il calcolo dei numeri di Bernoulli che, se tradotto in un linguaggio di programmazione, funzionerebbe su un moderno computer.

Ada ha scritto il primo esempio di software pensando alla Macchina Analitica progettata e mai realizzata da Charles Babbage, una calcolatrice meccanica, con l’architettura dei moderni calcolatori elettronici (memoria, unità di calcolo e di controllo, dispositivo di input/output) che sarebbero stati introdotti, per altra strada, solo fra gli anni Trenta e Quaranta del Novecento.

Ha intuito con lucidità le potenzialità della macchina che ancora non esisteva, e compreso, se non meglio di Babbage in modo diverso, come potesse essere usata per operare non solo con numeri, ma con simboli anche astratti, fossero algebra o musica.

Ada è' circondata da relazioni familiari complicate e situazioni più grandi di lei, ma questo contribuisce a renderla una donna forte e detreminata a cambiare la propria vita. Per prima cosa, decide che è arrivato il momento di sposarsi, e lo fa, nel 1835, con un uomo che la corteggia appassionatamente, un certo William King Noel, conte di Lovelace. Ne prende il nome ed ecco 'nascere' Ada Lovelace.

Qualche anno dopo, nel 1837, Babbage presentò il suo nuovo progetto: una macchina analitica fondata su un sistema di schede perforate (su modello di quelle usate nel telaio di Jaquard) capace di svolgere qualsiasi operazione.

Ada sostenne l'idea di Babbage, approfittando dell'occasione per avviare con lui una collaborazione più stretta. Dopo la presentazione del progetto di macchina analitica a Torino, nel 1842, l'ingegnere e matematico italiano Luigi Menabrea scrisse un articolo sul suo funzionamento.

Babbage propose ad Ada di tradurlo, consentendole anche di aggiungervi alcune note personali. Il risultato fu una serie di commenti illuminanti sullo scopo della macchina – che secondo Ada avrebbe potuto elaborare anche informazioni non numeriche – e sui limiti dell'intelligenza artificiale, pubblicati su “Scientific Memoirs” nel 1843.

Nella “Nota G” alla famosa traduzione, la Lovelace ideò e descrisse un algoritmo (una serie finita di istruzioni per risolvere un problema) che doveva permettere alla macchina analitica di calcolare un elemento della serie dei numeri di Bernoulli senza dover calcolare i suoi precedenti.

A partire da una funzione definita da Babbage, Ada riuscì quindi a sviluppare il primo programma per un calcolatore: il primo esempio di software della storia. Fu la scoperta più innovativa della scienziata, che gettò le basi della moderna informatica.

Ada è diventata una delle donne più famose d'Inghilterra, e anche in tutta Europa la stimano per il suo indiscusso talento nel campo della matematica. Da parte sua, però, non si definisce solo “matematica”: usa parole come “analista e metafisica”.

Man mano che il lavoro con Charles va avanti, ottiene risultati sempre più incredibili, ed è proprio lei che si accorge di avere di fronte un nuovo oggetto che presto cambierà le sorti del mondo.

Ne parla come “una macchina capace di essere uno strumento programmabile, con una intelligenza simile a quella dell'uomo”. In un diario scrive anche di non ritenere plausibile che la macchina in questione “possa divenire con il tempo una macchina pensante, però ci arriverà vicino”.

Alla fine del libro inserisce un nuovo algoritmo per il calcolo dei numeri di Bernoulli (cioè serie di numeri calcolate da un matematico svizzero, che sembrano molto complicate ma in realtà servono a risolvere problemi ancora più complicati).

L’algoritmo di Ada viene oggi riconosciuto come il primo programma informatico della storia. Da quella sua traduzione Alan Turing, il celebre matematico inglese alla cui vita è ispirato anche film premio Oscar 'The imitation game', prenderà l’ispirazione necessaria per costruire il primo computer.

Colpita da un cancro all’utero all’età di 36 anni alla stessa età in cui era morto il padre. Passò il suo ultimo anno di vita controllata da sua madre che le tenne lontani amici e confidenti e la persuase ad affidarsi alla religione.

Lei, convinta materialista che aveva sempre perseguito i lumi della razionalità, fu in totale balia della volontà di sua madre che ne divenne anche l’esecutrice testamentaria. Dal 30 agosto del suo ultimo anno di vita perse il contatto con suo marito, dopo avergli confessato qualcosa che lo spinse ad abbandonarla: non è nota la natura di tale confidenza, ma si ipotizza che potesse trattarsi di adulterio.

Fu seppellita accanto al padre, Lord Byron morto quando lei aveva 8 anni e che non aveva mai frequentato, nella chiesa di santa Maria Maddalena a Hucknall (nel Nottinghamshire), dietro sua richiesta.

Ada Lovelace è l'esempio di una delle tante donne che dedicano la loro vita alla scienza e alla ricerca ma, come tante altre, il suo contributo è stato a lungo ignorato e sottovalutato.

Note: Nel 1979 il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, per unificare i linguaggi di programmazione da impiegare sui propri sistemi, finanziò lo sviluppo di un nuovo linguaggio, chiamato poi Ada in suo onore.

Nel 1991, presso lo Science Museum di Londra, viene costruita per la prima volta l’intera macchina di Babbage.

Ada Lovelace è il nome dell'architettura per chip GPU di Nvidia di prossima produzione.

Michele magno, saggista: “Preferiva, è vero, gli algoritmi alla poesia, ma la sua scelta – sostiene Holt – si fondava su un'idea altamente romantica del proprio genio, in perfetto stile byroniano. Anche lei era probabilmente “matta e cattiva”, come suo padre fu definito dall'amante Carolyne Lamb. Giocatrice d'azzardo patologica e sfrenata cocotte, tendeva all'isteria e spesso era stordita dall'oppio. Dopo la traumatica separazione dal marito, lady Byron le impose un'educazione a base di somme e divisioni. E, per raffreddarne le passioni adolescenziali, la obbligò a studiare un manuale in sei volumi di Euclide.”

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