LA MEMORIA DELLA CARTA.

Un uomo sta leggendo un libro. Forse un'avventura di esploratori tra i ghiacci, forse un manuale di fisica quantistica, forse una raccolta di favole per bambini. Non importa, è un libro qualsiasi. A un certo punto, si accorge che è tardi: deve smettere di leggere, per fare altre cose (cucinare, andare a prendere suo figlio a scuola, oppure è solo stanco e vuole guardare la televisione, anche questo non è importante). La cosa importante è il gesto che sta per fare per “tenere il segno”, per tornare in fretta al punto in cui è arrivato a leggere quando, nel prossimo futuro, riprenderà la lettura: prima di chiudere il libro e tornare alla sua vita, prende fra le dita l'angolo superiore della pagina e lo piega verso l'interno. La carta ha una sua memoria. È una memoria fisica, tattile, eterna. Lo sa bene chi pratica l'arte degli origami: una volta che la carta viene piegata, quel segno, quell'increspatura sulla superficie che fino a poco prima era liscia e immacolata, quella cicatrice lineare rimarrà per sempre. Si può cancellare un segno di matita, se la mano non è stata tanto pesante da scavare un solco con la punta di grafite, ma una piega non si cancellerà mai, per quanti sforzi si possano sprecare. Quindi, la carta ha una sua memoria. La materia cartacea è uno degli elementi che abbiamo ogni giorno sotto gli occhi: è ovunque, e per questo passa inosservato. Eppure, se solo ci si soffermasse un momento a soppesarne la sua essenza, il suo significato intrinseco, avendo consapevolezza della sua millenaria esistenza, potrebbe (o meglio, dovrebbe) essere oggetto di maggior devozione e rispetto. L'affascinante processo della sua fabbricazione racconta che ci fu un tempo in cui la carta, anche quel frammento di vecchia busta usata per annotare velocemente la lista della spesa, è stata qualcosa di vivo, di verde, di clorofillaceo. Una creatura che riempiva il mondo di ossigeno. E ora? Ora che la creatura è stata mutata in un sottilissimo foglio di cellulosa pressata ed essiccata, essa vive ancora, è un essere senziente, e ancora assolve l'incarico di diffondere ossigeno nel mondo: un ossigeno diverso, molecole di inchiostro organizzate in lettere e numeri, parole, verbi, frasi, concetti, racconti, storie e discorsi. Libri. Stampati sulla carta (o sul suo succedaneo digitale, comunque imitazione elettronica della carta), tali concetti e racconti hanno la possibilità di suscitare emozioni, infiammare animi, tramandare millenni, creare e abbattere intere civiltà. Ed esattamente come l'ossigeno che la clorofilla produce dall'anidride carbonica, le idee, i concetti e i racconti scritti sulla carta hanno il potere di restare, per essere letti da più e più occhi, per inebriare le menti (o ingannarle), nutrirle e infondervi vitalità, e come l'ossigeno sono anche altamente infiammabili. L'uomo che ha piegato l'angolo della pagina, in un gesto quotidiano e dissacrante, inconsapevolmente triangola la memoria fisica della carta, per aiutare la propria, che è labile e fallace, a ritrovare il giusto passo della memoria d'inchiostro, nel lungo viaggio che si percorre leggendo un libro.