NOVITÀ SU NOVITÀ SU NOVITÀ.

La fretta e la velocità sono nemiche dei libri, della scrittura e della lettura. I libri hanno bisogno di essere notati, sfogliati, essere visti. Essi hanno una propria vita, che è fatta di tempi lunghi, che non sono i tempi delle case editrici, delle vetrine delle librerie e dei distributori. Il tempo dei libri è il tempo quasi fermo delle parole sulla pagina.

Siamo in un momento dell'anno, i mesi estivi, in cui gli arrivi delle novità editoriali si diradano piano piano. Torneranno in massa a settembre, prepotentemente, in previsione del Natale. Fino ad ora, però, ogni settimana i corrieri hanno fatto la fila davanti alla porta della libreria per consegnare scatoloni e scatoloni, vere cornucopie di nuovi titoli: narrativa, saggistica, libri per ragazzi, manuali, umorismo, gialli, thriller, romanzi rosa, albi illustrati per bambini, poesia, attualità, filosofia, eccetera eccetera eccetera. Una buona dose di tutta questa “merce” è un prodotto quasi inutile, poco curato nella veste editoriale e nei contenuti, paccottiglia dalla vita brevissima. Si calcola che in Italia si pubblicano mediamente 240 titoli al giorno. Duecentoquaranta. Al giorno. Naturalmente le librerie, specialmente le librerie indipendenti, sono costrette a fare una strettissima selezione dei libri da tenere a scaffale. Una selezione che terrà conto dell'importanza e della “vendibilità” di un testo, determinate dalla sua qualità, dai gusti della clientela abituale, dall'argomento che quel libro andrà a coprire, e così via. Questa selezione, nella maggior parte della fornitura, viene fatta dai librai mesi prima della pubblicazione, spesso avendo per ogni libro solo una scheda promozionale riassuntiva, una copertina provvisoria e una roboante presentazione da parte dei promotori (“Il nuovo Stephen King!”, “Centinaia di migliaia di copie vendute in Spagna!”, “Un grande thriller!”, “Presto la serie Netflix”, ecc...). Dopo 3 o 4 mesi, quando ormai ci siamo dimenticati di aver prenotato il nuovo Stephen King, ecco arrivare lo scatolone con il cosiddetto “lancio novità”. E capita che, rigirandoci il “grande thriller” tra le mani, ora trasformato da scheda promozionale a oggetto fisico ben definito, sfogliabile e valutabile nel suo pieno valore editoriale, ci domandiamo per quale motivo ne avevamo prenotato ben 3 copie. E poi ci ricordiamo della presentazione, considerando le aspettative infrante e sperando di venderne almeno una copia.

E poi ci sono titoli (molti interessantissimi) di emeriti sconosciuti che non fanno in tempo nemmeno a essere mai aperti, e annegano in un mare di altri volumi più recenti, più rutilanti, più facili, più famosi, più tutto. Così, dopo un breve periodo, il libro non più nuovo viene sostituito in vetrina da novità più recenti, passa all'interno della libreria, e dall'espositore interno poi passerà allo scaffale. La sua colorata copertina scomparirà alla vista e di lui si vedrà solo la costa con il titolo, l'autore e il piccolo logo della casa editrice. E avrà possibilità di essere venduto, prima di essere inesorabilmente reso, solo se qualche lettore avrà la pazienza di stare un po' di tempo tra le mensole e i ripiani, di curiosare negli angoli bui, di scorrere i volumi, di sottrarli alla polvere, di farli parlare, di interrogare la quarta di copertina e di farsi rapire. Il tempo dei libri è il tempo quasi fermo delle parole sulla pagina.

Oppure il libraio lo leggerà e, se gli sarà piaciuto, lo consiglierà ai clienti sperduti tra gli scaffali.