Uroboro

...che ricominciano dall'inizio dopo aver raggiunto la propria fine

Hendrik Christian Andersen non era un comune artista. Hendrik Christian Andersen era un Essere Umano con il senso del progresso e della società civile nel sangue. Non c'è una sola opera di Andersen che non sia protesa verso l'alto e in avanti; slanciata verso un futuro prospero e basato sul progresso ma mai brutale, mai industrializzato al punto da snaturare la bellezza della cultura.

La scultura di Andersen, i dipinti e gli scritti dimostrano una grande passione per opere grandiose, monumentali e di ispirazione classica, che Andersen credeva stimolasse nell'osservatore un desiderio di automiglioramento. Gran parte del suo lavoro è stata svolta come preparazione al progetto di una perfetta World city, la “Città-Mondiale”, colma d'arte, e che avrebbe motivato l'umanità a perseguire uno stato quasi utopico.

Gli uomini e le donne scolpite da Andersen sono sempre gioiose, spesso accompagnate da neonati da indicare il futuro. La visione slanciata in avanti è mischiata a corpi flessuosi e al tempo muscolari. È un artista stupendo, davvero raro ed è incredibile poterne apprezzare la bellezza.

Oltre l'orbita di Giove

Dopo aver completato il romanzo Redshift, volevo qualcosa che fosse all'altezza (e non è cosa facile credetemi). Mi sono in battuto in “Oltre l'orbita di Giove” quasi per caso e devo dire che mi sono ritrovato a leggere qualcosa di molto diverso rispetto a Redshift ma ugualmente piacevole.

Si tratta di una piccola “Odissea” perchè il nostro eroe si troverà a viaggiare in lungo e in largo per lo spazio ma il tutto è condito con una caratteristica non comune: un sarcasmo con cui l'autore condisce tutto il romanzo, piacevole da leggere al punto che talvolta vi strapperà proprio dei sorrisi.

Il romanzo scorre via che è una bellezza e amerete i personaggi e i ritmi avventurosi che l'autore riesce a regalarci.

Redshift

Sicuramente quando Urania ha deciso di pubblicare questo romanzo sapeva che non sarebbe stato per tutti: Redshift non è per tutti. La storia è apparentemente molto chiara e lineare: c'è un'astronave che viene presa d'assalto e un membro dell'equipaggio deve ristabilire l'ordine. Ricorda, per certi versi, l'AT-2 non risponde (altro meraviglioso romanzo che raccomando). Tuttavia in Redshift le cose sono realmente complicate perchè la nave è assoggettata a molte regole di relatività e quindi l'esperienza di vita è fortemente alterata. Dai colori, alla velocità, agli effetti di fisica, tutto segue regole legate alla teoria della relatività e ciò rende particolarmente intrigante leggere il romanzo.

L'autore sfoggia un'abilità che, credetemi, non ho trovato in tanti altri scrittori e, nonostante la sua bravura, a volte avrete difficoltà ad immaginare la situazione. Ciò è dovuto all'enorme particolarità del romanzo ma non sento di farne una colpa all'autore. Ecco perchè secondo me Redshift non è un romanzo per tutti, perchè è richiesta una voglia di capire, di approfondire e di immaginare leggermente superiore rispetto ad un libro normale. Ciò detto vi immergerete in una storia piena di intrighi, colpi di scena e ambientazioni meravigliosamente descritte.

Oggi a Roma diluvia. La mia malinconia passeggia con le mani dietro la schiena per le stanze di casa. La vedo sconfortata:

-Così è troppo facile. -Cosa è troppo facile? – Le chiedo. -Mal tempo, cielo grigio, tu a casa da solo. Insomma vorrai rendermi la vita un po' più complicata. Prova a divertirti no? Così almeno posso venire a disturbarti. -Fottiti, vado a fare colazione. -Ma è mezzogiorno. -Appunto!

Lo senti lo spazio? Lo senti il mondo intorno a te? A volte a me sembra di poter udire la vita nella sua grandezza. Un'immensa forza che mi travolge e mi lascia in mezzo ad un mare d'incertezza. Che cosa posso fare se non aver cura di me stesso cercando di sopravvivere?

Sopravvivere...sopravvivere è difficile. Vivere è quasi impossibile a volte.

Natale, è quasi Natale ed io odio questa festa ma forse questo sarà un Natale differente. Una festa “comandata” in cui tutti “devono” essere felici, ci si aspetta che lo siano, che facciano sorrisi, che scambino regali, che dicano frasi generiche come “Buon Natale”....“A te e famiglia” e invece...

...ma chi la conosce la tua famiglia, ma chi vuole il tuo bene se prima non riesco a volermene io. Il Natale è una stortura sociale, anche perchè come tutte le feste comandate è limitato da una parentesi che termina il 6 gennaio. Dopo quella data siamo legittimati tutti a prenderci a parolacce e ad insultarci alle spalle: ma che festa è il Natale? Che festa è?

Riuscire a meditare sul proprio destino con questo tempo è pressoché difficile. Colpa anche della Lindt al pistacchio…che delusione.