Primissima tappa del viaggio: Porto

Arrivo nella seconda città del Portogallo di pomeriggio, con un tipico volo lowcost: vendita a bordo di profumi e gratta & vinci, sedili che non si possono abbassare, aereo al limite della capienza, gente che applaude all'atterraggio, insomma, tutto quello che si addice a un Ryanair.

Giunto a destinazione, l'aeroporto è il non-luogo per eccellenza. Stazione di periferia, forse anche complice il giorno festivo, è un po' tutto chiuso, scarsa segnaletica, nessuno a cui chiedere. Dopo alcuni minuti di perlustrazione (in realtà ci ho messo un po' a capire come uscirne), riesco a trovare la metropolitana, che con calma fiacca mi porta in centro. Pioviggina, vedo la condensa sui miei occhiali appannati, ma nonostante tutto riesco ad arrivare all'ostello.

Avevo in mente di uscire a conoscere un po' la città, ma la pioggerellina melanconica mi suggerisce di rimanere al calduccio dietro la finestra della mia stanza, una camerata da 8 persone in cui sembra esserci solo una ragazza, con la quale scambiamo un freddo saluto di circostanza.

Scendo in sala da pranzo deciso a conoscere un po' l'ambiente. Ascolto che al di là della parete, in cucina, qualcuno mette a confronto i supermercati nei paraggi. “Questo è per la gente ricca, io vado sempre all'altro. Ho comprato un sacco di cose con 3 euro”. Ascolto incuriosito, e affamato, perché sono le 5 di pomeriggio e non ho ancora pranzato. Mi intrometto nella discussione e chiedo indicazioni; poi esco, raggiungo il supermercato e faccio incetta di cosette sfiziose e nutritive, tutto rigorosamente vegano. Nella mia spesa spicca una vaschetta da un chilo di kiwi, un pacco di pasta in offerta, anch'esso da chilo, e delle rape rosse già cotte. Torno contento in ostello e seduto in sala da pranzo faccio man bassa dei kiwi con grande soddisfazione.

Accanto a me: un portoghese, un'argentina e un'estone. Parlano di musica, la ragazza estone è musicista. Il portoghese sembra ci stia provando con lei, ma in modo distaccato e poco invadente. La ragazza argentina segue in silenzio la conversazione tra gli altri due. Un po' per curiosità, un po' per nostalgia del continente latinoamericano, attacco bottone. È un'insegnante di inglese di Buenos Aires in fuga dall'inverno dell'emisfero australe. Mi parla dei suoi programmi per i prossimi mesi, dei suoi studenti, delle sue lezioni e di come ama le lezioni a distanza.

Si fa una certa. L'antipasto agrodolce ha fatto il suo corso ed è ora di pensare a qualcosa di più sostanzioso. Scopro che anche il portoghese è vegano e sta per mettersi ai fornelli. Gli propongo di preparare qualcosa insieme e dopo qualche minuto c'è una cipolla affettata vittima del mio coltello e una zucchina anche lei moltiplicatasi in diverse decine di cubetti. L'olio sfrigola. Vi ci cade la cipolla, destinata ad appassire mentre imbiondisce, accompagnata dalla cucurbitacea suddetta e da dei salsicciotti di tofu incredibilmente somiglianti ai vaghi ricordi che ho dei loro omologhi a base di “carne”, tra virgolette. Dopo circa un'ora scoprirò l'ingrediente speciale dei salsicciotti è “l'aroma fumo”, un additivo alimentario molto usato negli insaccati. Ecco perché mi sembrava familiare. Scolo la pasta, servo per due. Buon appetito.

Seduti a tavola la conversazione continua ancora un po', poi prevale il sonno, complice anche il cambio d'orario. Saluto il popolo e mi ritiro tra le mie coperte.

Non ho visto niente di Porto, nell'unico pomeriggio a disposizione per visitare la città, però pazienza, ho trascorso una serata piacevole in cui ho conosciuto diverse persone nuove. Ho anche rimediato un numero di telefono e un invito ad andare in Argentina, il che combacia con i miei programmi.

Il mattino successivo comincia relativamente presto. Colazione a base di mela, biscotti tipici e tè di tiglio, in un ostello silenzioso che dorme ancora. Poi le prime anime cominciano ad apparire. Check-out e via verso la stazione dove devo prendere un autobus per Lisbona. Faccio in tempo a fare una passeggiata, a scattare qualche foto ad una città promettente e sconosciuta, coperta da pesanti nuvole grigie che ogni tanto lasciano cadere qualche scroscio d'acqua. Infine l'autobus arriva. Verde pisello nuovo di zecca. È ora di salire a bordo. Ciao Porto, spero di tornare per conoscerti meglio.


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