Tuqtuquilal, Lanquín, Guatemala

Qualche giorno fa sono stato a Tuqtuquilal (@tuqtuquilal). Il posto è un'oasi di pace vicino a Lanquin, in Alta Verapaz, Guatemala. Sono tante le cose che mi sono piaciute: la qualità dell'aria, dell'acqua, la bellezza della natura, la valle con il suo pendio che scende sotto i tuoi piedi e risale dall'altro lato del fiume creando così una visuale estremamente gradevole per ogni momento della giornata. Mi sarebbe piaciuto passare lì molto più tempo, ma l'incombere del viaggio di ritorno in Italia mi ha obbligato ad abbandonarlo dopo solo 5 giorni.

Ecco qualche parola su ciò che mi è piaciuto di più stando lì:

L'aria. Prima di descrivere l'aria bisogna fare una piccola premessa. Se in Italia stiamo uscendo dalla pandemia e praticamente tutti vanno in giro senza mascherina, quando si trovano all'aperto, in Guatemala non è così: la diffusione del virus è assolutamente fuori controllo e vige ancora l'obbligo di uso della mascherina in qualunque situazione pubblica: per strada, nei mezzi pubblici, nei mercati e supermercati e nei luoghi pubblici. In Alta Verapaz sembra esserci un'eccezione. Forse perché i messaggi diramati dalla capitale stentano ad arrivare e a farsi accettare, forse perché la popolazione è più giovane e quindi meno esposta al rischio, forse perché lo stile di vita meno contaminato dalle influenze occidentali crea una popolazione più forte e resistente alle patologie, fatto sta che l'impressione comune è che ci siano meno casi di contagio che nel resto del paese. Detto ciò, l'aria è quella dei boschi tropicali, dell'azzurro del cielo e del verde della vegetazione fulgida, clima caldo di giorno e fresco in serata, eppur sempre piacevole. Aria pulita, limpida, celestiale.

L'acqua. Elemento iper-rappresentato a Tuqtuquilal, ne ho goduto la sua purezza e vitalità. L'acqua che si beve è della sorgente, così come l'acqua che esce dai rubinetti e dalle docce (che sono riscaldate con pannelli solari). È acqua viva anche quella del fiume che scorre al fondo della valle (río Lanquín), a pochi metri dall'ingresso principale; e anche quella del fiume Cahabon che si unisce al suddetto pochi chilometri più a est. È benedizione che scende dal cielo anche l'acqua che piove a volte di pomeriggio, a volte la sera, durante la stagione delle piogge (maggio-ottobre). Il fiume è saggio. Attraversa la foresta, scorre impetuosamente senza sosta, racconta storie lontane, cicli idrici interminabili, alimenta la foresta e rinfresca gli animali, umani e non. È vivo, e lo vedi così com'è sempre stato. In altri posti è molto frequente imbattersi in buste di plastica ed altri rifiuti. Lì ne ho visti davvero pochi, quasi nessuno. Puoi facilmente immaginare che ciò che vedi corrisponde a ciò che avresti potuto vedere due milioni di anni fa, prima che questo animaletto strano chiamato homo sapiens iniziasse a espandersi e a modificare l'ambiente intorno.

La valle. Penso di avere una predilezione per le valli. Amo la vista creata dal pendio: le punte degli alberi sono abbastanza in basso da non ostacolare la vista, e la terra scende sotto i tuoi piedi e risale dall'altra parte della valle. La vegetazione tinge la superficie del rilievo di verde, un verde intenso, vivido. Le palme si mescolano ad altri alberi e ogni tanto spunta un fiore a ravvivare ancora di più il quadretto.

Il progetto. Tuqtuquilal nasce come un centro ecologico di rigenerazione. Quindi vi trovate bungalow costruiti secondo i principi della bioedilizia, con tecniche quali l'adobe, il bahareque, e anche molto bambù. Producono e trasformano cacao, vendono cioccolato di altissima qualità, ovviamente tutto biologico e socialmente responsabile verso le famiglie produttrici. Si possono fare visite guidate, nelle piantagioni e nei laboratori, con cui si può conoscere le tecniche produttive del cacao, della curcuma e degli altri prodotti. Ci sono laboratori formativi per la comunità locale e in genere un contatto abbastanza stretto tra i membri di Tuqtuquilal e gli abitanti del paesino circostante.

Il soggiorno a Tuqtuquilal è stato davvero rigenerante. Breve ma intenso. Così intenso che in pochi giorni ho riacquisito un po' del senso del selvatico che un po' inevitabilmente avevo perduto vivendo in ambienti urbani e che il contatto con la natura, con la terra, la visione delle foglie secche, il contatto con l'erba e con il fango, il canto del ruscello, hanno contribuito a risvegliare. Probabilmente nel viaggio in Brasile cercherò anche posti così, in modo da poter vivere un po' di vita selvatica lontana dalla cattività degli ambienti antropici.


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