Delusioni

Eh sì, se sei triste ti vogliono tirare su ma se sei su allora non stai neanche male nella tua situazione! È questo il senso delle parole che escono dai discorsi che sento qui,in ospedale, durante le mie visite. E certo come mi fa piacere essere disabile… Non si nota un ragionamento profondo ma allo stesso tempo semplice che sta di base? Secondo me è l’unico, visto che l’handicap da solo non scompare, me lo devo tenere. Ovviamente ci sono disgrazie e disgrazie, tante sono peggiori della mia, anche se devo dire che ce ne sono tante migliori della mia. Parafrasando la massima “chiusa una porta si apre un portone “ posso dire che c’è del buono in tutte le cose. Ecco, prendi quello che offre la tua nuova situazione, mettiti nella condizione di capire e di ricevere e di fare tutto quello che di buono ha da offrirti. Facile? no, estremamente difficile ma non puoi fare altro. Potresti deprimerti, drogarti, bere, piangere, non alzarti più dal letto, non mangiare più, diventare cattivo, sempre incazzato con il mondo, diventare insopportabile, ecc. ecc. Tanto vale pensare al suicidio per assurdo. Non sarò certo io il primo a dirlo ma cerca il meglio di quello che può darti la nuova situazione e vivi basandoti su di esso. Ed ecco che tornerai a sorridere e a ridere, deludendo tutti. Pazienza Stamattina ho avuto occasione di parlare con l’infermiera caposala, quella che ha un piglio un po’ da mamma, simpatica, piaciona ma precisa e ferma. Insomma, anche lei conferma il trend degli ultimi giorni , cioè che sono stato abbastanza fortunato di fronte a quello che mi è capitato. Ha visto pochi malati che hanno una autonomia come ce l’ho io, che parlo, che capisco quello che mi si dice e che mi faccio capire, che mangio da solo e che so cosa voglio. Nonostante tutto questo, non è ancora sufficiente. Un crollo psicologico è all’ordine del giorno, specialmente quando tornerò a casa e lascerò la bolla protettiva dell’ospedale e, a proposito di questo è arrivata la proposta/consiglio di qualche “pastiglietta” che scongiuri un’eventuale depressione. Anche perché c’è da aggiungere che la mano, che ha dato dei flebili segni di vita, è ancora molto aldilà di un vero percorso di recupero. Secondo la caposala la media di attesa prima di ipotetico calo di speranza e l’inizio di un periodo senza più progressi è di circa sei mesi e io sono solo all’inizio, il suo consiglio? Armarsi di tanta pazienza.

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