La dura realtà🧑🏻🦽➡️ Fino a quel fatidico diciassette luglio duemilaventitrè la mia vita era votata a quei sogni che in gergo lavorativo si chiamano “progetti”. I miei avevano cominciato a prendere forma un anno prima con il rinnovamento di tutte le macchine produttrici: il forno, lavastoviglie, lavabicchieri, la macchina del ghiaccio e altro, per concludersi nella primavera con il rifacimento del giardino e il bancone del bar. Un investimento non indifferente che sarebbe stato coronato con dei nuovi menù più intriganti per i clienti.
Non avevo fatto i conti con la dura realtà . I miei sogni erano solo momentaneamente accantonati ? Forse in attesa di un tempo più propizio per realizzarsi. Per ora mi nutro di piccoli successi coltivando la mia forza interiore. Le mie azioni, anche quelle più piccole, diventano la prova tangibile della mia perseveranza. In silenzio, senza clamori, costruisco la mia personale rivincita contro la dura realtà.
Le parole risuonano nella mia mente, come un mantra che scandisce il ritmo di un nuovo inizio. Non è una fuga dalla realtà, ma un viaggio verso una versione migliore di me stesso. Un percorso che richiede coraggio, determinazione e la consapevolezza che il cambiamento non avverrà in un batter d’occhio. I primi passi sono incerti, come quelli di un bambino. Ti frenano le vecchie abitudini e la paura dell’ignoto incombe.“Chi non vorrebbe cambiare vita almeno una volta?”
A me è stata data questa possibilità. Da un lato mi piacerebbe cambiare aria, scoprire nuovi posti ed incontrare nuove persone. Dall’altro mi sento legato alla mia casa, ai miei ricordi e alle mie abitudini.
Riuscirò ad essere felice altrove o mi pentirò della mia scelta ?
Per questo ho deciso di pianificare tutto del mio possibile trasloco, anche se solo a livello teorico. Così, mi sembra di avere più controllo sulla situazione e di evitare di perdere tempo in discussioni infinite con me stesso o con gli altri.
Ormai è vicino il momento di fare il grande passo. La mia situazione economica è un altro fattore che spinge verso questa soluzione. La pensione che ho ricevuto mi basta appena per vivere. Se non vendo qualcosa non so come posso permettermi di continuare a stare qui. Mi sento in trappola, senza via d’uscita, ma sono certo che andandomene non sarei più costretto a vedere ogni giorno ricordi che vorrei dimenticare.
Ho deciso di godermi quest’anno come un anno sabbatico, in cui mi concedo il tempo di riflettere, di sognare, di viaggiare e pensare più a me stesso. Un anno in cui mi apro a nuove esperienze, amicizie e a nuove opportunità. Un anno che segna la fine di una vita e l’inizio di un’altra. Avrò le idee più chiare e saprò cosa fare, se cambiare la mia vita o accettarla così com’è.
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