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L’Intelligenza Artificiale decifra un’antica preghiera di guarigione del Casertano


Grazie all’intelligenza artificiale, è stata ricostruita un’antica preghiera di guarigione, tramandata per secoli nelle campagne della Terra di Lavoro. Un testo che, fino a oggi, era rimasto incomprensibile, e quasi dimenticato, per la sua forma linguistica ibrida, vagamente simile al latino ma inaccessibile ai filologi.

Nel 2011, un gruppo di ricerca dell’ArcheoClub di Calvi Risorta intraprese un’indagine sul campo, intervistando soprattutto anziani nei paesi della zona alla ricerca di tradizioni orali e testi religiosi popolari. Tra le scoperte: dei “respensori”, un’intercessione a Sant’Elena, un adattamento popolare del Vangelo secondo Giovanni, e una preghiera di guarigione in un idioma incomprensibile. Proprio per questa sua oscurità linguistica, la preghiera non fu inclusa nei risultati ufficiali della ricerca.

Gianluca Parisi, all’epoca membro del gruppo: «Ricordo che consultammo diversi professori di latino, nella speranza di decifrarne il significato. Ma ogni tentativo risultò vano: le parole non corrispondevano a nessun termine classico o volgare conosciuto». Oggi, a distanza di quasi quindici anni, l’Intelligenza Artificiale ha permesso di ricostruire una versione verosimile del testo. Come è stato possibile? «È stato sorprendentemente semplice», spiega Parisi. «La difficoltà che incontrarono i professori all’epoca era legata alla necessità di confrontare manualmente migliaia di varianti lessicali. Oggi, invece, abbiamo chiesto all’IA di cercare, nel suo vasto corpus linguistico, il termine latino che più si avvicinava a ciascuna parola della preghiera. In pochi minuti, ha prodotto una ricostruzione coerente e plausibile».

L’uso dell’Intelligenza Artificiale in ambito storico e linguistico rappresenta una svolta epocale. Non si tratta di “inventare” il passato, ma di “ricostruirlo” con strumenti nuovi, senza perdere il rispetto per la sua complessità. L’IA, in questo caso, non ha creato nulla: ha semplicemente aiutato a leggere ciò che era già lì nascosto, ma non perduto.

La preghiera, riportata qui sotto nella sua forma originale e in quella ricostruita, veniva tramandata oralmente, da madre in figlia, nelle comunità agricole del Casertano. Non esiste una versione “perfetta”: ogni persona che la imparava a memoria la modificava, talvolta per migliorarla, altre per errore. Una delle ultime a conoscerla fu Maria Grazia Fusco, detta Caterina, nata a Giano Vetusto il 3 luglio 1924 e scomparsa a Calvi Risorta il 17 dicembre 1997. Fu proprio dai suoi amici e parenti che l’ArcheoClub ottenne il testo. Le sue origini potrebbero risalire all’epoca dei monaci basiliani, che diffondevano riti di guarigione nelle comunità rurali. Anche in Spagna si trovano preghiere simili, come quelle legate a Nostra Signora del Pilar, che prevedono il rito di cingere la fronte del malato con un nastro o un panno benedetto, un gesto simbolico di protezione e guarigione.

“Benedici Tibi Benes Convertati viotiure et sereno molto mesta Diot salvamet seon miseri perto vior ognius date nobis et vobis salutem corporis o per exfelat corporis tui satis cum olà furiondo male patis per prevedentione eius filose provvedeste mei Spirito Santo Amen”.

«Noi che crediamo in Te, benediciamo il Signore! Con il Tuo aiuto, Dio, salvami, misero peccatore, e donaci sempre ogni forza e salute del corpo. Per i Tuoi patimenti, fa’ che il male furioso se ne vada, oppure sopportalo con serenità, in vista della Tua eterna salvezza.“Aiutami attraverso lo Spirito Santo”. Amen» #news #notizie

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