OPERE D’ARTE TRAFUGATE. LA BANCA DATI DELL’INTERPOL E L’ATTIVITÀ DEI CARABINIERI PER LA TUTELA DEL PATRIMONIO CULTURALE. E C’È ANCHE L’ APP PER ANDROID E IPHONE
Recentemente sono state rese note le attività svolte lo scorso anno dai carabinieri per la tutela del patrimonio culturale #TPC (https://www.beniculturali.it/comunicato/26175). Si tratta di una articolazione dell’#Armadeicarabinieri che è posta nel contesto del Ministero della cultura, con una struttura centrale, e Nuclei e una Sezione nelle varie Regioni italiane. È un comando istituito sin dal 1969, a rinforzo dell’articolo 9 della Costituzione italiana (“la Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”) che, in oltre mezzo secolo di vita, ha restituito ai legittimi proprietari, pubblici e privati, più di tre milioni di beni culturali. Molti dei beni culturali dei quali parliamo vengono recuperati all’estero, e ciò presuppone una collaborazione internazionale e un database nel quale catalogare quelle sottratte da ricercare mediante indagini. Lo scorso anno si è consolidata la collaborazione con il Manhattan District Attorney's Office di New York (DAO), l’Homeland Security Investigations (HSI) – Immigration and Customs Enforcement (ICE) ed il Federal Bureau of Investigation (FBI), così da individuare, sequestrare e rimpatriare 1.093 opere d’arte di pregevole valore, provento di furti e/o scavi clandestini, esportazioni illecite e ricettazioni, per un valore complessivo (oltre a quello storico-culturale) di centinaia di milioni di euro.
Proprio della banca dati vogliamo parlare: in Italia il traffico illecito di beni culturali viene contrastato con il supporto di piattaforme e archivi informatici sviluppati nel corso degli ultimi decenni. Il crescente utilizzo dei canali telematici per il traffico di opere sospette e la natura internazionale della criminalità di settore ha portato ad individuare alcune aree di potenziamento delle soluzioni e metodologie impiegate, con successo dal TPC, in modo da evolverle ed espanderle sia in termini tecnologici (es. big data, machine learning) che architetturali (blockchain). Si tratta di un approccio che consente alla Banca Dati dei carabinieri (denominata S.W.O.A.D.S., ovvero Stolen Works Of Art Detection System) di convogliare tutte le nuove funzionalità, unendo la raccolta dei dati effettuata in forma automatica – dal Web, dal deep Web, dai social media – a quella derivante dalla trasmissione delle fotografie di beni ottenute nel corso di ordinarie attività operative da parte degli addetti delle forze di polizia. Sviluppata come entità separata, la piattaforma italiana va a costituire la base di partenza per uno o più eventuali progetti di respiro internazionale, che prevede la realizzazione di una rete S.W.O.A.D.S. costituita da diverse cellule nazionali comunicanti e interoperanti. Una simile rete, sviluppata a livello internazionale, permette di contrastare e prevenire con più forza i reati contro al patrimonio culturale, incrementando al contempo il numero dei recuperi dei beni trafugati. Tale aspetto concettuale è stato ben compreso da #Interpol, che ben ha chiaro che il traffico di beni culturali è un'attività a basso rischio e alto profitto per i criminali legati alla criminalità organizzata, e come dalle opere d'arte rubate agli artefatti storici, questo crimine può coinvolgere tutti i paesi, sia che essi siano origine, transito o destinazione. Pertanto, Interpol ha fatto proprio il concetto proposto dall’Italia di tale banca dati “federata”, costituendo uno #SWOADS che combina descrizioni e immagini di oltre 52.000 oggetti. È l'unica banca dati a livello internazionale con informazioni certificate di polizia sugli oggetti d'arte rubati e scomparsi. I paesi inviano informazioni sugli oggetti rubati, che vengono aggiunti al database. In conformità con le norme sul trattamento dei dati, solo le informazioni fornite da enti autorizzati (Uffici centrali nazionali INTERPOL e specifiche organizzazioni partner internazionali, come UNESCO, ICOM e ICCROM) sono inserite nel database, ove vengono ospitati solo gli oggetti completamente identificabili.
Ci piace inoltre segnalare che da tale Banca Dati è gemmata una App: si tratta della ID-Art, che aiuta a identificare i beni culturali rubati, ridurre il traffico illecito e aumentare le possibilità di recuperare gli oggetti rubati. Accessibile al pubblico, l'app ID-Art può essere utilizzata quindi non solo da da agenti di polizia, funzionari doganali, ma dal pubblico in generale, collezionisti privati, mercanti d'arte, giornalisti, studenti o appassionati d'arte per accedere al database dell'INTERPOL delle opere d'arte rubate per verificare se un oggetto è registrato come rubato, creare un inventario delle collezioni d'arte private, segnalare un oggetto come rubato oppure siti culturali potenzialmente a rischio o scavi illeciti. ID-Art può essere scaricata (naturalmente gratuitamente) per dispositivi mobili Apple e Android.
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