Geocriminalità e Cooperazione Internazionale di Polizia

Armadeicarabinieri

Criptovalute e cooperazione internazionale. Il ruolo dei Carabinieri Antifalsificazione Monetaria

Il Generale Gianluca Vitagliano (foto) del Comando Carabinieri Antifalsificazione Monetaria, un reparto specializzato in indagini nell'ambito della contraffazione monetaria, del falso documentale e dei crimini digitali connessi all'uso di criptovalute, è recentemente intervenuto al Digital Innovation Forum – ComoLake 2025 a Villa Erba di Cernobbio, sul lago di Como, evento che ha riunito oltre 3.500 partecipanti, 240 relatori, 80 startup e 50 aziende, confermandosi come una delle principali piattaforme europee di confronto tra scienza, economia e istituzioni.

Il Generale Vitagliano

Il Generale Vitagliano ha indicato come il ruolo dei CC Antifalsificazione Monetaria include la tutela del cittadino e del sistema finanziario, con un'azione di contrasto all'uso illecito delle #criptovalute, che sono considerate un mondo in espansione e potenzialmente fertile per la criminalità se non soggette a prevenzione e contrasto. Il comando traccia le transazioni all'interno della #blockchain tra wallet, seguendo i codici dei wallet per la de-anonimizzazione e la ricostruzione del motivo della transazione. Per questo scopo, vengono impiegate nuove strumentazioni come il tracciamento basato su open source intelligence e l'analisi dei social media. Il comandante ha evidenziato che il controllo è particolarmente complesso a causa della natura interconnessa del mondo delle criptovalute, con la ricerca di “paradisi criminali” in paesi come quelli dell'Africa o dell'Asia, o in nazioni non collaboranti con le forze dell'ordine. Il reparto collabora attivamente con l' #UnioneEuropea e istituzioni accademiche nazionali ed europee, dimostrando una forte vocazione internazionale.

Il Reparto venne costituito sin dal 19 ottobre 1992, in ottemperanza al D.M. del 22 gennaio 1992 che, nel quadro della ripartizione degli obiettivi tra le varie Forze di Polizia, riconosceva all’Arma dei Carabinieri il consolidato interesse nel settore del falso nummario.

Il 15 giugno 1999, il Nucleo veniva elevato a Comando di Corpo e ridenominato – come attualmente – “Comando Carabinieri Antifalsificazione Monetaria”.

Il 28 giugno 2021 con il Regolamento del Consiglio Europeo n.138/2001 il Comando Carabinieri Antifalsificazione Monetaria veniva riconosciuto quale Autorità Nazionale per l’Arma dei Carabinieri (G.U. Unione Europea del 10 marzo 2009).

Con l'istituzione di tale Comando si è voluta assicurare una qualificata presenza dell’Arma dei Carabinieri a livello nazionale ed internazionale nel delicato settore della prevenzione e del contrasto al falso nummario.

I militari effettivi al Comando Carabinieri Antifalsificazione Monetaria, individuati attraverso una preliminare selezione, vengono specializzati nel particolare settore mediante la frequenza di specifici Corsi inerenti in diversi ambiti operativi di competenza, attraverso l’apprendimento del quadro normativo di riferimento e delle migliori prassi operative.

Il 12 luglio 2021, veniva istituita la Sezione Operativa di Napoli.

Il Reparto risultava pertanto articolato su una struttura di Comando e due Sezioni Operative: di Roma, con competenza al Centro-Nord, e di Napoli, con competenza al Centro-Sud.

Il 4 ottobre 2021 è stata infine istituita la Sezione Criptovalute con il compito di contrastare le emergenti dinamiche criminali legate all’utilizzo illecito delle criptovalute e l’uso di piattaforme informatiche illegali per la vendita di valuta ed altri prodotti contraffatti di specifica competenza del Comando (documenti d’identità, dati e supporti relativi a carte di pagamento, assegni e valori bollati) fornendo anche supporto specialistico ai Comandi territoriali dell’Arma e all’ Autorità Giudiziaria in campo nazionale.

#Armadeicarabinieri

#Cooperazioneinternazionaledipolizia


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Gaza ed il dopo-conflitto: un ruolo anche per i carabinieri italiani

L'Italia si sta posizionando per svolgere un ruolo operativo nella fase post-conflitto a Gaza. La soluzione più concreta prevede l'impiego dei Carabinieri per addestrare e supportare le future forze di sicurezza locali, seguendo modelli di successo già implementati in Cisgiordania e in altre regioni. Come ha spiegato il Ministro degli Esteri, Tajani: “siamo pronti a fare la nostra parte e inviare i nostri Carabinieri il giorno dopo la fine del conflitto”.

L'approccio italiano si intreccia con i negoziati sul cessate il fuoco e la governance di transizione. L'ambito d'azione includerebbe attività di polizia di prossimità, gestione graduale dell'ordine pubblico, protezione di siti sensibili e supporto alle indagini, in coordinamento con i partner europei e regionali.

L'esperienza pregressa conta. Il CoESPU (Center of Excellence for Stability Police Units) di Vicenza addestra da anni unità di polizia per contesti post-crisi; la missione MIADIT in Palestina a Gerico ha già formato migliaia di operatori in tecniche di polizia, gestione dell'ordine pubblico, indagini e tutela del patrimonio culturale.

Il valico di Rafah rimane cruciale per la fase umanitaria e la riapertura controllata dei valichi. La riattivazione della missione europea al confine con l'Egitto fornisce un canale operativo per l'assistenza, il controllo e la protezione dei flussi.

La presenza italiana richiede un quadro politico credibile. Il governo si sta concentrando su un processo in tre fasi: cessate il fuoco, accordo politico e ricostruzione. In questo contesto, sono in gioco le pressioni internazionali e gli sforzi diplomatici che coinvolgono attori regionali e gli Stati Uniti.

Perché i Carabinieri? I Carabinieri, una forza di polizia a struttura militare, combinano capacità di mediazione civile e disciplina operativa. Sono adatti alle zone grigie degli ambienti postbellici, dove la protezione dei civili, la garanzia dei servizi essenziali e il ripristino della fiducia tra le parti sono fondamentali.

Cosa aspettarsi nell'immediato. Il modello più probabile il giorno dopo la pace è “addestrare e consigliare”: squadre dell'Arma a fianco delle unità locali per attività di polizia di prossimità, scene del crimine, monitoraggio dei valichi e protezione delle infrastrutture critiche.

Per l'Italia, si tratta di un test di credibilità nel Mediterraneo. Se l'operazione avrà successo, Roma consoliderà il suo ruolo di fornitore di sicurezza e rafforzerà i canali con i partner europei e arabi; in caso contrario, si correrà il rischio di incorrere in costi operativi e reputazionali.

Il Ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha espresso sia l'intenzione che l'obbligo morale dell'Italia di essere presente nelle regioni colpite da conflitti, sottolineando in particolare l'importanza dell'approccio nazionale alla pace, della cultura dell'inclusione e della capacità unica di promuovere il dialogo. Intervenendo durante un dibattito con Matteo Renzi alla Stazione Leopolda, Crosetto ha affrontato il potenziale coinvolgimento dei Carabinieri nel piano di pace dell'amministrazione Trump per Gaza. Ha sottolineato il lungo impegno dell'Italia per la pace attraverso la sua partecipazione attiva alle missioni delle Nazioni Unite, alle operazioni europee e alle iniziative della NATO. Il Ministro ha sottolineato che le forze armate italiane non solo sono altamente addestrate, ma portano con sé anche una distinta “italianità”, una qualità che le distingue in contesti internazionali in cui la presenza militare può spesso essere percepita come un'imposizione o un simbolo di potere.

Crosetto ha spiegato come l'esercito e i Carabinieri italiani siano stati in grado di creare fiducia in diverse regioni, tra cui il Libano, dove stanno attualmente contribuendo all'addestramento delle forze di polizia locali. Questa fiducia, ha spiegato, nasce dalla capacità delle forze armate italiane di interagire con le comunità in modo rispettoso e inclusivo, trattando le persone come pari piuttosto che da una posizione di superiorità. Questo approccio affonda le sue radici nella vasta esperienza dei Carabinieri che operano in migliaia di città italiane, dove interagiscono con cittadini di ogni estrazione sociale, dagli anziani ai funzionari locali, promuovendo un senso di connessione e comprensione che portano con sé ovunque vadano.

Il Ministro ha inoltre descritto la situazione attuale come l'inizio di un lungo e impegnativo percorso verso la pace, che richiede pazienza, perseveranza e lo sforzo collettivo di tutte le parti coinvolte. Nonostante le difficoltà future, Crosetto ha espresso un cauto ottimismo, affermando che la comunità internazionale, che comprende nazioni arabe, paesi occidentali e persino la Russia, ha mostrato un raro livello di unità nel sostenere il processo di pace. Questa cooperazione senza precedenti, ha sostenuto, offre la speranza per un futuro in cui sia Israele che il popolo palestinese possano coesistere nel rispetto dei loro diritti e delle loro aspirazioni.

#carabinieri

#armadeicarabinieri

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Una rete criminale organizzata altamente specializzata, responsabile del furto di oltre 100 auto ibride di lusso, è stata smantellata con successo in un'importante operazione internazionale guidata dai Carabinieri italiani, con il significativo supporto di Europol ed Eurojust.

I veicoli rubati, tra cui modelli ibridi di alta gamma, hanno un valore totale stimato di almeno 3 milioni di euro. Il gruppo criminale di lingua russa, composto principalmente da cittadini moldavi, si è concentrato sui veicoli ibridi di alta gamma nel nord Italia e nella ricca regione spagnola di Marbella. Una volta rubate, le auto e i loro componenti, come carrozzeria, batterie e parti meccaniche, sono stati trasportati attraverso il porto europeo di Anversa verso mercati illegali internazionali, dove sono stati venduti o riutilizzati per usi illeciti.

L'operazione, avvenuta il 7 ottobre 2025, ha portato all'arresto di nove persone a Reggio Emilia e Lombardia. Oltre agli arresti, le forze dell'ordine hanno sequestrato 35.000 euro in contanti e 150.000 euro in criptovalute.

L'operazione ha coinvolto circa 100 agenti provenienti da diversi paesi, tra cui agenti della Guardia Civil spagnola dislocati in Belgio e Italia, nonché squadre dei Carabinieri italiani di stanza in Spagna e Belgio ed infine dalla Romania (Directorate for Investigating Organized Crime and Terrorism, DIICOT). Anche esperti di criptovalute provenienti da Belgio, Italia e Spagna sono stati coinvolti nelle ricerche per proteggere e recuperare asset digitali illeciti. È stato istituito un centro di coordinamento presso #Eurojust, mentre #Europol ha inviato esperti e un ufficio mobile in Italia e Belgio per supportare le indagini.

La rete criminale operava con un livello di sofisticatezza simile alla precisione di tipo militare. Gli investigatori hanno scoperto una serie di tattiche utilizzate dal gruppo, tra cui squadre dedicate al furto d'auto, al deposito e alla contraffazione. I criminali utilizzavano localizzatori GPS per monitorare i veicoli presi di mira e strumenti elettronici per bypassare i sistemi di sicurezza avanzati. Hanno anche alterato i numeri di telaio e le targhe di auto dismesse per camuffare i veicoli rubati. Sono stati inoltre identificati collegamenti con compagnie di navigazione e affiliati criminali, che hanno facilitato il transito di auto rubate attraverso il porto di Anversa. L'indagine ha inoltre rivelato un complesso sistema di pagamento che coinvolgeva diverse piattaforme e wallet di criptovalute, con trasferimenti di criptovalute per un valore di circa 1 milione di euro.

Europol ha svolto un ruolo centrale nel coordinamento della fase internazionale dell'indagine, riunendo investigatori di tutti i paesi coinvolti e ospitando riunioni operative presso la propria sede centrale. Ha inoltre fornito supporto alle autorità nazionali attraverso analisi e condivisione di intelligence e continuerà a offrire supporto in loco.

Eurojust ha supportato una squadra investigativa congiunta (#JIT #SIC) istituita nel 2024 dalle autorità italiane e spagnole per smantellare la rete della criminalità organizzata. L'indagine ha visto la collaborazione di diverse agenzie delle forze dell'ordine, tra cui la Polizia Giudiziaria Federale di Anversa in Belgio, i #Carabinieri di Reggio Emilia in Italia e la Guardia Civil in Spagna. L'operazione è stata supportata dalla rete @ON, finanziata dalla Commissione Europea e guidata dalla Direzione Investigativa Antimafia (#DIA) italiana.

#Armadeicarabinieri

#operazionepalma

@news@feddit.it


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EUBAM Rafah: rientra il primo contingente carabinieri impiegato al valico egiziano.

La missione prosegue con altri carabinieri e gendarmerie europee

Dal 29 gennaio di quest’anno, l’Italia partecipa alla European Union Border Assistance Mission (EUBAM) presso il Valico di Rafah, a sud della Striscia di Gaza (leggi qui, sul nostro account partner sul Fediverso https://poliversity.it/@Coop_internazionale_di_Polizia/113938890058950475)

I sette Carabinieri che hanno costituito il primo contingente italiano impiegato presso il valico egiziano sono rientrati in Italia dopo sei mesi di intensa attività.

La missione continua. I primi sono già stati sostituiti con altrettanti militari dell’Arma, che continueranno a operare insieme a personale della Guardia Civil spagnola e della Gendarmerie francese, in un contesto che vede coinvolta la Forza di Gendarmeria Europea (EUROGENDFOR).

L'obiettivo di EUBAM Rafah è quello di coordinare e facilitare il transito giornaliero di feriti e malati provenienti dai territori della Striscia di Gaza, garantendo assistenza e protezione alle persone vulnerabili, in un contesto di emergenza umanitaria.

L’Italia aderì prontamente all’iniziativa europea, confermando la vicinanza e la solidarietà nei confronti della popolazione in difficoltà, duramente provata dal conflitto in corso.

#EUBAMRafah #Armadeicarabinieri #GuardiaCivil #Gendarmerie


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RECUPERATE FALSE OPERE D’ARTE CONTEMPORANEA IN TRAFFICI ILLECITI TRANSNAZIONALI

L’indagine denominata “Minotauro bis”, condotta dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma e delegata al Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Roma e coordinata a livello europeo dal desk italiano dell’Agenzia #Eurojust, ha portato al sequestro di 104 opere di arte contemporanea false.

Le indagini hanno avuto inizio nel novembre 2022 e hanno consentito il recupero di centinaia di opere contraffatte di Picasso, Edvard Munch e Paul Klee, vendute come originali e spedite in particolare negli Stati Uniti d’America.

Sono stati accertati i reati di concorso in falsificazione e commercializzazione di beni d’arte contemporanea, sostituzione di persona e falsità materiale commessa da privato.

Ai fini della falsificazione venivano utilizzati fogli di carta con le filigrane “Vollard” e “Picasso”; successivamente, tramite un programma di grafica, si scannerizzavano le immagini delle opere da falsificare ed un esperto creava le pellicole fotografiche positive che venivano trasformate in polimeri (matrici di stampa).

I polimeri, insieme ai fogli di carta filigranata, venivano poi stampati al fine di realizzare le copie false; per conferire autenticità alle opere, la cartaveniva sottoposta a trattamenti di invecchiamento artificiale, come bagni di caffè o the, previa apposizione delle firme degli autori imitati. Infine, le opere contraffatte venivano spedite a case d’asta all’estero, corredate da attestati dilibera circolazione falsificati, allo scopo di aggirare eventuali controlli ed attestarne la genuinità.

L’operazione ha anche permesso di sottrarre dal mercato dell’arte opere che, se non fossero statetempestivamente individuate e bloccate, avrebbero avuto quotazioni identiche a quelle dei lavori originali degli artisti; in particolare le stesse, qualora vendute, avrebbero provocato un danno economico agli acquirenti di circa unmilione di euro.

La Procura della Repubblica di Roma, con il coordinamento internazionale dell’Assistente al Membro Nazionale per l’Italia a Eurojust, ha emesso 13 Ordini di Indagine Europeo e 9 richieste di Assistenza Giudiziaria in ambito extra U.E. in Austria, Belgio, Canada, Danimarca, Francia, Germania, Norvegia, Portogallo, Regno Unito, Spagna, Svezia, Svizzera e USA, eseguiti in collaborazione con le Polizie dei rispettivi Paesi. Successivamente è stato emesso un decreto di sequestro preventivo in via d’urgenza, convalidato dal GIP, che ha disposto il sequestro di cinque conti correnti bancari e due autovetture per una somma complessiva di circa 300 mila euro.

#Armadeicarabinieri #TPC


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MOSAICO ROMANO TRAFUGATO DA UN CAPITANO DELLA WEHRMACHT RESTITUITO DAI CC PATRIMONIO CULTURALE AL PARCO ARCHEOLOGICO DI POMPEI

Lo scorso 15 luglio 2025 presso l’Antiquarium del Parco Archeologico di Pompei, è stato ufficialmente restituito un mosaico romano raffigurante una coppia di amanti, trafugato durante la Seconda Guerra Mondiale. Il manufatto, donato da un capitano della Wehrmacht a un cittadino tedesco, è stato restituito dagli eredi del destinatario al Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, grazie a una spedizione diplomatica organizzata dal Consolato Generale d’Italia a Stoccarda.

Il mosaico, datato tra la metà dell'ultimo secolo a.C. e il I secolo d.C., fu trafugato a Pompei nel 1944. Il Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale ha gestito la restituzione del mosaico, coordinandosi con la Procura di Roma e il Parco Archeologico di Pompei per il rimpatrio dell'opera. Il Direttore del Parco Archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel, ha ricevuto il mosaico dalle mani del generale Francesco Gargaro, comandante dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale.

Il Generale Gargaro ha sottolineato l’impegno costante dei Carabinieri TPC nel recuperare il nostro patrimonio culturale sparso per il mondo. “Ogni reperto depredato che rientra è una ferita che si chiude,” ha dichiarato Gabriel Zuchtriegel, direttore del Parco Archeologico di Pompei. “La ferita non consiste tanto nel valore materiale dell’opera, quanto nel suo valore storico; valore che viene fortemente compromesso dal traffico illecito di antichità.”

#ARMADEICARABINIERI #TPC #TUTELAPATRIMONIOCULTURALE #POMPEI


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CARABINIERI RESTITUISCONO ALLA SPAGNA UN RETABLO E NUMEROSI BENI D’ARTE PROVENIENTI DAL TRAFFICO ILLECITO INTERNAZIONALE

TORINO. Una preziosa scultura in legno intagliato policromo e dorato con scene della Passione di Cristo del XVI secolo e ulteriori 64 beni d’arte tra dipinti, specchiere, arazzi, mobili e sculture, illecitamente esportate dalla Spagna, sono stati restituiti dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale alle Autorità iberiche, durante la cerimonia che si è svolta ieri, nel “Salone delle Guardie svizzere” di Palazzo Reale a Torino.

L’evento si è svolto alla presenza alla presenza del Comandante dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC), Generale di Divisione Gargaro, dei Procuratori della Repubblica di Torino, Bombardieri e di Verbania, Pepe, nonché della Direttrice Generale del Patrimonio e delle Belle Arti del Ministero della Cultura del Regno di Spagna, Ángeles Albert De Leon, del Generale Alfonso Lopez Malò, Comandante della Policia Judicial della Guardia Civil spagnola e del Console Generale di Spagna Álvaro Trejo Gabriel y Galan.

Molti i beni artistici restituiti ala Spagna

I beni sono stati individuati grazie all’attività investigativa iniziata nel 2023, quando i Carabinieri del Nucleo TPC di Torino sono intervenuti all’interno di un’abitazione privata di Lesa (in provincia di Novara) dopo aver esaminato una segnalazione di beni d’arte di provenienza illecita, procedendo d’iniziativa al sequestro degli oggetti trafugati con il supporto dei Carabinieri territoriali.

L’operazione ha permesso di recuperare tra le opere d’arte presenti un retablo di straordinaria rilevanza storica ed artistica, che da successivi accertamenti è risultato essere stato illecitamente trafugato dalla Spagna dai proprietari (defunti) della villa sottoposta al controllo, in spregio al diniego all’esportazione emesso dalle competenti autorità spagnole.

Il Nucleo TPC, coordinato dalle Procure della Repubblica presso il Tribunale di Torino e di Verbania, ha condotto le ulteriori indagini in campo internazionale grazie all’utilizzo di Ordini europei di Indagine, cooperando Autorità giudiziarie italiane e spagnole Importante il supporto fornito da EUROJUST nell’aver individuato a Marbella (Spagna) una villa appartenente ai medesimi proprietari, dove originariamente era presente il “Retablo” e dalla quale risultavano mancare ulteriori beni d’arte (conteggiati in 64 oggetti antiquariali tra dipinti, sculture, mobili e beni vari) illecitamente esportati in Italia, alcuni presenti nella villa di Lesa e i restanti presso dei privati e dei commercianti che li avevano acquistati da una casa d’aste genovese.

Gli accertamenti svolti in sinergia tra i Carabinieri del TPC e il Dipartimento della Polizia spagnola “Unidad Central Operativa – Departamento de Delincuencia Especializada y Drogas – Grupo de Patrimonio Historico della Guardia Civil”, avvalendosi degli accurati esami compiuti dai funzionari del Ministero della Cultura e dello Sport spagnolo, hanno confermato l’autenticità dei beni d’arte e l’illecita esportazione degli stessi. L’expertise ha permesso di ottenere dalle autorità giudiziarie italiane i decreti per il dissequestro e restituzione in favore della Spagna.

Il successo dell’indagine, dagli investigatori convenzionalmente soprannominata RETABLO (l’omologa indagine in Spagna è stata denominata ALTARPIECE), ha visto tra i primi casi in Italia l’applicazione del nuovo reato, introdotto nel 2022, di importazione illecita di beni culturali (art. 518 decies Codice Penale.) in forza della quale è ora considerato reato, punito con la reclusione da due a sei anni e con la multa da euro 258 a euro 5.165, il comportamento di chi importa beni culturali provenienti da delitto oppure rinvenuti a seguito di ricerche svolte senza autorizzazione dell’Autorità locale competente, ovvero esportati da un altro Stato in violazione della legge di tutela di quel paese.

#CARABINIERITPC #ARMADEICARABINIERI #GUARDIACIVIL


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Peacekeeping e criminalità organizzata. La necessità di forze specialistiche, quali Carabinieri e Guardia di Finanza

Nel nostro blog in più circostanze abbiamo evidenziato l’importanza di inserire Forze di Polizia nell’ambito delle Operazioni di mantenimento della Pace (Peacekeeping). Peacekeeping in retreat: Rethinking how to deal with organized crime in conflict settings è il titolo di un recente interessante articolo di Walter Kemp, che è Director of Communications del “Global Initiative Against Transnational Organized Crime” segnala come le operazioni di peacekeeping delle Nazioni Unite siano in crisi: non vengono lanciate nuove missioni dal 2014, molte sono state ridotte o chiuse, e i finanziamenti sono in calo. Ed, in questo contesto, la criminalità organizzata – una delle principali minacce alla pace – è quasi del tutto assente dall’agenda delle Nazioni Unite. Secondo l’autore le missioni di pace non affrontano adeguatamente la criminalità organizzata, che alimenta i conflitti e mina la resilienza degli Stati. L’assenza di interventi può portare a governance criminali o a guerre per il controllo delle economie illecite. Kemp indica la necessità di nuovi modelli di missioni, ove includere componenti specializzate nel contrasto alla criminalità organizzata, individuandole in quelle che egli chiama “Squadre anticrimine”, idonee a raccogliere informazioni, fornire supporto tecnico e, se autorizzate, eseguire arresti. Inoltre il personale delle missioni (o meglio parte di esso) dovrebbe avere una formazione mirata, per preparare le forze di pace a riconoscere e affrontare le economie illecite. A tale proposito l’autore ipotizza collaborazioni più ampie: coinvolgere agenzie come INTERPOL, forze specializzate (es. Guardia di Finanza), società civile e comunità locali, anche per effettuare una migliore mappatura dei mercati criminali per progettare strategie di stabilizzazione efficaci. Kemp conclude sottolineando come la criminalità organizzata sia un fattore chiave nei conflitti moderni. Ignorarla compromette la pace e la sicurezza. Le Nazioni Unite devono adattare le loro strategie, anche in assenza di missioni di peacekeeping, per affrontare questa minaccia in modo efficace. Quanto suggerito da Kemp richiama una struttura dell’Arma dei carabinieri costituita ad hoc in alcune missioni di pace internazionali “a marchio” NATO. Ci riferiamo alle Multinational Specialized Unit (MSU) di cui abbiamo parlato qui https://noblogo.org/cooperazione-internazionale-di-polizia/limpegno-dei-carabinieri-allestero-da-27-anni-le-multinational-specialised

L’articolo (in inglese) è reperibile a questa pagina https://globalinitiative.net/analysis/un-peacekeeping-organized-crime-conflict/

#peacekeeping #criminaltàorganizzata #Nazioniunite #ONU #Armadeicarabinieri #GuardiadiFinanza


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La Polizia Serba contro i crimini ambientali, in visita ai Carabinieri Forestali ed Agroalimentari

Nell’ambito del progetto di integrazione dell’Unione Europea “Facility supporting Serbia in Achieving the Objectives of Chapter 24: justice, freedom and security”, recentemente una delegazione di funzionari della Polizia della Repubblica di Serbia ha fatto visita al Comando Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari Carabinieri (#CUFAA). Il gruppo ha preso parte alla presentazione dei settori di competenza del CUFAA, approfondendo così la specialità dell’Arma sul fronte della tutela ambientale, di salvaguardia del patrimonio della biodiversità e della sicurezza alimentare.

La visita ha riguardato anche le specifiche attività: del Nucleo Informativo Antincendio Boschivo (#NIAB), fiore all’occhiello del Comando in materia di prevenzione e repressione dei reati, e quelle del Raggruppamento #CITES in materia di tutela delle specie animali e vegetali minacciate di estinzione, oltre a quelle di sicurezza ambientale ed energetica.

La delegazione ha mostrato interesse per le informazioni raccolte durante l’incontro, avendo la polizia Serba da poco tempo attivato, all’interno della Polizia Criminale del Ministero dell’Interno, una specifica Unità per la repressione dei crimini ambientali e la protezione dell’ambiente. La visita, infatti, è parte di una trasferta nel nostro Paese con obiettivo di studio specifico sul contrasto ai crimini ambientali.

#criminiambientali #poliziaserba #Armadeicarabinieri


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La tutela del patrimonio culturale oltre i confini nazionali, assume una dimensione internazionale strategica. L'attività dei carabinieri impegnati in questa particolare attività

I Carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale (TPC) hanno – in ambito nazionale e locale – reso noti i risultati della loro attività operativa nel 2024. Un comunicato stampa del Ministero della Cultura (da cui questi carabinieri funzionalmente dipendono) riporta tali risultati. Ecco i punti principali:

  • Recupero di beni culturali: Sono stati recuperati 80.437 beni d’arte, con un valore stimato di circa 130 milioni di euro.
  • Sequestri di opere contraffatte: Sono stati sequestrati 2.804 falsi, di cui la maggior parte opere d'arte contemporanea, con un valore stimato di 311 milioni di euro.
  • Attività investigativa e repressione: Incremento delle operazioni, con un aumento dei controlli su musei, biblioteche, siti archeologici e mercati antiquariali. Sono state effettuate 505 perquisizioni, denunciate 1.356 persone e arrestate 2 persone.
  • Monitoraggio online: Controllati 696 siti web, recuperati 6.346 beni culturali e deferiti 122 soggetti.
  • Restituzione internazionale: Rimpatriati 882 beni culturali e restituiti 550 beni a Paesi esteri, tra cui Canada, Colombia, Ecuador, Messico e Iraq.
  • Tecnologia e innovazione: Sviluppo del sistema S.W.O.A.D.S. per il monitoraggio automatico delle opere d’arte rubate attraverso l’intelligenza artificiale.

Oltre i confini nazionali

Il lavoro svolto dai Carabinieri TPC continua a essere fondamentale per la tutela del patrimonio culturale italiano e internazionale.

Il Comando TPC ha dimostrato come la tutela del patrimonio culturale vada ben oltre i confini nazionali, assumendo una dimensione internazionale strategica. I Carabinieri hanno effettuato operazioni che hanno portato al rimpatrio di 882 beni culturali e alla restituzione di 550 opere alle ambasciate e istituzioni straniere. Tra gli interventi, spiccano quelle volte in cui oggetti di inestimabile valore sono stati riconsegnati a paesi come il Canada, la Colombia, l'Ecuador, El Salvador, il Guatemala, l'Iraq e il Messico, con una stretta collaborazione con le autorità diplomatiche e culturali dei rispettivi Paesi.

I caschi blu della cultura

Parallelamente alle tipiche operazioni di contrasto al traffico illecito, il Comando TPC si è impegnato anche nella condivisione delle competenze a livello internazionale. Un esempio emblematico è rappresentato dal corso “I Caschi Blu della Cultura” tenutosi a Rio de Janeiro, che ha coinvolto rappresentanti di Brasile, Cile, Colombia e Paraguay. Questa iniziativa formativa mira non solo a trasferire il know-how specifico in materia di tutela e intervento in situazioni di crisi, ma anche a creare un network strutturato per contrastare il traffico illecito dei beni culturali su scala globale.

La piattaforma informatica SWOADSnet

Un ulteriore tassello dell’approccio internazionale è l’avvio delle attività di sviluppo del sistema SWOADSnet. Quest’innovativa piattaforma è studiata per facilitare lo scambio di dati e metadati relativi alle opere d’arte con altri Paesi europei, in modo da monitorare in tempo reale i flussi illeciti e intervenire tempestivamente. La sinergia tra tecnologie avanzate e cooperazione internazionale permette così di creare una rete di sicurezza globale per il patrimonio artistico e culturale.

Questi risultati e iniziative evidenziano come le attività internazionali del Comando TPC siano parte integrante di una strategia più ampia: quella di salvaguardare il patrimonio non solo italiano, ma universale, promuovendo collaborazione, formazione e innovazione tecnologica.

Il documento riportante l'attività operativa del 2024 è reperibile a questa pagina web https://tpcweb.carabinieri.it/SitoPubblico/home/contenuti/pubblicazioni

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