Quest’oggi mia figlia, uscendo dal basket, ha sentito un bimbo, entusiasta, dire all’allenatore
‘quest’anno ci sono anch’io al centro estivo!’
e mi chiede
‘mamma, posso andare anch’io?’
Oh, no.
E adesso come le rispondo?
‘no cucciola, a te non ti prendono. Sei diversa dagli altri.’
Ti prenderebbero solo se pagassi un educatore tutto per te, il triplo della quota, giusto per capirci.
O :
‘Piccola, mi dispiace, ma l’unico centro estivo dove puoi andare anche tu è quello comunale’
Dove l’educatore lo offre il comune.
E meno male che c’è almeno quello, pensa la mamma.
Non lo so, quali sono le parole giuste?
Non le trovo, non le vedo da nessuna parte, mi sfuggono.
Ho nicchiato.
Lei sa, naturalmente, di essere un po’ diversa.
Le ho spiegato che impara le cose più lentamente degli altri.
È per questo che a scuola c’è una maestra in più che le dà una mano, per questo lei deve impegnarsi tanto, tantissimo.
Le ho anche spiegato che quando si impegna e si concentra lei può fare tutto quello che fanno gli altri.
Tranne il centro estivo. Lì non ti prendono, piccolina.
Se domani non rispondo alle tue telefonate, mamma. Se non ti dico che torno per cena. Se domani, mami, vedi che il taxi non arriva.
Può darsi che io sia avvolta nelle lenzuola di un albergo, su una strada, o in un sacco nero (Mara, Micaela, Majo, Mariana). Può darsi cha sia in una valigia o abbandonata su una spiaggia (Emily, Shirley).
Non spaventarti, mamma, se vedi che mi hanno pugnalata (Luz Marina). Non urlare se vedi che mi hanno trascinata (Arlette). Mammina, non piangere se ti dicono che mi hanno impalata (Lucía).
Ti diranno che sono stata io, che non ho urlato, che erano i miei vestiti, che era l’alcol nel mio sangue. Ti diranno che è stato per l’orario, perché ero da sola. Che quello psicopatico del mio ex aveva dei motivi, che lo avevo tradito, che ero una puttana. Ti diranno che ho vissuto, mamma, che mi ero permessa di volare troppo in alto in un mondo senz’aria.
Ti giuro, mamma, che sono morta combattendo.
Ti giuro, cara mamma, che ho urlato davvero forte mentre volavo.
Si ricorderà di me, ma’, saprà che sarò stata io a rovinarlo, perché mi riconoscerà nel volto di tutte quelle che gli urleranno contro il mio nome. Perché so, mamma, che tu non ti arrenderai.
Però, per quanto tu possa volerlo fare, non imbrigliare mia sorella. Non rinchiudere le mie cugine, non vietare niente alle tue nipoti. Non è colpa loro, mamma, così come non è stata nemmeno colpa mia. Sono loro, saranno sempre loro [ellos, gli uomini, ndt]. Lotta per le loro ali, visto che le mie me le hanno tagliate. Lotta perché siano libere e possano volare più in alto di me. Combatti perché possano urlare più forte di me. Perché possano vivere senza paura, mamma, proprio come ho fatto io.
Mammina, non piangere sulle mie ceneri.
Se domani sono io, mamma, se domani non torno, distruggi tutto.
Se domani tocca a me, voglio essere l’ultima.
Tutto ciò che di solito nei bimbi è spontaneo, leggero, lasciato al gioco.. in certi bambini è bloccato, come ostruito.
Ci vuole qualcuno che passo per passo costruisca tutto.
La capacità di interagire con gli altri, l'empatia, la regolazione dei sentimenti.
Camminare, correre, coordinare i movimenti.
Controllare gli sfinteri, o le dita quando si avvolgono intorno alla matita.
Non lasciarsi andare alla rabbia o alla frustrazione.
Comprendere i messaggi nei comportamenti degli altri.
Esprimersi con le parole. Contare.
Infinite cose si possono costruire, lavorandoci su, e questo è bellissimo.
Ma è anche uno zaino pesantissimo sulle spalle di qualcuno.
Qualcuno che ha sempre l'occhio su un bimbo o una bimba che gioca.
Qualcuno che impara come gestire gli accessi di rabbia.
Qualcuno che si perde quanto può essere divertente un bambino quando impara spontaneamente.
Qualcuno che per forza di cose diventa paziente, rallenta per rallentare l'impulsività di un altro.
Qualcuno che difficilmente può affidare il suo bimbo ad altri.
Tutti i genitori rinunciano. Alcuni genitori rinunciano a quasi tutto.
Spesso sono le mamme.
Spesso vorremmo fare qualcosa ma non sappiamo cosa.
Un'idea.
Stiamo loro vicino, chiediamo 'tutto bene'? Ascoltiamo se cominciano a raccontare. Commentiamo 'e sì, ti sei trovata ad affrontare proprio una bella sfida' o 'stai facendo un ottimo lavoro'.
Cose così.
#disabilita#genitori
Nov 15, 2023
oh, sveglia! Ci sono dei bambini col faccino insanguinato, nei corridoi di un ospedale che finirà la corrente fra quattro giorni!
Non m'interessa cos'hanno combinato gli adulti, ma lasciare morire i bambini d'inedia e acqua sporca è indegno di un paese civile, qualunque storia esso abbia alle spalle.
La guerra fatela con le armi. Fa schifo uguale, ma evidentemente non se ne può fare a meno.
Fare la guerra di rappresaglia, la guerra dell'acqua e della corrente, non è guerra, è mafia!