Hanno slacciato il corsetto dell'anima
My zavoevany! Vanny Duši. Lift. Lif duši rasstegnuli, Telo žgut ruki. Kriči, ne kriči: “Â ne hotela!” (Ci han conquistato! Bagni. Docce. Ascensore. Hanno slacciato il corsetto dell'anima. Mani ustionano il corpo Che tu gridi o che no: “Io non volevo!”) Vladimir Majakovskik – iz ulicy v ulicu. Traduzione di Guido Carpi
Alla notizia di intelligenze artificiali che fanno la spesa (la spesa!) al posto nostro, di sistemi operativi con intelligenza artificiale in ogni singolo elemento dell'interfaccia e di un internet che collassa oramai con cadenza mensile non posso che pensare a questa lirica di Majakovskik poco prima della rivoluzione nel 1913. Probabilmente la mia interpretazione sarà sbagliata, ma la successione di “bagni/docce/ascensori” non è casuale. In russo, come visibile sopra, sono rispettivamente “Vanny/Duši/Lift” e nel verso dopo “Lif duši rasstegnuli” si può notare come ascensore e bagno siano simili a “slacciare” e “anima” (posto al genitivo, dunque con valore di dell'anima). Forse un'iperbole o un caso, ma già allora si vedeva come la tecnologia stesse uccidendo il contatto dell'uomo con la natura, un processo che ora mi pare si sia spostato all'intelletto e alla nostra integrità morale. In poche parole, ci stanno facendo a pezzi, l'anima l'hanno slacciata da un bel po'. Il punto, è che oggi come allora, sia che gridiamo o che non gridiamo, non possiamo fermare qualcosa di irreversibile.