Die Dämmerung

“Sembrava che stessi urlando. In realtà, stavo semplicemente cantando” – Sinéad O'Connor

Schermata iniziale del gioco

“Non siamo più semplici creature terrestri, né esseri planetari, ma luminosi figli delle stelle! E, insieme, danzeremo per dieci miliardi di anni, festeggiando il dono della coscienza fino a quando anche le stelle stesse non diventeranno fredde e stanche, e allora, tutto ricomincerà di nuovo. Dall'inizio.” Lady Deirdre Skye, “Conversazioni col pianeta”, Epilogo

Ricordo che scoprì Sid Meier's Alpha Centauri gli ultimi anni delle scuole elementari. Tutti su internet ne parlavano benissimo, ma, viste le mie scarse conoscenze dell'inglese dell'epoca ed immani problemi di compatibilità (non ancora risolti) con i moderni sistemi operativi, ho potuto giocare per la prima ad Alpha Centauri solo nel 2022, e incredibilmente, nonostante gli oltre due decenni dal suo rilascio, credo non esista videogioco che sia stato capace anche solo di scalfirlo o di spodestarlo dal suo trono. A conti fatti, lo considero uno dei pochi videogiochi effettivamente definibile “arte”, con uno dei sistemi di narrazione più originali, profondi e stupefacenti che l'intero medium abbia mai potuto offrire.

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Andrew Catlin - 48 - 1988

La pronuncia irlandese di “Sinéad” è /ʃɪˈneɪd/ (”shin-eid”)

My name is Sinéad O’Connor. I am learning to love myself. I am deserving. I deserve to be treated with respect. I deserve not to be treated like dirt. I deserve to be listened to. I am a member of the human race. I deserve not to be hurt. My name is Sinéad O’Connor. I am a woman. I have something to offer. (Mi chiamo Sinéad O'Connor. Sto imparando ad amare me stessa. Sono meritevole. Merito di essere trattata con rispetto. Merito di non essere trattata come immondizia. Merito di essere ascoltata. Sono un membro della razza umana. Merito di non essere ferita. Il mio nome è Sinéad O'Connor. Sono una donna. Ho qualcosa da offrire.) Sinéad O'Connor – Irish Times 1993

Non sarò mai realmente in grado di trovare le parole giuste per esprimere quanto amassi la figura, la musica e l'arte di Sinéad O'Connor. La notizia della sua dipartita è stata per me devastante, poiché l'avevo scoperta esattamente nove mesi prima della sua morte. L'attenzione e la passione con la quale mi sono dedicato nello studio (perché “ascoltare” qui sarebbe riduttivo) di tutta la sua discografia non ha eguali per me con nessun altra artista. Non nascondo che in certi punti mi sentissi prossimo ad una relazione parasociale con lei, ma davvero non riuscivo a trovare un elemento di lei che non fosse per me affascinante, unico o incredibile. Su Sinéad O'Connor nel corso degli anni si è scritto tanto e in maniera molto irregolare, e in questa marea di opinioni condivisibili o non, io vorrei solo contribuire concentrandomi su ciò che mi ha sempre più colpito di lei. Non posso ignorare la sua vita privata perché in determinati punti essa è totalmente fusa con la musica e non può in alcun modo essere slegata da essa, ma allo stesso tempo non intendo pormi in mezzo a questioni personali o di gossip: Sinéad O'Connor viveva per cantare e cantava per vivere. Questa pertanto, è una monografia sulla sua musica.

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Classifica, assolutamente personale ed in espansione, dei miei videogiochi preferiti.

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Retro della copertina di Heroine

Rilasciata nel 1986, Heroine fu il primo singolo da solista sia per David Evans (in arte The Edge) che per Sinéad O'Connor, ma se il primo allora già godeva di una certa fama, per O'Connor, all'epoca appena 19enne, si trattò invece del suo primissimo debutto (sul retro del singolo c'era anche la sua prima foto “pubblica”). Il brano fu realizzato per la colonna sonora del film anglo-francese The Captive, pellicola che deve la sua notorietà unicamente alla qualità del suo accompagnamento musicale.

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