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un dono a Mariangela Gualtieri per la sua immortale poesia: https://slowforward.wordpress.com/wp-content/uploads/2025/11/amariangelagualtieri2024_02_23_20_28_53.mp3



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l'entusiasmo forzato, lo spettacolo della cultura (prodotto da una pervasiva cultura dello spettacolo), la fibrillazione aziendalista perenne: qui in un'annotazione critica esemplare di Valentina Presti Danisi https://slowforward.net/2025/11/24/la-presabbene-valentina-presti-danisi-2025/

non potrei essere più d'accordo.



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qui solo quattro link all'atrocità tutt'ora in essere:

entità della distruzione https://www.instagram.com/p/DRWvTsCjC8S/

il genocidio continua, la “tregua” è un diversivo https://www.facebook.com/share/p/17jbpCnGi8/

in Cisgiordania, le semine e i raccolti minacciati https://www.facebook.com/share/1AtAmu6Jcm/

friendly reminder that this is a genocide https://www.facebook.com/share/v/1DCHtUHSLS/



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sabato 29 novembre, di nuovo a Roma: reading da Oggettistica, che è questa cosa qui: https://ticedizioni.com/products/oggettistica-marco-giovenale

(https://slowforward.net/2024/04/15/link-e-materiali-per-oggettistica-tic-edizioni-collana-ultrachapbooks-marzo-2024/)

nei prossimi giorni i vari dettagli. intanto annotate in agenda



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probabilmente sono io insofferente, ma proprio gli intellettuali italiani non li vedo per niente interessati a stare sul pezzo. c'è un genocidio in corso, un'occupazione, furti di terre, furti di materie prime, distruzione a tappeto. e loro vanno nei salotti e alle terme del cervello. non lo so. da più di due anni tutti (no: alcuni, solo alcuni) vivono la contraddizione di essere attivi, scrivere, lavorare, e insieme battagliare come si può contro il sionismo assassino. diffondere notizie. farle arrivare a più persone. per cui non nego che la compresenza di orrore e non-orrore sia uno status (ovviamente non nuovo) insopportabile e però da noi giocoforza sopportato. ma sopportare è un conto, supportare un altro. anzi. quello che si vede è l'insistito glissare, dimenticare proprio il genocidio, l'orrore, e rifugiarsi nella pura demenza culturale d'occidente, consueta. con tutti i suoi spettacoli, le sue bandierine di cose fatte e da fare, imminenti e state. continua a essere il solito bordello circense, alla fine, italianissimo e adesso pure neofascista. (anche se, direi, lo spettacolo sopravanza il fascismo e – probabilmente – lo produce. non è l'inverso).



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uno degli interventi più lineari e belli di Paolo Virno, sulla negazione, sull'utopia, sull'innovazione. l'ho condiviso su differx. https://differx.noblogs.org/2025/11/22/paolo-virno-lazione-innovativa-video-della-fondazione-collegio-san-carlo/



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oggi alle sette c'è 'Opera buffa', il libro di Luciano Neri, da Tic in piazza San Cosimato 39. collana ultrachapbooks.

inoltre, insieme all'autore e al critico Massimiliano Manganelli, a presentare il libro ci sarà Samuele Maffei, critico che – come autore di poesie e prose di ricerca – dovrei aggiungere al microelenco che si può leggere in coda a questa annotazione https://noblogo.org/differx/un-po-dopo-il-2000-quindi-a-trentanni-suonati-da-vari-mesi-e-forse-anche



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sotto il regime sionista è del tutto casuale vivere o morire. la bomba cade qualche centinaio di metri più in là, vivi; altrimenti muori. ti negano il visto per uscire e farti curare dove ancora ospedali esistono, muori; il burocrate di turno è distratto e gli cade la firma su un permesso, tu vivi, forse. l'ambulanza passa, forse vivi; l'ambulanza viene bloccata per due, tre, cinque ore, muori. una disattenzione del soldato che manovra il drone e fai in tempo a ripararti, altrimenti sei puntato e ucciso. il cecchino starnuta e vivi, è concentrato e muori. non è che vivi perché sei un bambino di sei anni o un'anziana di ottanta; è semmai perché lui ha un colpo di tosse, o in quel momento ha lasciato la postazione per farsi un selfie. questa remissione di ogni onore e rispetto, di ogni elemento umano, per affidare invece tutto alla macchina di morte, che passando lascia qualche alone di vita solo per errore, è israele. israele ha dimostrato di essere questo in quasi un secolo di vita propria e morte altrui. e proprio luminosamente questo è apparso chiaro negli ultimi due anni. senza la più vaga ombra di dubbio.



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un po' dopo il 2000, quindi a trentuno anni suonati da vari mesi, e forse anche oltre, ho pubblicato alcuni versi in una delle migliori/maggiori riviste cartacee (ancora in attività oggi), ossia “l'immaginazione”, èdita da Manni. la consideravo (ed era) una prima uscita – diciamo così – prestigiosa. sentivo che era scattato un click. una specie, insomma.

non che non avessi scritto cose di qualche pregio, prima (ero pur sempre uscito con una lunga prosa sulla straordinaria “Rendiconti”, di Roberto Roversi, nel 1997 quindi a 28 anni) ...però per molti aspetti era la situazione della poesia e della prosa in Italia a rivelarsi o a mio avviso apparire (e a posteriori direi che non avevo torto) depressa, piagnona e petrarcaica. questo, volendo tenersi cauti & buoni. la stessa sperimentazione, secondo me ritiratasi in una foresta fonosemantica tra il noioso e l'agghiacciante, pareva in stallo. voglio dire che, insomma, non c'era da sentirsi allegri. ma mettersi in ascolto sì, certo. sempre e comunque.

quello che è successo dopo l'ho raccontato varie volte (con le date 2006 https://gammm.org, 2009 Prosa in prosa, e 2013 Ex_it – Materiali fuori contesto, solo per iniziare). ok. però ciò che mi interessa annotare qui è che – come in tutto quel Novecento in cui tengo ancora un piede ossia ricordi vari – esordire era ancora, tra anni Ottanta (prime mie prove: 1989) e inizio Duemila, attendere attendere e ancora attendere. riprovare. studiare parecchio e inviare materiali a riviste, confrontarsi con le redazioni. riconsiderare i materiali, barrarne alcuni, magari parecchi. incassare critiche e ragionare su variazioni di percorso. eccetera.

bon. ora farò il vecchio boomer e dirò che: oggidì (!) non i trentenni ma già i ventenni e magari pure gli adolescenti e preadolescenti avanzano sparando a caso, correndo, e azzannano i social e le riviste in rete con testi invariabilmente frutto di immaturità e ingenuità anagraficamente spiegabilissime, come se però stessero proponendo ai lettori l'ultimo effato dello Spirito hegeliano. l'unica cosa veramente in sincrono col cosmo.

per non parlare del versante teorico che raramente si trattengono dal mettere in campo per puntellare l'effato. il loro kitsch asfalta ogni lettore minimamente sensibile. mi fermo qui.

p.s. al momento sono proprio pochi, assai pochi, gli autori di venti o trent'anni che stiano con sicurezza viaggiando verso una maturità o l'abbiano pressoché raggiunta. faccio sempre i nomi di June Scialpi e Antonio Francesco Perozzi. o del collettivo Angolo Cieco. non sono i soli ma vanno citati per primi.

ma altre annotazioni farò più avanti. ... [continua] [forse]



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per chi si domandasse cos'è la scrittura asemica, due link rapidissimi:

https://it.wikipedia.org/wiki/Scrittura_asemica

https://www.ikona.net/marco-giovenale-asemics-senso-senza-significato/

#asemicwriting #scritturaasemica #asemic



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