differxdiario

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cosa non fa di me un collezionista—-

probabilmente: il fatto che se le condizioni di un oggetto sono troppo precarie, per fragilità o sudiciume, non so come gestirlo. il fatto che per me non c'è idolatria per autori o artisti o personaggi quali che siano. quello che vedo – sia tratti di vecchie foto, cartoline, dattiloscritti e manoscritti o libri – mi interessa solo nella misura in cui intellettualmente e (diciamo) artisticamente posso stabilire un rapporto che non è di possesso ma di immissione nel mio sistema di segni. devo poter integrare in questo modo l'oggetto nell'immaginario attivo. mio. cioè portarlo concretamente in un nuovo contesto. e farmici trascinare io stesso.

il collezionista blocca, e – se studioso – storicizza, e spiega.

è la differenza tra invenzione e inventario. io sto con la prima.



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dal 2015 : https://youtu.be/cBesCvBzXfw credo che in questi ultimi dieci anni le cose siano ancora peggiorate. non si spiegano molte cose, altrimenti

#25aprile #Liberazione #FestaDellaLiberazione #antifascismo



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Serena Bortone: “nessuno parlerebbe di fascismo se evitassero di inneggiare alla decima mas, fare francobolli sui fascisti, picchiare un deputato in aula. basterebbe avere un minimo di decenza” (https://x.com/grande_flagello/status/1802299304628941244)

e vogliamo parlare dei busti dell'appeso, che la seconda carica dello Stato si tiene in casa?

#fascismo #neofascismo #governo #governoitaliano #antifascismo #Resistenza



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ma gli studi decoloniali che ci stanno a fare, se non si vede quello che israhell ha fatto e fa da un secolo circa? https://marcogiovenale.me/2025/08/03/colonialismo/



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sulla sartoria e la letteratura (o: la sartoria in letteratura) bisogna rispondere con Balestrini e con varie altre voci. tempo fa ci ho provato con un post e un pdf. il primo qui: https://slowforward.net/2025/10/14/gli-scheletri-negli-armani/ (replica aggiornata di un intervento precedente). il secondo qui: https://slowforward.wordpress.com/wp-content/uploads/2025/10/9-notille-a-unintervista_-marco-giovenale_-31ott2025.pdf



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continuo a credere in una disseminazione/diffusione (e militanza politica e letterario-artistica) orizzontale, e diffido di una prassi verticale e centripeta. i social e qualsiasi altro luogo della superficie mainstream della rete blandiscono e capitalizzano il narcisismo e la separazione degli utenti (e dei) critici, quindi privilegiano l'aspetto centralizzatore e verticale: “apri il tuo account su instagram (tiktok ecc.) e diventa un influencer”. (implicito: trasforma tutti gli altri in spettatori; l'“Io” della vicenda sei tu).

al contrario, l'idea orizzontale e rizomatica del modus operandi che mi convince ha al fondo un progetto di distribuzione delle informazioni (recenti, storiche, politiche, artistiche ecc.) e di connessione tra le persone, di estensione della rete dei contatti, di movimento (di) collettivo.

inoltre, alla strategia della disseminazione corrisponde – per me personalmente – un'attività di diffusione, anche, di “esche” disperse nei social generalisti. link che portano fuori da questi.

[alcune notille anche qui: https://slowforward.net/2025/12/20/se-vale-la-pena-o-no-restare-su-facebook-ecc/]

[continua]



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in rete si legge ogni tanto qualche sonora baggianata sull'“io” e la ricerca letteraria, solitamente incastonata nel tormentone “del resto già la neoavanguardia sosteneva la riduzione dell'io”. per tacere della costante confusione tra io e soggetto. o della limitazione di “io” alla sua dimensione grammaticale.

ho ritentato allora la ri-ripetizione di qualche riga, anche in voce, qui, con ennesimo riferimento a CB: https://slowforward.net/2025/12/20/carmelo-bene-soggetto-vs-io

anche se ovviamente spiegare è inutile, è stato inutile negli ultimi vent'anni. e negli oltre quaranta ancora precedenti. sarà sempre, per sempre, inutile. la madre degli angoli ottusi è sempre incinta.



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il sommarsi di tre vettori di variazione culturale/scientifica straordinari – cioè (1) gli avanzamenti sperimentali e teorici in fisica quantistica + (2) le neuroscienze + (3) l'intelligenza artificiale – sembra attestarsi (in termini di eccezionalità) come contraltare all'avanzamento delle destre medioevali coloniali in tutto il mondo.

o, detto altrimenti: i neofascismi violentano le lancette dell'orologio per portarle indietro nel momento stesso in cui queste sembrano invece accelerare positivamente.

inoltre: da una parte l'impianto giuridico che avevamo – anche sul piano internazionale – sembra inadeguato ad affrontare ragionevolmente e umanamente le recenti o recentissime acquisizioni scientifiche e culturali (dico “culturali” in senso antropologico); dall'altro anche le basi fondamentali minime essenziali del diritto vengono infrante non solo da chi le ha sempre violate (USA in testa), ma anche dalla maggioranza degli eredi di coloro che da quelle leggi si intendeva fossero protetti (percentuali altissime di cittadini israeliani; e i loro governi).

se – poco laicamente – credessi in una specie di bilancio a somma zero delle forze in atto sul pianeta Terra, direi che questo è il caso.



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“busy now, call me in the afternoon”: https://differx.tumblr.com/post/803110175889309696/busy-now-call-me-in-the-afternoon-cc-2025



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ubiquità: no grazie.

una bizzarria che sempre mi sorprende è quando amici e conoscenti mi incontrano e mi dicono ho visto il tuo sito, fai un sacco di cose!

parlano di slowforward.net, ovviamente, e... intendono tutti gli incontri, eventi e letture e mostre che su quel sito segnalo (ormai dal 2003) come fossero tutte cose alle quali do o presenza o un mio contributo di organizzazione diretta o entrambi.

bon. mi rendo conto che ancora un po' tutti consideriamo la rete una specie di specchio della realtà, e con candore trasferiamo le proprietà dell'una all'altra e viceversa, però mi domando – bontà celeste – come sia possibile per me o per chiunque presenziare lo stesso giorno a un incontro a Bologna, un convegno a Milano, un reading a Roma, giusto mentre il sito recupera e pubblica un manifesto fluxus e fa uscire un podcast in cui Pinco descrive Pallino in dialogo con Sempronio.

nessun curatore di pagina di eventi e post di alcun sito viene ritenuto presente a tutte le iniziative della rubrica di cui è responsabile; né lo si pensa, di quelle iniziative, organizzatore. io, per qualche segreto motivo, sì.

dirò allora, e ripeterò, che slowforward pubblica raffiche di post, segnala pile di robe al mese, centinaia se non migliaia all'anno. ma che, nello spazio di un mese, io potrò prendere parte a cinque-sei o sette di queste, forse meno; e un calcolo proporzionale andrà fatto sull'arco dei 365 dì.

magari per venti o trenta giorni non uscirò di casa, non presenzierò a nulla, e nulla congegnerò. ma continuerò a diffondere notizie o condividere materiali che reputo di valore. l'apparizione online di questi ultimi non implica in nessun modo che il mio corpo astrale attraversi le pareti di casa mia e si faccia in due o tre o cento per versarsi ovunque a pioggia.

slowforward, benedetti fedeli, non è uno specchio personale, ma entropia gratis, come recita – fra l'ironico e il diretto – il sottotitolo. slowforward fa cioè rassegna di click che mi garbano, che credo siano interessanti curiosi importanti, che tracciano un(o sfumato e sempre ridiscusso) perimetro di ciò che si può considerare ricerca artistica e letteraria. e come tale va pensato.

anzi, aggiungo e sottolineo: così va pensato solo e proprio il sito, slowforward. non me. pensiamo il/al sito, ecco: del tutto a prescindere dalla persona MG. anche (ma non solo) perché mica è soltanto opera mia. a strutturarlo c'è un ensemble.

o, volendo, un piccolo collettivo.



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