La cinesata
La Cina è un regime comunista a capitalismo di Stato. Le due cose non sono in contraddizione o in conflitto tra loro. Semplicemente in Cina c'è un'economia capitalista fortemente diretta dalle decisioni dello Stato, che hanno come fine e obiettivo principale il bene del popolo cinese e della collettività. Ciò determina che le politiche economiche del governo cinese abbiano sempre, come tradizione nel socialismo reale, un orizzonte temporale di medio-lungo termine. Al contrario, il capitalismo delle economie occidentali a trazione finanziaria ha inevitabilmente un orizzonte temporale di breve-brevissimo termine.
Si tratta di due modelli contrapposti. Il primo agisce prevalentemente sull'economia reale e programma i vantaggi, i benefici e i risultati sul lungo termine; il secondo è guidato dalla finanza, il cui solo interesse è il dividendo, la redditività delle azioni nel brevissimo tempo.
Questa differenza è cruciale. La Cina ha già adottato diverse misure per opporsi alla guerra commerciale incentrata sui dazi che gli ha dichiarato Trump: oltre a quelle sulla moneta e sul proprio portafoglio di debito pubblico americano, nelle ultime settimane ha attuato una politica di forte incentivo della domanda interna.
Lo sta facendo principalmente con la sua industria di punta, quella dell'automotive elettrico. Settore a sua volta strettamente interconnesso con quello delle rinnovabili e della transizione energetica, che in Cina galoppa. Per dare impulso alla domanda interna, il Governo ha imposto alle case produttrici cinesi, come BYD, di dimezzare il prezzo delle loro auto da circa 14.000 dollari a poco più di 7.000 dollari.
La case automobilistiche non sono sicuramente contente e neanche la borsa cinese, che in questi giorni va in rosso un giorno sì a l'altro pure. Ovvio, gli azionisti pretendono che la redditività delle loro azioni non diminuisca, che il valore di mercato dei loro investimenti aumenti costantemente.
Ma le aziende cinesi si devono adeguare, perché è lo Stato cinese a decidere la politica economica e industriale. Penserà lui a compensare l'industria nel breve periodo dell'impatto della misura. Sticazzi gli azionisti.
Nel capitalismo occidentale una cosa del genere è impensabile. Perché è la finanza a determinare le politiche industriali di uno Stato sulla base delle proprie regole e interessi. Nessun governo occidentale può imporre alle aziende produttrici di ridurre i prezzi delle auto, pur con la prospettiva di una robusta ripresa delle vendite. Anche se sarebbe logico dal punto di vista economico e industriale. Ma non accade. Le auto in Europa continuano a costare troppo malgrado la domanda bassissima. L'industria automotive a trazione finanziaria non abbassa i prezzi, ma chiede incentivi e finanziamenti pubblici. Drena risorse pubbliche per non scontentare gli azionisti. E sarebbe questa la mitica economia di mercato?!
La Cina vincerà la guerra economica su scala globale contro gli USA, che non riusciranno più a riprendersi e a competere nei prossimi decenni con il colosso cinese. L'EU, ruotino di scorta degli USA, è fuori gioco da 15 anni. Sarà un attore sempre più marginale. Sui libri di Storia di domani questa sarà descritta come l'epoca del definitivo crepuscolo economico e geo-politico dell'Occidente.
La Cina ogni anno installa e investe in rinnovabili quanto tutto il resto del mondo messo assieme. Ha già totalmente elettricato i trasporti di città di 10 milioni di abitanti, come Shenzhen, e sta velocemente elettrificando la stessa Pechino. BYD investe quasi il 25% dei propri utili in ricerca e sviluppo e impiega un vero e proprio esercito di ingegneri. Il 25% in R&D!
Mi fanno ridere quelli che “eh, ma la Cina usa ancora tanto carbone!”. Solo un cretino può pensare che la transizione energetica di un paese di 1.4 miliardi di persone si possa fare con un semplice switch-off dall'oggi al domani. La Cina è lanciata a velocità spaventosa verso il futuro e in 25 anni ha fatto quanto l'Occidente ha fatto in 100 anni bruciando oceani di petrolio.
Le auto elettriche cinesi oggi sono dei tablet con le ruote, hanno un contenuto di tecnologia mostruoso. La ricerca nella guida autonoma è avanzatissima. Gli USA sembrano fermi all'età della pietra in confronto.
Le auto europee, come le Volkswagen, per i giovani cinesi sono delle auto da vecchio, da boomer. Chi andasse in giro con un SUV endotermico da 50 mila euro a Shenzhen sarebbe visto come uno sfigato e uno che rema contro il bene della collettività, sarebbe coperto di biasimo dai suoi concittadini. In Europa, soprattutto in Italia, il SUV è ancora uno status symbol. I mentecatti che circolano nel centro cittadino con SUV da 2 tonnellate sono dei fighi da ammirare.
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