Manicomio 5^A

Qualche sparuto studente sceglie di non presentarsi all'orale della maturità come gesto di protesta nei confronti di un intero sistema scolastico inadeguato, anacronistico e incapace di formarli e prepararli al mondo di oggi e a quello che verrà.

Come al solito schiere di boomer sbraitanti si scagliano contro le nuove generazioni, incapaci, a loro dire, di stare al mondo e di affrontare la realtà (quella costruita da loro stessi e a loro misura) e di adattarsi alle logiche della modernità (una modernità novecentesca). Ma le critiche vengono proprio da una generazione di persone che vivono di e nel passato e che non hanno capito nulla del mondo di oggi (infatti fanno di tutto per distruggerlo e per distruggerci) e in particolare di quello dei giovani. In Italia, tanto per cambiare, più che in molti altri Paesi europei.

Ho due figli 20enni, buoni studenti e responsabili. Loro e i loro coetanei dicono più o meno tutti la stessa cosa delle scuole superiori, il disagio è generalizzato: nelle scuole superiori dirigenti e docenti sono letteralmente ossessionati dal programma e dai voti. Non esiste altro. Eppure la scuola è altro. Imperativo categorico assoluto è finire meticolosamente il programma, anche se è sconfinato. Chi riesce a stare dietro ad un ritmo da criceto nella ruota si salva, comunque a fatica, ma rinunciando a parte della vita che un adolescente ha il diritto e il dovere di fare al di fuori della scuola. Gli altri, la maggioranza, annaspano, vanno in crisi e si rifugiano in un silenzioso rifiuto. Le parole ansia, stress, angoscia ricorrono sempre nei loro discorsi. Personalmente lo trovo allucinante, gravissimo.

Ho fatto le superiori negli anni '80, tornavo a casa alle 13, studiavo 2/3 ore e poi uscivo con gli amici, tutti i pomeriggi. Mi sono diplomato con un buono voto, senza troppa fatica e godendomi la mia età. Stress e ansia erano concetti sconosciuti.

Negli istituti superiori oggi si fanno 30h/settimana. In quelli dove non si va al sabato, l'orario è 8-14. Si arriva a casa alle 14.30, o più tardi per chi vive fuori città, e si deve ancora pranzare. Ma non c'è tempo per tirare il fiato. I professori, evidentemente affetti da gravi disturbi psicologici, danno i compiti a casa. Compiti a casa di ogni materia... dopo 6 ore di lezione in classe. Deliranti. Ed è una mania tutta italica.

Il Ministero richiede 2/3 valutazioni a quadrimestre per ogni materia. Gran parte dei professori ne fanno 4 o 5, alcuni addirittura 7. Poi ci sono i recuperi per quelli che devono rimediare. Le verifiche si accavallano: 3 a settimana, talvolta 4 e non raramente anche con 2 compiti in classe lo stesso giorno. Allora i ragazzi cercano il dialogo, chiedono di abbassare il ritmo (oggettivamente forsennato) e il numero di prove, perché non ce la fanno. La risposta è invariabilmente da malati di mente: “Dobbiamo finire il programma e io devo essere sicura/o che voi studiate sempre”. Queste parole, se possono andare bene, forse, nella scuola dell'obbligo, a partire dalla 3^ superiore sono da TSO immediato. Trattiamo ragazzi prossimi all'età adulta come dei mocciosi. E la colpa sarebbe loro?!

Non basta. Già a partire dalla 4^ lo spauracchio della maturità è usato come un'arma affilata per alimentare panico, ansia da prestazione e stress, da cui sono funestati in primis i professori, che a loro volta scaricano senza alcun filtro, o remora, sui ragazzi. L'ho constatato personalmente seguendo 10 anni di superiori dei miei due figli.

Conta soltanto il voto, questa è la critica dei ragazzi. Hanno ragione, non importa se quel voto non rispecchia la tua reale preparazione e comprensione della materia. Non può farlo, date le condizioni da manicomio nelle quali uno studente deve e vuole fare il suo dovere.

L'Istituto Superiore di Sanità ci dice che negli ultimi 5 anni in Italia c'è stato un boom nell'uso di psicofarmaci e antidepressivi tra i giovani nella fascia 15-26 anni. Certamente la scuola non è l'unica responsabile ma sarebbe da deficienti pensare che non abbia alcun ruolo il luogo dove ragazzi passano buona parte della giornata e dove si pretende maniacalmente che siano iper-performanti.

I commenti generalizzati dei boomer fuori tempo massimo e degli psicologi d'accatto da salotto TV alla Crepet, ignoranti, supponenti e paternalistici mi fanno prudere le mani.

Now playing: “Snow (Hey Oh)” Stadium Arcadium – Red Hot Chili Peppers – 2006


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“Andare al di là di fascismo e antifascismo ha, intenzionalmente o no, un’unica conseguenza, che è quella di mettere fascismo e antifascismo sullo stesso piano.” Norberto Bobbio