Togliere subito il diritto di voto ai 50enni

Qualche sera fa mi tocca sentire in TV un dibattito tra alcuni giornalisti, considerati di sinistra o centro-sinistra, insomma facenti parte di quella enorme categoria di persone chiamata “progressisti”. Aprile, Cuzzocrea, Telese, Floris.

Costoro, come tanti, ripetevano ossessivamente il mantra che la colpa di avere portato l'estrema destra al governo è unicamente delle sinistre che non hanno saputo proporre qualcosa di credibile. E secondo loro quel qualcosa di credibile lo può proporre una sinistra ampia che si accordi “su un'idea comune moderata”, che usi toni moderati da contrapporre ad una destra dai toni radicali e estremisti. Perché, dice il saccente Floris, “in Italia i massimalisti di sinistra non hanno mai vinto”.

Quindi, secondo loro le destre nel mondo vincono le elezioni usando toni forti, radicali e estremisti, ma le sinistre devono batterli usando toni moderati, e politiche progressiste che non spaventino (forse loro?) e non stravolgano la vita delle persone e lascino da parte i massimalismi. Ma sono proprio le sinistre moderate ad essersi svendute al capitalismo “che mette tutti d'accordo”.

I casi sono due. O questi giornalisti sono totalmente incapaci di leggere e interpretare i nostri tempi, e allora è meglio che cambino mestiere. Oppure sono talmente spaventati di perdere gli ampi privilegi e le posizioni di rendita di cui gode la loro casta, che chiunque proponga politiche di sinistra massimaliste con toni radicali, ai loro occhi rappresenti un pericolo più grande della destra illiberale, liberticida e fascista.

Uno dei nomi di possibile leader della nuova sinistra che è venuto fuori intorno a quel tavolo mi ha fatto accapponare la pelle: Ernesto Maria Ruffini, l'ex-direttore dell'Agenzia delle Entrate, un renziano democristo che sta alla sinistra (vera) come la cacca sta al risotto.

Poi, in totale contraddizione con se stessi, da “acuti osservatori” quali sono hanno citato il 33enne che ha sbancato alla primarie del sindaco di New York, Zohrab Mamdani, AOC, Alexandria Ocasio-Cortez e Bernie Senders come i democratici che in USA possono battere la destra trumpiana.

Poi si dice che i referendum proposti dalla CGIL falliscono perché le proposte “erano radicali, eccessivamente di sinistra, troppo socialiste”. Ma se poi si va ad analizzare di dati, si scopre che se avessero votato soltanto i 20-30-40enni i referendum sarebbero passati tutti!

Quindi poche idee ma confuse nella categoria dei giornalisti progressisti italiani, il cui mestiere dovrebbe essere quello di capire e raccontare l'attualità. Citano Mamdani, che ha stravinto le primarie perché ha usato toni e promesso politiche radicali (per un Paese ferocemente calvinista come gli USA) e ha portato a votare per lui sopratutto i giovani e AOC, il cui mentore è Bernie Sanders, un socialista.

Ecco, la soluzione è proprio sotto i loro occhi, ma la loro mentalità da boomer incanutiti, aggrappati alle anacronistiche categorie di pensiero novecentesche, li rende ciechi. La verità invece è che per battere la destra estrema e radicale serve una sinistra estrema e radicale che parli, pensi e agisca soprattutto per il bene dei giovani e delle future generazioni. Che si rivolga quasi esclusivamente a loro, portandoli a votare in massa.

Il mondo dei nostri genitori non esiste più. Il tempo dei privilegiati che godono di rendite di posizione, oggi sempre più intollerabili, è finito. In questi anni '20 vincono i radicalismi e gli estremismi, perché la realtà e la vita quotidiana delle persone è complicata, durissima, sempre più insicura e spesso frustrante.

Qualunque partito che tenti di narrare la complessità della realtà, seppur in buona fede, perderà sempre le elezioni. Questa realtà è troppo dura per vedersela sbattere in faccia tutti i giorni da persone che parlano di ciò che non conoscono in prima persona e da cui si tengono ben lontani per non sporcarsi le mani e i vestiti. Il mondo è segnato da guerre, insicurezza e precarietà, esclusione sociale e disuguaglianze crescenti, forti tensioni sociali, compressione dei diritti civili, crisi climatica galoppante.

Ma la sinistra da salotto, o al massimo da studio televisivo, vuole politiche moderate dai toni moderati.

Comprendere la complessa realtà di oggi richiede uno sforzo cognitivo che quasi nessuno (purtroppo si deve prenderne atto) vuole più fare, ma soprattutto non è più in grado di fare. Oggi è tutto infinitamente più complicato di 30-40 anni fa.

Ciò che serve è una proposta e una forza radicale e massimalista per battere la destra estrema e radicale. Se le destre vincono in quanto radicali, perché a sinistra si dovrebbe pensare di poter vincere con proposte moderate?

La sinistra deve raccontare la verità, certamente, e fare debunk di ogni singola menzogna raccontata dalle destre. Deve farlo lottando sul loro stesso campo, sporcarsi le mani, i piedi e i vestiti, batterla in estremismo. Deve portare a votare in massa i giovani, gli unici che ne hanno titolo, ragione e interesse più di chiunque altro. Deve proporre politiche radicali con un linguaggio radicale e “massimalista”, adatto ai giovani idealisti, pieni di energia, spirito innovativo e entusiasmo. I giovani sono pronti a plasmare il mondo a loro misura e sensibilità, che è molto più spiccata della nostra.

Da 50enne padre di due ventenni, se dipendesse da me, toglierei il voto a tutti quelli dai 55 anni in su, meglio se dai 50, e lascerei prendere le decisioni soltanto ai giovani, alle nuove generazioni, che vedono e vivono la realtà di oggi con uno sguardo, una consapevolezza e una lungimiranza che tanti di noi hanno perso, ma spesso anche con rassegnazione e disillusione. Perché a disegnare il mondo di domani, il loro mondo, ci sono le generazioni di vecchi aggrappati ai loro meschini interessi e che ragionano con una mentalità superata, quasi arcaica.

I figli del '900 ci azzeccano poco o nulla in questo secolo, eppure pretendono di dare le carte sempre loro, difendendo odiose posizioni di privilegio costruite in un secolo passato di opulenza, benessere e sicurezza. Mentre i giovani sono tenuti ai margini. Raccontiamo loro la colossale balla che stiamo lavorando per il loro futuro, li trattiamo da bambocci perché fa comodo a noi, li escludiamo da ogni processo decisionale. In Italia è molto peggio che altrove. I 30-40enni all'estero sono manager, dirigenti e politici di primo piano, in Italia sono portaborse di padroni di azienda dell'età dei datteri e di politici rivettati alle loro poltrone da tre decenni.

Per vent'anni ho insegnato ai miei figli a non accettare il mondo così com'è ma ad impegnarsi in prima persona e se necessario a lottare per cambiarlo questo mondo. Oggi non è più tempo di politiche moderate, di centrismo, di renzismo e di democristianità oppure le destre governeranno per i prossimi 30 anni, e se non sarà la guerra a decimare l'umanità lo farà il cambiamento climatico.

Now playing: “La domenica delle salme” Le nuvole – Fabrizio De André – 1990


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“Andare al di là di fascismo e antifascismo ha, intenzionalmente o no, un’unica conseguenza, che è quella di mettere fascismo e antifascismo sullo stesso piano.” Norberto Bobbio