Immaculate – La Prescelta: chissà che ne pensa Dario Argento?
Più ci avviciniamo ad #Halloween più i vari servizi di #streaming come #Netflix, #Prime etc. ci suggeriscono #film #Horror con cui passare la serata.
Ieri sera è toccato a #Immaculate – La Prescelta, film del 2023 (proiettato nei cinema italiani a partire da Luglio 2024) diretto da Micheal Mohan con un cast quasi totalmente italiano ( spiccano Dora Romano e Benedetta Porcaroli) e con protagonisti Alvaro Morte (La Casa di Carta) e Sydney Sweeney ( Euphoria ). Quest'ultima, nei panni di protagonista (oltre che di produttrice) ha il compito di interpretare una giovane novizia che elettrizzata per la sua nuova vita, scoprirà ben presto come “Satana si traveste da angelo di luce” (cit. dal Film).
Questo film Horror, stesso per dichiarazione dei produttori, si ispira liberamente a Rosemary's Baby e Omen (i fan di quest'ultimo si sentiranno “a casa”) riprendendo vagamente le dinamiche degli Horror italiani anni 70, quelli dei primissimi film di Dario Argento. Il risultato è una pellicola suddivisa in tre atti per un totale di 90 minuti in cui lentamente, oltre all'evoluzione della storia, vi è la crescita e il patimento del personaggio di Suor Cecilia che passa da “novizia” a “santa” per arrivare a ri-scoprire l'istinto umano.
Va dato atto al regista Micheal Mohan di un risultato privo di fronzoli, in cui non vi sono scene riempitive ma ritmi serrati che aggiungono minuto dopo minuto un pezzettino al compimento del puzzle in cui nel finale si sceglie la via più difficile ma sicuramente la più coerente con storia e protagonista (e forse un pò inaspettata per lo spettatore medio) lasciando l'immancabile spiraglio ad un secondo capitolo. Anche le scene di apertura sono degne di nota, un antipasto che introduce lo spettatore avvisandolo: “Qui niente è come sembra” e tutto è “terrificante”. Ottima la scelta dell'utilizzo della luce naturale (ormai non più scontato) e della location: le riprese principali sono state girate nel Lazio nel convento di San Bonaventura all'interno della riserva naturale ragionale di Monterano ed a Villa Parisi a Frascati.
Dietro al soggetto non vi è la sola tematica di un clero più “terreno” che “spirituale”, o una follia demoniaca/scientifica, ma anche risvolti sociali, nonostante produzione e registi abbiano dichiarato a più riprese che non vi è stato nessun tentativo di veicolare messaggi di carattere etico/sociale: tuttavia il film ci porta a meditare sui diritti di ogni donna, del proprio corpo e della propria vita.
Menzione particolare va data alla Sweeney, vera e propria Scream Queen, che sa prendere in giro il pubblico (in senso buono) presentando un personaggio remissivo e devoto per poi scoprire l'aspetto umano più oscuro e primordiale lasciandosi andare ad un'interpretazione “reale ed isterica” di dolore.
Suor Cecilia: “Tu non credi in Dio?” Suor Gwen: “Certo che ci credo: la vita è cosi crudele che solo un uomo può essere il colpevole”
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