OCCHI SPENTI AD ALEPPO

Il fragore di una inutile guerra rimbomba incomprensibile e sfuggente. Il suono si spande per le strade solcate da rivoli tortuosi di sangue e umiliate da cumuli di macerie. Un ricordo si perde tra le pagine strappate di un vecchio giornale illustrato sopravvissuto alle ingiurie del tempo. Intorno la notte rimbalza inquieta mentre la ruvida luna si risveglia per illuminare due occhi spenti che ascoltano il respiro affannoso dei fucili. Nelle deboli ombre del passato una stanza vuota reclama giustizia sotto l’impeto della densa bufera che avanza trascinata da un esercito all’assalto. Brandelli di vita si avvicinano ad un tavolo sofferente coperto da una logora tovaglia grigia, frammento di una città ormai distrutta dal sacrificio e dalla tentazione di abbandonarsi alla morte. Stanche lacrime indurite dalla polvere cercano riposo sotto un solitario tetto, mentre tace anche l’ultimo bagliore. La speranza non abita nel dolore e invano la tormenta si placa per pochi minuti. I monti sospinti dal vento, abbandonati dalle ultime foglie e trafitti dal mormorio dei soldati, abbassano lo sguardo sul mondo aspettando il profumo silenzioso della primavera e contemplando di tanto in tanto gli spazi infiniti e le infinite passioni.

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