PADRE

Rapito da un dolore antico, attraversi l'effimero tempo con gli occhi confusi ed incerti di una sofferente quotidianità. Scivolando in una orgogliosa solitudine, le tue sonnolente mani si aggrappano a malinconici gesti. Un pallido televisore sempre acceso, dai colori spenti, dai suoni inutili, raccoglie i tuoi pensieri smarriti, mentre una timida luce, sopra un tavolo disordinato e stanco, canta i tuoi ritmi e i tuoi deboli ricordi. Sentieri incantati accolgono il tuo vago sospiro, il tuo eterno lamento. In terra straniera ansimanti porti, affascinati da tormentati sogni, si aprono al tuo impetuoso peregrinare per storie curiose e amare leggende.

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