Inchiesta ’Hidden partner’. Il pm chiede altri sei mesi

di Laura Valdesi

Bisognerà (probabilmente) attendere ancora sei mesi per conoscere quali sono le conclusioni della procura di Siena su una delle vicende più delicate degli ultimi anni, quella che vede al centro le attività del magnate kazako Igor Bidilo che aveva l’80% delle quote della società ’Sielna’.

L’inchiesta, iniziata nel 2018 e che nella primavera scorsa aveva portato ad emettere anche misure interdittive, non è invece conclusa. Il pm Siro De Flammineis, infatti, ha chiesto al gip Ilaria Cornetti una proroga di sei mesi evidenziando a supporto l’attesa delle risultanze di attività di polizia giudiziaria, in particolare di rogatorie di carattere internazionale. Senza aggiungere nulla di più che lasci intuire magari ulteriori clamorosi sviluppi.

Scadeva martedì il termine per depositare eventuali memorie da parte degli indagati per opporsi appunto all’allungamento di un semestre dell’indagine dove non sono mancati i colpi di scena. E che potrebbe riservarne anche altri visto che durante le perquisizioni della guardia di finanza sono stati raccolti documenti, poi analizzati nel massimo riserbo. Come del resto accaduto anche nella fase iniziale. La proroga di sei mesi non sarebbe ancora stata accordata.

Il procuratore Salvatore Vitello, qualche giorno fa su La Nazione, aveva elogiato l’inchiesta guidata da De Flammineis “che ha dedicato risorse importanti alle indagini con una trentina di rogatorie internazionali – le sue parole – rapporti con la procura generale russa, acquisizioni di documenti che riempiono una stanza, intercettazioni ambientali impegnative. Cose che hanno consentito di avere uno spaccato di questa città”.

Di qui un braccio di ferro con l’agguerrito pool difensivo che ha incassato negli ultimi mesi risposte importanti dal tribunale. Perché proprio il 7 settembre scorso il ricorso presentato dalla procura era stato dichiarato inammissibile per otto delle dieci società finite al centro dell’indagine ’Hidden partner’. Il 5 maggio il pm aveva chiesto a vario titolo misure interdittive e sequestri per tutte e 10. Oltre due mesi dopo il gip Cornetti aveva depositato la decisione con la quale stabiliva che potevano proseguire l’attività, compreso il Potenza Calcio. Ma la procura aveva fatto appello nei confronti di otto di esse – Potenza calcio appunto, Lavori & Valori, Taica, Ristorante Il Campo, Cm investimenti e Soluzioni (fuse in Opera service), La Cascina e Mediterranea – ma non nei confronti di Sielna e di Axia Service. Come detto al termine dell’udienza il tribunale aveva detto no alla procura chiudendo la partita a favore delle difese.

La Nazione, 19 novembre 2021

Per capire meglio: RaiNews La legge per tutti

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