La finta teoria del complotto che non crede all’esistenza degli uccelli

“Birds Aren't Real” fu improvvisata per scherzo da un 19enne americano, e oggi vuole combattere «la follia con la follia»

Il Post | 15 dicembre 2021

Nel gennaio del 2017 il 19enne Peter McIndoe era a Memphis, in Tennessee, in visita ad alcuni amici, quando si trovò tra una manifestazione femminista contro Donald Trump e un’altra di sostenitori del neopresidente statunitense. Senza pensarci troppo, McIndoe scrisse su un cartello “Birds Aren’t Real”, gli uccelli non sono veri, e poi vagò improvvisando sul momento una finta teoria del complotto: gli uccelli non sono veri, il governo li ha uccisi tutti per sostituirli con avanzatissimi droni attraverso i quali controlla la popolazione. «Fu una cosa spontanea» ha raccontato McIndoe al New York Times, «ma anche una considerazione sull’assurdità di quanto stava succedendo».

McIndoe si è ritrovato a raccontare cosa gli passò per la testa quel giorno al più importante giornale al mondo perché da allora la sua teoria secondo cui “Birds Aren’t Real” ha guadagnato molti seguaci, la stragrande maggioranza dei quali è ovviamente ben consapevole del fatto che si tratti della parodia di una vera teoria del complotto, come per esempio QAnon, il movimento ormai diffuso in molti paesi del mondo che crede che il pianeta sia controllato da un giro di ricchissimi e potentissimi pedofili satanisti.

Le pagine di “Birds Arent’t Real” hanno 400mila follower su Instagram, più di 70mila su Twitter, oltre 600mila su TikTok. La teoria ha un sito che vende magliette, adesivi e altri prodotti, e che ne racconta la storia in un dettagliatissimo testo di oltre cinquemila parole.

“Birds Aren’t Real” sostiene, per finta, che tra il 1959 e il 2001 il governo statunitense abbia ucciso milioni di uccelli, tutti quelli che c’erano. Quelli che si vedono da allora nei cieli sono invece droni che si ricaricano attraverso le linee dell’alta tensione e che il governo usa per spiare la popolazione. Negli anni la teoria si è ampliata con finti documenti, con finti video d’epoca, con proteste satiriche (per esempio contro la sede di Twitter, il cui simbolo non-a-caso è un uccellino) e con argomentazioni di vario genere. Tipo che non è per nulla un caso che la maggior parte di quelli che noi crediamo essere gli escrementi degli uccelli cadano sulle auto ben più che sulle strade.

Negli anni McIndoe si è proposto come leader di questa teoria del complotto e prima della recente intervista al New York Times non aveva mai detto apertamente di non crederci davvero. Al punto che qualcuno l’aveva perfino preso sul serio o si era quantomeno scervellato per capire se ci fosse o ci facesse. Più che per la sua ammissione – che ha solo reso esplicito quel che a molti era già chiarissimo – l’articolo di Taylor Lorenz è interessante perché racconta come e perché McIndoe decise di dare seguito a quel cartello scritto nel 2017, riflettendo su quale senso si possa trarre o dare, da qui in poi, a “Birds Aren’t Real”.

Prima di ritrovarsi a Memphis a scrivere che i volatili sono una menzogna, McIndoe era nato e cresciuto in una comunità molto conservatrice e religiosa dell’Arkansas. Ha raccontato che fu educato nella casa in cui crebbe insieme a sette tra fratelli e sorelle e che gli fu insegnato che «Obama era l’anticristo» e che non bisognava credere nella teoria dell’evoluzione in quanto parte di un «massiccio piano per il lavaggio del cervello fatto dai Democratici». Ha ricordato che gli capitò di leggere un libro secondo cui Hollywood propugnava messaggi subliminali contro la cristianità.

McIndoe ha spiegato che grazie a internet riuscì però a informarsi e a educarsi anche in altro modo, andando a cercare informazioni e punti di vista diversi da quello a cui era stato esposto crescendo: «la mia intera idea del mondo si formò grazie a internet», ha detto. Nel 2016 lasciò casa per frequentare l’università, sempre in Arkansas, e si accorse che come lui anche molti altri suoi coetanei si trovavano a dover mediare tra i valori e le credenze con cui erano cresciuti e quello che invece avevano conosciuto e imparato altrove.

Poi arrivò il cartello di Memphis, a suo dire scritto di getto e senza pensarci e poi seguito da qualche discorso improvvisato che qualcuno riprese casualmente con lo smartphone, per poi condividerlo su Facebook. Il discorso ebbe un certo successo online, cosa che lo spinse a strutturare la teoria “Birds Aren’t Real”. Nel 2018 lasciò l’università, si fece via via più attivo online e iniziò anche a investire qualche soldo nella sua finta teoria del complotto, per esempio pagando un attore per interpretare un ex agente della CIA, la principale agenzia di intelligence statunitense, intento a confessare il gigantesco insabbiamento relativo ai volatili.

Visto che i seguaci di “Birds Aren’t Real” erano soprattutto membri della generazione Z (quella dei nati tra la fine degli anni Novanta e i primi anni del Duemila), McIndoe assoldò anche alcuni attori per impersonare manifestanti un po’ meno giovani. «Iniziai a entrare nel personaggio e a costruire il mondo a cui poteva appartenere», ha detto McIndoe al New York Times: «di fatto fu un esperimento sulla disinformazione, perché costruimmo un mondo interamente fittizio che qualcuno prese per vero».

Nell’esaustiva sezione FAQ del sito di “Birds Aren’t Real” trovano per esempio risposta le seguenti domande: le uova cosa sono? come si spiega la carne di uccello? e come si spiegano gli uccelli uccisi cacciando o guidando? i veri uccelli morti, dove sono finiti?

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