[sguardi]

razzismo

Corriere della Sera | 12 gennaio 2022 | di Gian Antonio Stella

Non so che viso avesse, neppure come si chiamava, canterebbe Francesco Guccini sulle note de La locomotiva. Forse si chiamava Concetta, Rosaria, Assunta... Sappiamo però che era arrivata in Alabama da qualche contrada della Sicilia e che per sfuggire al razzismo imperante negli States (come avrebbe fatto anni dopo anche Anna Maria Italiano: la straordinaria Anne Bancroft) aveva cambiato nome scegliendone uno inconfondibilmente anglo-sassone: Edith Labue. Ma che neppure questo era riuscito a toglierle di dosso il marchio delle origini. Certo è che fu coinvolta in un processo narrato ottant’anni più tardi dalla storica francese Bénédicte Deschamps nel saggio Le racisme anti-italien aux États-Unis, il razzismo antitaliano negli Stati Uniti, nell’opera collettiva Exclure au nom de la race.

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