Con lo zaino in spalla

relazioni

“Nuora”, “suocero”, “nipote”, “cognato”, “cugina”: la nostra lingua dispone di una gran quantità di vocaboli per definire accuratamente il grado di parentela che abbiamo con determinate persone. Per gli amici, invece, c'è una sola parola: “amici”, appunto. Eppure i rapporti più intimi li abbiamo proprio con loro, con le persone che conosciamo da una vita e che continuano a stare al nostro fianco, a vivere nella nostra rubrica telefonica anno dopo anno, a cui raccontiamo i nostri segreti, regaliamo il nostro tempo per ascoltarli, a cui elargiamo consigli e a volte conforto.

L'amicizia ha tante sfumature, e per ognuna dovrebbe esistere una parola diversa. C'è l'amica del cuore; c'è la persona conosciuta da poco e con cui il vincolo sta appena sbocciando; l'amico con cui andare al cinema; quello per raccontarci le cose intime; c'è la sintonia per coltivare un progetto comune; c'è l'amicizia con cui ti scambi i baci e magari ci fai pure l'amore; l'amicizia con cui condividi casa, l'affitto e le bollette; l'amicizia per studiare insieme; quella per giocare ai videogiochi, eccetera. Sono tutti tipi diversi, che noi chiamiamo con lo stesso nome. Credo che abbiamo bisogno di un lessico un po' più ampio.

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