Dedicato ad Azzurra

Azzurra in “CheDioCiAiuti”

Questo Tuo dono mi puo' portare ben oltre la mia volontà così fragile, ben oltre la mia povera fantasia, ben oltre ogni mio strano modo di voler bene, ben oltre a ciò che posso vedere di Te, ben oltre alle mie attenzioni così superficiali. Ogni vocazione non può che essere ricolma di Te!

Non pensavo che sarebbe potuto succedere di nuovo da quando ti ho incontrato: il mio cuore è triste. Si è appesantito. Non riesce più a volare.

Io lo so che il mio cuore deve rimanere. Io lo so che il mio cuore non deve fuggire, ma è una tentazione fortissima che immancabilmente ritorna.

Poi penso: io rimango per Te.

Ed allora mi sembra di ritrovare quell'ardore nella lotta, quella convinzione che mi permette di rialzarmi e di continuare. Finché il mio cuore continuerà a battere, con tutta la mia libertà,

io lotterò per Te.

Io resterò per Te.

Il verbo fare è il verbo a cui siamo più affezzionati. Lo siamo talmente tanto che siamo disposti a sacrificare per esso anche il verbo essere. Il fare è il nostro modo di non pensare troppo, di non entrare in noi stessi, di non guardare in faccia le cose serie della vita. Il fare ci dà subito soddisfazione, prende sul serio il nostro innato bisogno di conferme, di appagamento.

Ecco allora cos'è il tempo della vacanza. Essa non è semplicemente la trasgressione necessaria a sopportare nuovamente una lunga stagione di lavoro. Il tempo del riposo, come ci ha ricordato di recente Papa Francesco, è il tempo dell' ecologia del cuore, il tempo in cui il riposo, la contemplazione e la compassione diventano gli ingredienti giusti per ridimensionarci. La vacanza è proprio nella sua etimologia la capacità di essere vuoti, di dare cioè spazio a quella fame/mancanza che ognuno si porta nel cuore, e nel cui eco Dio finalmente può parlare.

Udire la parola di Dio dentro le nostre mancanze, dentro il nostro cuore, significa sperimentare una pienezza che nessuna soddisfazione al mondo può darci. Il necessario che ci serve per essere felici è tutto racchiuso nell' ascolto del verbo essere, di chi siamo veramente, di quella immagine e somiglianza con Dio che ognuno si porta dentro.

Il tempo del riposo è così scovare quella parola nascosta nella nostra bocca e nel nostro cuore, e che fa fatica ad emergere quando la vita la trangugiamo e il cuore è solo colmo di affanni e preoccupazioni.

L.M. Epicoco

Mancherai alla tua bimba, alla tua famiglia, ma anche a me manchi tantissimo.

Ritorna alla memoria l'ultima volta che ti ho visto: https://noblogo.org/antonello/riconoscersi

Vorrei essere con Te, ovunque Tu sia, per dirTi che ci sono, che non ti ho dimenticato.

E' dall'incontro che nasce il coraggio di donarsi.

Io ce la metterò tutta.

Questo nome che risuona in tutti gli istanti della mia vita.

Grazie Francesca.

Viola è un dono incredibile.

È bello donare così. Senza alcun altro fine se non quello di essere sé stessi, di essere veri. Donare ancor prima di sapere se ci sarà qualcuno che possa o che sappia ricevere.

Tutti i tuoi personaggi sono un dono così.

Così belli. Così unici.

Sono doni.

Come un fiore. Come un tramonto. Come il mare.

E spesso non mi accorgo nemmeno e passo oltre.

Ma se mi fermo solo un attimo ad osservare, ad ascoltare, a pensare, tutta questa meraviglia improvvisamente appare e non ho più parole.

Viola è dono.

Ecco come fai ad essermi così vicina: è perché sei vera! Non è forse questo che cerca più di ogni altra cosa un attore? E così essere vero diventa anche il mio desiderio più grande, il mio modo di dirti grazie e di esserti vicino.

Questa mattina per caso ho incrociato il mio sguardo nello specchio. Mi sono fermato un attimo ad osservarmi e mi sono detto: che bello che sono! E poi mi è venuto naturale pensare di potermi fare un selfie con il cellulare. Ovviamente poi non l'ho fatto. Ma il solo averlo pensato mi ha fatto riflettere su quanto Tu mi abbia trasformato e quanto di Te in me rimane.

Questa musica, per me dolcissima ... per me è stata la musica dell'incontro, la musica a cui non ho potuto resistere ... e ho cominciato a ballare!

Per ascoltare devo farmi silenzio. Non è un silenzio che posso aspettare, ma un silenzio che devo cercare. Continuamente. E il più delle volte lo trovo nelle azioni e nei gesti quotidiani. Potrei chiamarlo “silenzio operoso”. E così, immerso in questo “silenzio operoso”, trovo la cosa più bella: poterti ascoltare. E dopo averti ascoltato, poterti parlare. E così nasce un dialogo, e poi un pensiero. E di tutta questa bellezza posso vivere.

Un presepe come quello di questo canto, capace di azzerare le distanze, proprio come te!

Perchè, il presepe di questo canto ...

è semplice, proprio come te!

è bambino, proprio come te!

è presenza, proprio come te!

è fatto di cose quotidiane, proprio come te!

“Ecco il presepe giocondo che va per il mondo”

è un presepe in cammino, e per camminare bisogna essere leggeri ...

e poi, “seguendo la stella che splende nel cielo” ogni sera, mi costringi ad alzare lo sguardo, ed uscire dal mio piccolo mondo ... “E quindi uscimmo a riveder le stelle” (Inferno XXXIV, 139).

Azzurra, sei proprio il mio presepe preferito!

Buon Natale!