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C’è qualcosa che non ha ancora fatto? Sì, un disco come questo. Il secondo dell’anno, dopo “A letter home”. Il secondo disco “strano” dell’anno. L’ennesimo disco “strano” di una carriera epica, e tante deviazioni dalle due strade principali, quella acustica e quella elettrica. Con Neil Young c’è sempre da tenere le dita incrociate, quando imbocca queste “backstreets” della sua musica. “A letter home” era una presa per i fondelli, con le sue cover monotone registrate in una cabina del telefono degli anni '30, per sfida e per divertimento. Con “Storytone” Neil Young fa le cose sul serio: un disco “orchestrale”, il primo della sua carriera, che esce anche in una versione doppia: un album con le versioni originali, semi-acustiche, e quello inciso con un ensemble di 92 elementi... https://artesuono.blogspot.com/2014/11/neil-young-storytone-2014.html


Ascolta: https://album.link/i/1005202879


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Siamo dietro le quinte. Antony si rivolge alle tredici “magnifiche donne” che si sono avvicendate sul palco, complimentandosi con tutte. “E’ stato perfetto“, dice, “a parte qualche problemino con la mia voce“. Non so a quali problemi si riferisse il buon Hegarty, ma se avessero a che fare con quell’estro più terrigno, quella grana soul carnale e a tratti persino brusca che ne hanno mitigata la consueta spiritualità, sono problemi che gli auguro di affrontare spesso. La scena sta più o meno alla fine di Turning, docufilm diretto da Charles Atlas uscito due anni fa ed oggi pubblicato in DVD (più CD contenente l’intera scaletta dei brani)... https://artesuono.blogspot.com/2014/11/antony-and-johnsons-turning-2014.html


Ascolta: https://album.link/i/923502798


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In un periodo adolescenziale della mia vita fui folgorato sulla via del jazz rock (e non solo), termine non certamente ortodosso per la critica jazzistica. Fra i tanti musicisti e gruppi in auge in quegli anni, la Mahavishnu Orchestra di John McLaughlin nutriva la mia più sentita ammirazione. Se Miles Davis inventò il jazz rock sulle onde di “Bitches Brew”, furono i suoi discepoli a dargli ordine e regola, a cominciare da John McLaughlin, che con Hammer e Cobham fondò nel 1971 la Mahavishnu Orchestra. The Inner Mounting Flame è uno dei capolavori insieme a Birds of Fire (1973) di questo genere sonoro: il jazz rock. Questo primo disco è completamente composto dal giovane trentenne chitarrista, dotato di una tecnica straordinaria affinata nei lunghi anni di apprendistato nella scena jazz blues britannica... https://www.silvanobottaro.it/archives/3657


Ascolta: https://album.link/i/527849434


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Tim Presley, aka White Fence, giunge con “For The Recently Found Innocent “ al sesto album in quattro anni di carriera e sembra aver rinforzato sempre di più la venatura cantautoriale del suo pop lo-fi psichedelico: si è fatto più preciso, il Nostro, meno rude, più limpido e meno confusionario. Perciò via i suoni stravaganti e i mille pedali che hanno caratterizzato per anni il suono della sua chitarra, ma solo strumenti che servono al jangle- psych californiano: chitarra acustica, chitarra elettrica, basso e batteria. C’è meno urgenza in For The Recently Found Innocent e si percepisce di più la forza crescente della composizione di White Fence. Rispetto agli stessi due dischi precedenti, “Family Perfume Vol. 2“ (2012) e “Cyclops Reap” (2013) c’è più chiarezza e sicurezza nello scrivere canzoni, che inevitabilmente predispone all’ascolto. Detto questo, non che l’immaginario di riferimento cambi, siamo sempre in odore di Byrds, folk-rock, Syd Barrett, il Bob Dylan di “Bringing All Back Home”, John Lennon... https://artesuono.blogspot.com/2014/07/white-fence-for-recently-found-innocent.html


Ascolta: https://album.link/i/929738641


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Fumo di sigaretta e dietro uno sfondo rosso, luciferino: la nuvola nasce dalle labbra, le incornicia il viso. Lei è Marianne Faithfull, ritratta in copertina. È il suo nuovo album e non potrebbe essere altrimenti. Già, perché la cantautrice inglese dopo tutti questi anni di carriera (quasi cinquanta, anche se inframezzati da lunghi, turbolenti periodi di inattività) incarna ancora, e forse oggi più di allora, la figura dell’Araba Fenice, risorta dal ceneri, di ritorno dall’Inferno. Un nome, un destino il suo: conturbante poetessa decadente, cresciuta nei damascati agi di una famiglia aristocratica, precipitata bionda e giovanissima prima nel giro più rock e fashion della Swingin’ London (sponda Mick Jagger) poi nei vicoli bui e squallidi della tossicodipendenza, angoli remoti e arrugginiti della capitale britannica, case occupate, alberghi di quart’ordine... https://artesuono.blogspot.com/2014/10/marianne-faithfull-give-my-love-to.html


Ascolta: https://album.link/i/893215481


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Punto primo: la dissonante sensazione di ammettere che la musica, per essere apprezzata e apprezzabile, possa anche essere scorrevole, piacevole, semplice, orecchiabile, radiofonicamente azzeccata è presente. Punto secondo: lo scetticismo del pre-ascolto, vuoi per la montatura creatasi attorno a una band che crea circuito comunicativo da inizio 2013 oppure per una sorta di continuo piacere al riciclo psichedelico di inizio anni Dieci è svanito. Punto terzo: i Temples sono una band valida. Lo sono perché nell'ascoltare il loro esordio “Sun Structures” su Heavenly Recordings emerge quel valore discografico da collettivo pronto ad affollare stadi e arene, per i giri armonici che s'incollano con estrema facilità alle pareti otorine, per le capacità melodiche del frontman James Edward Bagshaw: indubbiamente debitore delle composizioni indiane degli “scarafaggi”, il giovane non pecca di presunzione, infilando uno dopo l'altro ritornelli che restano e resteranno... https://artesuono.blogspot.com/2014/07/temples-sun-structures-2014.html


Ascolta: https://album.link/i/762773889


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La seconda cosa che mi ha colpito del nuovo disco di Thom Yorke sono i primi trenta secondi, quella specie di loop monocorde pseudo-industrial: cosa mi ricordava? Ci ho pensato un bel po’ prima di rendermi conto che sembrava il riflesso lacero e consunto di un’altra intro, quella di Discotheque, canzone di apertura di Pop, album che ha segnato un turning point per gli U2 e – a detta di molti, tra cui il sottoscritto – l’ultimo nel quale abbiano dimostrato un po’ di vena creativa. Tutto lascia pensare che si tratti di un link attivato solo dalla complicata rete di connessioni mnemoniche del sottoscritto, o al massimo una coincidenza, però dal momento che viviamo in un’epoca in cui tutto è collegato, stratificato, connesso appunto, credo sia inevitabile lasciare accesa una fiammella di sospetto... https://artesuono.blogspot.com/2014/10/thom-yorke-tomorrows-modern-boxes-2014.html


Ascolta: https://album.link/i/1262568019


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Jillian Banks ha davvero bruciato le tappe nell’ultimo anno e mezzo: il primo brano è comparso in rete nel febbraio 2013, in modo piuttosto anonimo dal punto di vista delle informazioni personali. Il primo live di sempre è arrivato qualche mese dopo, a luglio, mentre a novembre era già in tour di spalla a quel The Weeknd al quale spesso è stata artisticamente accostata. Il resto è storia recente, con un consenso in crescita costante e l’esordio per la Harvest/Capitol... https://artesuono.blogspot.com/2014/09/banks-goddess-2014.html


Ascolta: https://album.link/i/1440824622


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La grandezza degli Alt-j è la grandezza degli accadimenti casuali. Si dice serendipity, la fortuna o abilità di fare scoperte grandiose quando meno te lo aspetti, mentre vagavi alla ricerca di altro. Come Colombo scoprì l’America cercando l’India, come Fleming arrivò alla penicillina per distrazione, quelle storie lì. Non si sa bene dove fossero diretti gli Alt-J mentre studiavano arte e letteratura a Leeds e tenevano basso e batteria leggeri leggeri per non fare troppo rumore negli alloggi universitari e per cinque anni componevano pezzi così-tanto-per, senza nemmeno programmare di suonarli in pubblico. Non si sa bene cosa stessero cercando Gwil, Joe, Thom e Gus ma con l’esordio “An Awesome Wave” hanno trovato le loro Americhe musicali e, nel 2012, un Mercury Awards tutto britannico... https://artesuono.blogspot.com/2014/09/alt-j-this-is-all-yours-2014.html


Ascolta: https://album.link/i/1620183062


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Ci sono musicisti che, spinti da una sorta di bulimia produttiva, inondano il mercato con decine di produzioni. Sparano nel mucchio, in pratica, sperando di cogliere qualche bersaglio grosso. A volte ci riescono. Ce ne sono altri che sembrano distillare le proprie creazioni, centellinando occasioni ed uscite. Poi però va a finire che, nella conta degli anni e dei decenni, anche i distillatori di note hanno lasciato attorno a sé tracce consistenti. Tutte utili, però. A volte utili e indispensabili. Altre ancora indispensabili e radiose. Come quelle dell'Angelo Rosso in catene sulla sua sedia a rotelle Robert Wyatt. Che è anziano e acciaccato, come la sua dolcissima compagna di sempre Alfreda Benge. Non va più sui palchi, ma quando fa uscire qualcosa è bene precipitarsi a procurarselo... https://artesuono.blogspot.com/2014/11/robert-wyatt-different-every-time-2014.html


Ascolta: https://album.link/i/947726919


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