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A quattro anni dal loro ultimo disco “Saturday Nights and Sunday Mornings”, i Counting Crows ritornano con un nuovo lavoro e questa volta è un disco di cover, spiazzando ancora una volta i loro fan. Ad Adam Duritz & co. infatti, una cosa su cui non si discute è la libertà di “scelta”, in poche parole fanno quello che gli pare senza filtri e costrizioni di sorta. Questa loro “scelta” gli permette di spaziare non solo con dischi variegati; dal vivo, in studio, di cover ma soprattutto con i tempi da loro scelti in base alle loro esigenze e non quelli dettati dalle Majors di turno. Dimostrazione è la scelta dei quindici brani che non appartengono ad un repertorio di canzoni famose o di facile ascolto ma scelte tra quelle che più piacevano a loro. Come risponde Duritz in una intervista: “Io sono un grande credente di una semplice regola, che qui non ci sono regole”. Insomma un gruppo “indipendente” nelle scelte e nelle esecuzioni della serie “prendere o lasciare”... https://www.silvanobottaro.it/archives/4309


Ascolta: https://album.link/i/1169968863


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Se “Smoke Ring For My Halo” era il tuffo dalla rupe (per vari motivi), “Wakin’ On A Pretty Daze” si svolge interamente, e per settanta minuti, nei pochi secondi che passano dall’entrata in acqua al riaffioramento. In questo breve e dilatatissimo lasso di tempo, i raggi di sole rifratti illuminano un universo subacqueo imperturbabile, una pletora di meduse e filamenti d’alghe ondeggianti con la corrente. Il nuovo disco di Kurt Vile non è certamente il disco prepotente che era il precedente, ma lo supera probabilmente in fascino col suo andamento rallentato, post-sbornia appunto, come sembra suggerire il titolo... https://www.ondarock.it/recensioni/2013_kurtvile_wakinonaprettydaze.htm


Ascolta: https://album.link/i/1589250882


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Devo sinceramente ammettere che i Phosphorescent sono stati la più bella scoperta di questo duemilatredici, anche se questa band statunitense originaria di Athens in Georgia è attiva da un decennio e questo Muchacho è il loro sesto album. Ascoltati per caso in una radio on-line, fin dalle prime note ho capito di aver trovato uno di quei gruppi che ti rimangono dentro, e così sono andato alla scoperta dell'intero album di questo ennesimo gruppo. Traccia dopo traccia erano sempre più soddisfacenti, non chiedetemi perché le ballate di Matthew Houck colpiscano la mia emotività in maniera così forte e lascino un segno che decine di altri musicisti non hanno capacità di incidere nel profondo neppure dopo decine d canzoni. Chiamatelo “colpo di fulmine” se volete... https://artesuono.blogspot.com/2014/09/phosphorescent-muchacho-2013.html


Ascolta: https://album.link/i/598968577


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Doppio disco, gioco “meta” tra band reale e no (i The Reflektor), video interattivi con coinvolgimento diretto di chi lo guarda tramite mamma rete e cam, presenza al prossimo Primavera ampiamente anticipata e strombazzata, concettualità incentrata sull’apparire e l’essere, l’anima che lotta tra frequenze umane e sintetiche. Dalla title-track in poi sfilano un mescolare pulsante di funky, mutant disco, oscuri lampi dark, produzione e suono pompati e tirati a lucido e attitudine pop made in Arcade Fire, ormai rodata e dall’altissimo appeal su chi li ha sempre amati... https://www.thenewnoise.it/arcade-fire-reflektor/


Ascolta: https://album.link/i/1439818072


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Là, da qualche parte nella sconfinata metropoli chiamata New York City, incontriamo la musica di “Caveman”, secondo disco del quintetto omonimo, bellissimo intreccio fra voce di intensità emozionale e un tappeto sonoro le cui trame sono tese dagli efficaci e raffinati interventi delle chitarre e dal resto degli strumenti. A differenza del loro primo sottovalutato album “Coco Beware” del 2011, disco con sfumature... https://artesuono.blogspot.com/2014/11/caveman-caveman-2013.html


Ascolta: https://album.link/i/672750246


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A sei anni dall'ottimo Well never turn back e a tre dal buon You are not alone, ritorna Mavis Staples con “One True Vine”, quattordicesima incisione della sua ultra quarantennale carriera. Da cantante gospel qual'è, è ancora la fede il comune denominatore dei suoi testi, ma è sempre la sua meravigliosa voce a renderli superlativi. A fronte dei suoi settantaquattro anni, la Mavis non mostra segni di decadimento... https://artesuono.blogspot.com/2014/11/mavis-staples-one-true-vine-2013.html


Ascolta: https://album.link/i/1485057846


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Nick cave è un Grande musicista, questo va detto subito, ad onor del vero. Va detto soprattutto come riparo da pareri contrastanti e come salvaguardia di un “patrimonio” musicale tra i più interessanti degli ultimi trent'anni. Bisogna ricordare infatti che il nostro Nick, tra “Boys Next Door”, “Bad Seeds”, “Grinderman”, “Warren Ellis” e alcune colonne sonore, ha inciso ventisei dischi, quasi uno all'anno, mica... https://artesuono.blogspot.com/2014/10/nick-cave-bad-seeds-push-sky-away-2013.html


Ascolta: https://album.link/i/577620744


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Di tanto in tanto capita di ascoltare un album di cui non si ha voglia di parlare temendo un confronto tra di esso e le proprie parole. Questo succede quando un disco comunica qualcosa non appena comincia a suonare e subito uno si sente partecipe delle emozioni dell'artista e gli regala candidamente le proprie, e anche dopo aver ascoltato un solo brano hai la certezza che tutto il resto sarà buono. Questo è uno di questi... https://artesuono.blogspot.com/2014/10/yo-la-tengo-fade-2013.html


Ascolta: https://album.link/i/1589234541


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Live Dead è il primo album dal vivo della band che più di ogni altra ha costruito la propria immagine sui “live”. Nella loro discografia i dischi dal vivo hanno raggiunto quelli in studio e senza dubbio sono destinati ancora a crescere. Live Dead è un live un po’ speciale non solo perché è stato registrato con una platea di amici e non con un pubblico pagante ma soprattutto perché è un disco di passaggio, “il” disco di passaggio dagli Acid Tests e dalla San Francisco “sixties” verso il mondo nuovo, verso i settanta, anni più complicati e grigi... https://www.silvanobottaro.it/archives/4277


Ascolta: https://album.link/i/20885553


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Se nel classico garage di turno di New York City, una qualsiasi band talentuosa si mettesse a suonare con l’intenzione di fare un disco alla National, con buona probabilità quel disco sarebbe “Trouble Will Find Me”. Sono duri gli inizi per un gruppo: il parto di un’idea originale, la continua ricerca di una personalità, la voglia di non sentirsi mai scontati. I National negli ultimi anni hanno attraversato tutti questi stati, trasformandosi in una band dal successo globale, senza intaccare la loro più grossa e indiscutibile qualità: la personalità. Se la sono giocata, in tutti i modi possibili, abbinando il gusto per la raffinatezza melodica con la voce cavernosa del leader Matt Berninger... https://www.lindiependente.it/the-national-trouble-will-find-me/


Ascolta: https://album.link/i/626872826


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