Ormai sono acclamati come rock star, ma guardateli in copertina: più facile scambiarli per impiegati in relax dopolavoristico. O in un gruppo di buskers di classe media, con le custodie degli strumenti appoggiate per strada. Il verdetto di “Babel”, secondo album dei lanciatissimi Mumford & Sons , è più che confortante. Se non la fantasia, i quattro ragazzi di West London hanno portato al potere passione, semplicità, una ventata di freschezza e di irresistibile comunicativa... https://www.rockol.it/recensioni-musicali/album/4986/mumford-sons-babel
“Passano gli anni, ma otto son lunghi...” cantava il molleggiato. Tanti ne sono passati da “Bubblegum”, ultimo lavoro a firma di Mark Lanegan, e tanti ne ha passati il nostro tra collaborazioni con gli amici QOTSA, duetti con la dolce Isobel Campbell, side projects con l'amico Greg Dulli (Gutter Twins e Twilight Singers) o “prestazioni di servizio” per altri, dando adito a tutta una serie di critiche e frecciatine sulla sua poca ispirazione o sul suo continuo prestarsi come fosse diventato ormai solo un buon gregario... https://www.ondarock.it/recensioni/2012_lanegan.htm
È capitato poco tempo fa. Era il tour che Mark Knopfler ha condiviso con Bob Dylan, un connubio che ritrovava l’intesa (artistica) dopo anni di distanza e pacifico armistizio. Sentire voci scontente dopo il concerto di Mark Knopfler:” Ma come? Solo due canzoni dei Dire Straits? Che delusione!”. Eppure il concerto era stato splendido. Le sue canzoni della carriera solista, estrapolate da quasi quindici dischi (comprese le numerose colonne sonore) suonate e cantate con cristallina limpidezza insieme ad una grande band che comprende Guy Fletcher alle tastiere, anche co-produttore, l’unico superstite dei Dire Straits. Un vero piacere per le orecchie. Eppure... https://www.impattosonoro.it/2012/09/12/recensioni/mark-knopfler-privateering/
Willie Nelson la voce.
Chi “mastica” un po' di musica sa che Willie Nelson è una vera istituzione, una delle colonne portanti del panorama country. La sua è una carriera molto prolifica, con i suoi quasi ottant'anni infatti, nel suo portafoglio si trovano oltre sessanta album di cui una decina dal vivo che volendo fare una media è quasi vicino ad un disco all'anno, una “cifra” che molto probabilmente lo candida nel podio dei più attivi.
In questo suo incredibile catalogo Nelson oltre ad aver riscosso parecchi premi (una quarantina circa) ha conosciuto il successo di critica e commerciale ed è stato spesso in cima alle classifiche di vendita, ma, nonostante questo, quello che lo ha sempre contraddistinto è la sua coerenza ed etica musicale. Anche se per definizione Nelson è un artista country, la sua musica è stata un caleidoscopio di influenze sonore, dal blues al folk, dal rock'n'roll a collaborazioni variegate, tutte e comunque sempre ispirate e non banali... https://artesuono.blogspot.com/2014/10/willie-nelson-heroes-2012.html
A quattro anni da Keep it Simple ultimo suo disco in studio, esce Born To Sing: No Plan B, album registrato interamente in presa diretta nel castello di Culloden in Irlanda e precisamente a Belfast sua città natale. Per questo lavoro, Morrison ha scelto e non a caso, l'etichetta jazz Blue Note. Il “suono” infatti, è prevalentemente influenzato di jazz, oltre che di soul e blues “toni” a lui sempre cari.
Nel sottotitolo dell'album Born To Sing: No piano B, è indicato il potere che la musica ancora possiede per questa leggenda vivente chiamato “The Man”. Nessun Piano B infatti, è la prova concreta che non esistono secondi piani, l'assoluta convinzione per questo quasi settantenne musicista con cinquanta anni di carriera alle spalle e trentacinque dischi pubblicati, che, la musica con l'“M” maiuscola ha ancora un valore assoluto, supremo, e che, se esistono mode e modi che in qualche modo vogliono distogliere la sua vera essenza, la musica quella “vera” esiste ancora, senza se e senza ma... https://artesuono.blogspot.com/2014/11/van-morrison-born-to-sing-no-plan-b-2012.html
Ed eccolo ancora qui l'ultrasettantenne Bob Dylan, con il suo nuovo disco “Tempest”, il trentacinquesimo, in uscita a cinquant'anni giusti dal suo primo album “Omonimo” datato 1962. Difficile poter valutare con precisione la portata dell'influenza che ha avuto il Dylan di quegli anni. I suoi pezzi divennero inni al di là della sua volontà. Blowin' in the wind, A hard rain, The times they are a changin', Mr. Tambourine man, furono i pezzi giusti al momento giusto. Quei brani fecero più o meno l'effetto di un'esplosione di consapevolezza. Musicalmente ha spazzato via ogni stereotipo, cambiando continuamente direzione, affermando con determinazione di sentirsi soprattutto un artista libero di scrivere quello che più gli piaceva, sminuendo di molto l'aspetto rigorosamente militante della sua prima produzione... https://artesuono.blogspot.com/2014/10/bob-dylan-tempest-2012.html
A quattro anni dal loro ultimo disco “Saturday Nights and Sunday Mornings”, i Counting Crows ritornano con un nuovo lavoro e questa volta è un disco di cover, spiazzando ancora una volta i loro fan. Ad Adam Duritz & co. infatti, una cosa su cui non si discute è la libertà di “scelta”, in poche parole fanno quello che gli pare senza filtri e costrizioni di sorta. Questa loro “scelta” gli permette di spaziare non solo con dischi variegati; dal vivo, in studio, di cover ma soprattutto con i tempi da loro scelti in base alle loro esigenze e non quelli dettati dalle Majors di turno. Dimostrazione è la scelta dei quindici brani che non appartengono ad un repertorio di canzoni famose o di facile ascolto ma scelte tra quelle che più piacevano a loro. Come risponde Duritz in una intervista: “Io sono un grande credente di una semplice regola, che qui non ci sono regole”. Insomma un gruppo “indipendente” nelle scelte e nelle esecuzioni della serie “prendere o lasciare”... https://artesuono.blogspot.com/2014/08/counting-crows-underwater-sunshine-2012.html
Quarto album per questi “Orsi grigi”, giovane band americana attiva dal 2004.
Dopo “Veckatimest”, uscito nel 2009, album che ha avuto notevole successo di critica e di pubblico, i Grizzly si sono presi una pausa, un periodo non proprio di riposo visto che, nel frattempo, hanno avuto esperienze personali, “momenti” utili per capire cosa fare del proprio futuro o meglio cosa fare dei Grizzly Bear. Il risultato è questo Shields, una costola del precedente “Veckatimest”, meno incisivo, ma più equilibrato.
Dieci sono i brani presenti; scritti, suonati e cantati da tutti e quattro i musicisti del gruppo. Le sonorità si aggirano in territori indie-folk (come i precedenti) con qualche strizzatina d'occhio alla psichedelia e soprattutto al pop, senza però guastare... https://artesuono.blogspot.com/2014/10/grizzly-bear-shields-2012.html
Tirando in ballo il cane di Ponzio Pilato chiamato “Banga” (dal libro “Il maestro e Margherita” di Bulgakov), la nostra sacerdotessa del rock pubblica il suo undicesimo album. Disco di inediti (a parte un brano) che esce a otto anni da Trampin' e a cinque da Twelve, album di solo cover.
Patti Smith pubblica un'album di canzoni, quelle classiche, quelle che seguono la “forma” vera, ballate che raccontano “storie” di persone, fatti e tragedie personali e sociali. Tra i brani infatti, troviamo riferimenti che vanno dal terremoto in Giappone alle scomparse di Amy Winehouse e Maria Schneider. Le dodici canzoni che compongono l'album sono costruite su testi importanti, sono riflessioni ed esperienze, cariche di poesia e di reale vita quotidiana. Dodici canzoni per dodici tributi, dodici omaggi a persone, amici, personalità e popoli che in qualche modo hanno colpito i sentimenti della poetessa e che poi ha messo in musica... https://artesuono.blogspot.com/2014/11/patti-smith-banga-2012.html
“Una volta avanguardista, per sempre avanguardista” è un detto che nell'arte si può applicare a pochi. Più spesso, ciò che era lampo e voglia di scommettere, diventa nel peggiore dei casi un comodo canovaccio da ripetere sempre peggio, nel migliore uno stile da variare in maniera più o meno ispirata.
Cale bazzica l'avanguardia fin da giovanissimo e, se negli anni ha seguito e approfondito la sua poetica, lo ha fatto in modo dinamico e aperto, non mancando di gettare ogni tanto uno sguardo a ciò che gli accadeva intorno. Se non sempre avanguardia, il percorso del Nostro è stato almeno uno stare al passo coi tempi diverso dal prendere un produttore alla moda per farsi sporcare i dischi e invecchiare rapidamente: piuttosto un giocare con lo spirito vicino al ludico delle avanguardie di inizio '900... https://www.sentireascoltare.com/recensioni/john-cale-shifty-adventures-in-the-nookie-wood/