La quarantenne cantautrice e musicista statunitense Mirah, torna alle radici con un nuovo disco: Changing Light. Salutato come un album di rottura, l'album affronta, testualmente parlando, tematiche legate all'essere umano e in particolare alla mortalità, offrendo una luce profonda alla vita terrena, agli animali, alle stagioni, alla natura in generale... https://artesuono.blogspot.com/2014/06/mirah-changing-light-2014.html
William Fitzsimmons è un musicista abbastanza atipico, lo si vede dal fisico, lo si sente dalle sue canzoni. Dalle increspature delle dita sulle corde della chitarra al tremolio dolce della sua voce. Paesaggi fatti di luce e ombre che attraversano la nebbia, dando un senso di tranquillità, fino alla commozione. Gioie, segreti, verità, profondi dettagli, sussurrati.
Lions è merce rara come raro e William Fitzsimmons, cantautore e musicista dall'aspetto devozionale, monastico, in viaggio alla ricerca di dare un senso alla condizione umana... https://artesuono.blogspot.com/2014/07/william-fitzsimmons-lions-2014.html
C’è un luogo della musica americana che oggi solo Jolie Holland riesce ad abitare. Non che siano mancati i precedenti illustri, come per esempio il Nick Cave dei Grinderman o il Tom Waits più polveroso e ingrugnito. Ma la cantautrice texana, come nessun altro oggi, fa rilucere di abbagli nerissimi e profondi la materia sonora che risulta dallo stritolare nelle sue corde vocali dotatissime e duttilissime l’americana, il blues, il folk, il country, il jazz. Insomma: il Sud in versione New Orleans in spasmo gotico. Ascoltate le chitarre del singolo Dark Days (che dà l’atmosfera a tutto il disco): mai così elettriche, mai così grasse, mai così “importanti” e necessarie... https://artesuono.blogspot.com/2014/06/jolie-holland-wine-dark-sea-2014.html
Nel 2012, al termine del tour promozionale del meno fortunato “Cynic’s New Year”, Justin Ringle passa mesi senza toccare una chitarra: “Il periodo più lungo negli ultimi quindici anni”. Cominciano a circolare voci di uno scioglimento della band. E invece il periodo di stop riaccende l’ispirazione di Pringle, che non solo riprende a scrivere, ma compone un ritorno all’altezza dei migliori lavori degli Horse Feathers, imprimendogli una nota positiva, pop ancora più netta che in passato... https://artesuono.blogspot.com/2014/11/horse-feathers-so-it-is-with-us-2014.html
Dopo un Saturday Nights & Sunday Mornings dalla genesi sofferta e dall’esito controverso, dopo il lungo silenzio discografico (perlomeno sul fronte inediti) e le lune imprevedibili e cangianti di Adam Duritz, uccellacci dalle ali nere si erano addensati sulle teste dei fan dei Counting Crows. La notizia di nuove canzoni in uscita dopo sei anni più che con curiosità e impazienza, era stata da taluni accolta con un misto di circospezione e diffidenza, tanto più che il fiammeggiante covering dell’ottimo Underwater Sunshine (2012) più che gettare semi di nuove speranze, aveva instillato dubbi su un ineluttabile inaridimento creativo... https://artesuono.blogspot.com/2014/09/counting-crows-somewhere-under.html
Dopo la pubblicazione di “Terra mia” del 1977 e la conferma con l’album “Omonimo” del 1979, Pino Daniele pubblica “Nero a metà” il disco che lo consacrerà definitivamente al grande pubblico.
Daniele ha venticinque anni ma ha già una buona esperienza come strumentista suona, infatti, dall’età di dodici anni e ha già militato in diversi gruppi partenopei compresi i Napoli Centrale.
Pino Daniele come Napoli, possiede in questo disco una doppia anima, romantica la prima, ritmica la seconda, nervose e soleggiate entrambe... https://www.silvanobottaro.it/archives/3661
The third difficult album è la soglia entro la quale i critici inglesi tirano le somme di una carriera discografica: superato lo scoglio, tutto è permesso e lecito. Il problema è che nonostante il terzo progetto del gruppo scozzese “Strange Friends” sia l’album della loro definitiva consacrazione, trovo molto complessa e difficile una loro espansione al di fuori delle lande anglofone. Ed è un peccato, perché la Phantom Band, col suo mix di folk e kraut, ha dato vita a un nuovo idioma indie-rock che solo in parte è figlio delle folgoranti intuizioni della Beta Band; il percorso si è sviluppato prima attraverso le pagine più ambiziose di “Checkmate Savage” e poi attraverso quelle egualmente originali di “The Wants”... https://artesuono.blogspot.com/2014/08/phantom-band-strange-friend-2014.html
Non sono forse stati i primi ad accendere la miccia, parlo della rivisitazione di certe sonorità old time, ma certamente hanno assunto un ruolo guida in poco tempo, tanto da diventare uno dei pochi significativi fenomeni offerti della musica tradizionale americana degli ultimi dieci anni. Tanto è passato dall'esordio omonimo degli Old Crow Medicine Show nel 2004, che li svelò con il successo travolgente del brano Wagon Wheel, e cinque dischi dopo il quintetto (di base, oggi allargati in tutto a sette membri) guidato dai fondatori Critter Fuqua e Ketch Secor ha trovato la forza di non sedersi sugli allori, anzi di rinnovarsi pur restando dentro la loro collaudata formula acustica, di fare insomma un ulteriore passo avanti... https://artesuono.blogspot.com/2014/07/old-crow-medicine-show-remedy-2014.html
Arrangiamenti tenui ma di rara intensità avviluppano come colorati tentacoli fumosi le interpretazioni flebilmente accurate di “Triumvirate”, terzo Lp di Lewis & Clarke, progetto dietro al quale si cela la figura di Lou Rogai, americano della Pennsylvania, e che prende il nome dai carteggi avvenuti tra i due autori di letteratura fantastica/fantascientifica.
Un disco imponente per lunghezza (circa 75 minuti di musica per dodici canzoni) ma anche per l’intensità emotiva delle sensazioni evocate, sposando le suggestioni di un folk d’avanguardia a un forte dinamismo, che anima le riflessioni di Rogai in quadri a tinte uggiose quanto forti di una realtà interiore trasfigurata dall’arte... https://artesuono.blogspot.com/2014/10/lewis-clarke-triumvirate-2014.html
Segnali di vita in casa Interpol, che con l’ultimo e omonimo album, sembravano diretti verso una necrosi creativa da cui non pareva esservi ritorno. C’era bisogno di lasciare ad ognuno il tempo di ripensarsi come artista, di dedicarsi a progetti solisti per tornare con un album che sapesse aggiornare una formula logora. Un cosa che nessuno dei campioni dell’indie rock dello scorso decennio ha saputo fare in modo convincente... https://artesuono.blogspot.com/2014/09/interpol-el-pintor-2014.html