Autorità femminile
Nel Siṅgālasutta (DN 31) è affrontato, tra gli altri, il delicato tema del rapporto tra il padre di famiglia e la moglie. Il testo dice che il marito deve essere presente per la moglie in questi cinque modi:
sammānanāya anavamānanāya anaticariyāya issariyavossaggena alaṅkārānuppadānena.
“trattandola con onore (sammānanā, che viene da mānanā, onore, che a sua volta rimanda a māna, orgoglio), senza disprezzo (avimānana), non tradendola, conferendole autorità (issariyavossaggena) e fornendole degli ornamenti.”
Leggiamo ora la traduzione italiana di Eugenio Frola (Canone Buddhista. Discorsi Lunghi, Laterza):
“Un marito deve onorare la moglie: colla stima, colla mancanza di sospetto, col non tradirla, col non concederle autorità, col provvedere al suo ornamento.”
Poiché anche Pio Filippani-Ronconi traduce allo stesso modo, mi viene il dubbio. Il Pali-English Dictionary della Pali Text Society traduce issariyavossagga con “handing over of authority”. E Maurice Walshe traduce “by giving authority to her” (The Long Discourses of the Buddha. A Translation of the Dīgha Nikāya, by M. W., Wisdom Publication, Boston 1995, p. 467).