I fiori immaginari

Yo nājjhagamā bhavesu sāraṃ, Vicinaṃ pupphamivā udumbaresu; So bhikkhu jahāti orapāraṃ, Urago jiṇṇamivattacaṃ purāṇaṃ.

Il monaco che non vede negli esseri alcuna essenza (sāra) — come se si cercasse un fiore (puppha) su un albero di fico (udumbara) — abbandona questo mondo e l'altro (orapāraṃ) come un serpente (uraga) che si libera della vecchia pelle.

(Suttanipata, I, 5)

Paragone suggestivo. Pare però che i fiori del fico esistano: e sono i fichi stessi. O meglio: si trovano all'interno del fico, che propriamente non è un frutto, ma un'infiorescenza. Paragone a parte, è chiaro che dal punto di vista del Dhamma del Buddha tutta la filosofia occidentale, da Platone e Aristotele in poi, è una secolare e folle ricerca di fiori immaginari: le Idee, la sostanza, l'anima, Dio.

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