Nascita

Il mondo ci sta intorno come una sabbia mobile. Ci tocca, ci stringe. Ci inghiotte, inesorabilmente. Non ci lascia respirare. In ogni istante qualcosa ci tira, ci esige, ci spinge presso sé, lontano da noi stessi. O: ci colpisce. Uno, due, tre. E ancora, ancora, ancora. Cerchi di proteggerti come puoi. E se ci fosse — pensi — qualcosa dentro di me di inattingibile? Se ci fosse un me profondo, che questa sabbia mobile non può toccare? Ed allora ti scindi da te stesso: e nasce l'anima. Il tuo me al riparo dall'offesa della vita. Ma pensi, pure: e se ci fosse oltre la sabbia mobile un altro che nulla tocca, stringe, inghiotte? Se ci fosse oltre la nebbia e il buio un chiarore inattingibile? Se ci fosse un respiro oltre la soglia dell'orrore? Decidi che dev'esserci. Ed è allora che nasce dio. L'altro al riparo dall'offesa della vita.

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