Processi
Il processo delle religioni è: dalla dispersione alla dimora e dalla dimora all'estasi. L'essere disperso nella molteplicità sensoriale dev'essere raccolto, disciplinato, ricondotto ad unità. Il nemico della religione è l'imposanimità: di qui la sessuofobia. Dio non è che il correlato esterno, il modello, il calco dell'io personale e collettivo. La teopoiesi, l'egopoiesi e l'etnopoiesi procedono in parallelo. Ma questo ego non è sicuro di sé. La sua solidità è fondata sul nulla. E il nulla lo chiama: dall'interno un'inquietudine ne reclama la morte. Una inquietudine che è dapprima iconoclasta, s'abbatte sul calco, lo rimuove, lo sgretola. Ma non basta. Occorre che muoia l'io. Che quello che era stato faticosamente ricondotto a unità torni a disperdersi. O a donarsi. Morto Dio, muore l'io (nessuno l'ha visto meglio di Eckhart). Dalla dispersione all'ego, dall'ego all'estasi. Dal desiderio all'Ego-Dio, dall'Ego-Dio alla libertà. {7.7.20}