Le due anime di Socrate

Il pensiero di Platone continua consapevolmente la linea orfico-pitagorica, che a sua volta è la manifestazione greca del paradigma indo-iranico della liberazione dal ciclo delle rinascite. Per Pitagora, che ha creato la parola, e per Platone la filosofia è esattamente la stessa cosa dello Yoga: la tecnologia del sé che libera l'anima prigioniera del mondo materiale e la riconduce al mondo vero (il Purusha nel Samkhya, l'Iperuranio in Platone). Il Socrate platonico non è che un riflesso di Pitagora. È il vero Socrate? Probabilmente non lo sapremo mai. Quello che sappiamo è che il Socrate di Senofonte è tanto diverso dal Socrate platonico-pitagorico quanto il Cristo dei Vangeli canonici è diverso da quello dei Vangeli gnostici. Il centro del suo pensiero è ancora la tecnologia del sé, ma con una direzione e uno scopo radicalmente differenti. Il Socrate dei Memorabili insegna l'ἐγκράτεια, il dominio su di sé, che non serve a liberarsi dalle pastoie della materia, ma a stare nel mondo con saggezza. Non è il discepolo di Pitagora, ma il maestro di Epicuro. Certo è che nelle due anime di Socrate — il sileno di Alcibiade, che cela un'essenza divina, e il Socrate umano troppo umano che nei Memorabili spiega a una prostituta come procacciarsi più clienti — ci sono le radici di tutto quello che sarà l'Occidente.

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