Valore

Per vivere abbiamo bisogno di essere certi del nostro valore. Ma il nostro valore è affermato sempre dagli altri. Per vivere abbiamo bisogno di ottenere in qualche modo che gli altri ci diano valore. Questa è la fonte di ogni angoscia, la ragione della più profonda disperazione, il motivo per il quale, dietro la retorica dell'amore per il prossimo, cova in ognuno di noi un radicale odio per l'altro — l'odio che ogni schiavo prova per il proprio padrone. Un odio complicato, in quelli che sono più consapevoli — e dunque più sofferenti, perché qui auget scientiam auget et dolorem — dal sapere di essere essi stessi carnefici dell'altro, padroni, autori di soggettivazione sociale. È come se il nostro corpo dovesse conquistarsi di continuo, assumendo questa o quella posizione scomoda, l'ossigeno di cui ha bisogno. Potrebbe sopravvivere solo logorandosi giorno dopo giorno. E questo logoramento lento ma implacabile è la nostra vita in quanto esseri sociali — in quanto persone. Procurarsi scientemente la disapprovazione generale è un primo passo per scuotere la catena sociale. Il secondo è liberarsi dall'idea stessa di valore personale.

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